“I dati riportati ieri da diverse testate come anticipazioni del prossimo rapporto dell’International Panel on Climate Change non sono stati correttamente mostrati e spiegati“. Lo afferma in una lunga nota Sergio Castellari, IPCC Focal Point per l’Italia a proposito delle indiscrezioni secondo le quali gli scienziati dell’IPCC davano alla Terra solo dieci anni di tempo per fermare le conseguenze del riscaldamento indotto dall’effetto serra. “La ricerca climatica continua, probabilmente senza i clamori che il mondo dei media vorrebbe, ma produce risultati che vengono controllati e validati costantemente. Divulgare una scienza così complessa non e’ facile e richiede molto lavoro” spiega Castellari al termine di un lungo articolo in cui contestualizza e spiega, in chiave scientifica, quali siano le attuali conoscenze sul riscaldamento globale e le modalita’ attraverso le quali saranno pubblicati i diversi rapporti scientifici elaborati. “Fino al mattino del 27 settembre tutta questa documentazione, elaborata da 859 scienziati di tutto il mondo e sottoposta a due fasi di revisione da parte di esperti esterni e da esperti selezionati dai Paesi membri dell IPCC (569 revisori nella prima fase e 800 nella seconda) e’ sottoposta ad un embargo. Quindi non e’ possibile parlare dei risultati di questo nuovo volume, e’ necessario attendere una settimana. Pero’ si puo’ affermare che i dati di questo primo volume dell AR5 riportati come anticipazioni nell’articolo non sono correttamente mostrati e spiegati“, dice Castellari.
”La temperatura media globale superficiale (TMGS) e’ l’indicatore climatico che piu’ facilmente viene preso in considerazione, ma non e’ l’unico e non puo’ da solo essere considerato l’indicatore privilegiato dei cambiamenti climatici” spiega Castellari. ”La TMGS e’ aumentata meno che in passato. Questo fatto non e’ una sorpresa ma rientra nella normale variabilita’ climatica” continua il climatologo. ‘‘L’anno scorso e’ stato il nono anno piu’ caldo dal 1880, anno in cui inizia la serie di misure termometriche analizzate dal NCDC (National Climatic Data Center) dell’agenzia governativa statunitense NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration)”. Un particolare, la temperatura del 2012 e’ stata +0.57°C sopra la media secolare del XX secolo. Gli anni piu’ caldi sono stati: il 2010 (+0.66°CC sopra la media secolare), poi il 2005 (+0.65°C), il 1998 (+0.63°C), il 2003 (+0.62°C), il 2002 (+0.61°C), e al sesto posto il 2006, 2009 e il 2007 (+0.59°C). L’ultimo decennio e’ stato il piu’ caldo di tutta la serie delle temperature misurate, con numerose ondate di calore in Europa, Usa e Russia. Ebbene, dice Castellari ”Nonostante sia il decennio piu’ caldo di sempre, la TMGS e’ aumentata meno che in passato. Questo fatto non e’ una sorpresa ma rientra nella normale variabilita’ climatica. Vari fattori sono stati evidenziati dalla comunita’ scientifica per spiegare questo riscaldamento minore che nel passato: una maggiore frequenza di eventi di La Nina, una bassa attivita’ solare e il raffreddamento dell’Oceano Pacifico Tropicale. Recentemente – continua Castellari – il Met Office Hadley Centre ha pubblicato tre rapporti che affrontano la questione del rallentamento (“pause”) del riscaldamento superficiale”. Il primo rapporto mostra vari indicatori climatici osservati che continuano a confermare il riscaldamento del nostro pianeta (del pianeta, non solo dello strato inferiore della atmosfera). Il secondo rapporto indica, come ulteriore concausa di questo rallentamento del riscaldamento superficiale, lo scambio termico tra l’oceano superficiale e l’oceano profondo, in particolare l’oceano Pacifico. L’ultimo rapporto mostra che questa pausa nella crescita della TMGS non ha cambiato il rischio di un riscaldamento sostanziale della Terra entro la fine di questo secolo e non ha intaccato l’affidabilita’ delle proiezioni effettuate con i modelli climatici. ”Pur se negli ultimi mesi nella blogsfera si è scritto che UK Metoffice ha confermato la fine del riscaldamento globale, questo quindi non è vero” puntualizza il climatologo. Inoltre ”ragionare su un periodo breve dal 1997 ad oggi (nemmeno 17 anni) e fare affermazioni che il riscaldamento globale si è fermato è sbagliato: pochi anni non permettono di fare affermazioni robuste di tipo climatico, proprio per la definizione stessa di clima e di cambiamenti climatici del WMO (World Meteorological Organization) e dell’IPCC (Integovernmental Panel on Cimate Change). “