Il termine parbuckling deriva dai sistemi utilizzati nell’Ottocento per far rotolare i barili attraverso l’applicazione di una doppia corda. Il termine è poi stato adottato nel linguaggio delle operazioni di salvataggio e recupero navale, ad indicare una particolare tecnica di raddrizzamento dei relitti utilizzando delle funi. Nella storia, questo sistema è stato utilizzato prevalentemente per operazioni legate al recupero di navi militari, come ad esempio lo USS Oklahoma che nel 1943 fu riportato in posizione verticale dopo il bombardamento nel porto di Pearl Harbor. Il parbuckling della Concordia rappresenta tuttavia la più grande opera di recupero navale nella storia per le dimensioni del relitto (circa 300 metri di lunghezza e 114mila tonnellate di stazza lorda) e per il contesto in cui è collocato. Una volta completato il raddrizzamento della Costa Concordia attraverso l’operazione di parbuckling, sarà possibile eseguire una verifica delle condizioni del relitto per valutarne lo stato complessivo, in particolare per quanto riguarda il lato dritto, che al momento è sommerso e inaccessibile. In seguito sarà possibile eseguire eventuali interventi di ripristino della struttura e quindi stabilire con maggiore precisione i tempi del rigalleggiamento e della successiva partenza del relitto dall’isola. Si parla comunque di mesi. Altri 15 cassoni, già costruiti e ora giacenti presso gli stabilimenti di Fincantieri pronti per essere trasferiti al Giglio, saranno installati sul lato dritto del relitto, in posizione simmetrica rispetto ai cassoni già installati sul lato sinistro.
RIGALLEGGIAMENTO – A quel punto, per mezzo di un sistema pneumatico i 30 cassoni sui due lati verranno progressivamente svuotati dall’acqua e forniranno la spinta necessaria a fare rigalleggiare lo scafo. Terminata tale operazione, la parte che rimarrà sommersa sarà di circa 20 metri. Potrà così iniziare la fase conclusiva: il traino del relitto verso un porto nel quale sarà smantellata. Si tratterà forse di Piombino, ma non è ancora stato deciso. Nessuno sarà a bordo della Costa Concordia durante le operazioni di rotazione dello scafo, il cosiddetto parbuckling: tutte le operazioni saranno guidate a distanza da una stanza di controllo, posizionata su una chiatta nelle immediate vicinanze della prua del relitto. Per trasmettere tutti i comandi e ricevere segnali da questa posizione remota – ad esempio attivare i martinetti idraulici, aprire e chiudere le valvole dei cassoni, ricevere informazioni sulla posizione del relitto – sono stati installati due cordoni ombelicali (uno di back-up all’altro), ossia cavi che garantiscono il collegamento fra la control room e il relitto. Il team che opererà dalla control room è composto da una decina di tecnici, guidati dal Senior Salvage Master Nick Sloane, con diverse specializzazioni: un tecnico dedicato al controllo della zavorra, piloti di ROV, ingegneri specializzati nel funzionamento degli strand jack, un ingegnere informatico, un ingegnere progettista. I tecnici invieranno i comandi remoti a tutti i sistemi e controlleranno l’andamento delle operazioni attraverso 2 file di 4 schermi ciascuno divisibile in 4 mini-schermi. Cinque telecamere con 5 microfoni disposti sul ponte più alto della Concordia, sistemate in corrispondenza delle paratie tagliafuoco, consentiranno di monitorare immagini, suoni e i rumori durante la fase di rotazione, e forniranno agli ingegneri indicazioni utili sull’andamento dell’operazione e sui movimenti del relitto. Una duplicazione dei monitor è presente anche nella ‘Salvage Room’ – gli uffici dislocati a terra – in modo da permettere a tutti gli altri ingegneri e tecnici di seguire le operazioni e fornire quindi assistenza in caso di necessità.