A chiusura dell’indagine sugli tsunami nel mondo, MeteoWeb ed il geologo Giampiero Petrucci presentano la lista schematica dei 100 tsunami più importanti mai avvenuti nell’Olocene, l’era attuale, che convenzionalmente parte da 11700 anni fa. Nell’elenco sono stati inclusi soprattutto gli tsunami accertati scientificamente e storicamente: generalmente si tratta anche dei fenomeni più intensi, ma non sono stati tralasciati quegli eventi che, seppur minori per potenza e dimensioni geografiche, hanno rappresentato particolare interesse per le aree colpite e per le modalità di sviluppo al punto da essere ritenuti validi esempi per la stima dei rischi e della vulnerabilità attuali. Nell’indicare la causa principale scatenante lo tsunami, sono state utilizzate le seguenti abbreviazioni: T = terremoto (i numeri rappresentano la magnitudo, nota o stimata), FA = frana subaerea, FS = frana sottomarina, E = eruzione.
DATA | EVENTO | AREA | CAUSA | NOTE |
---|---|---|---|---|
Circa 6000 a.C. |
STOREGGA | MARE DEL NORD | FS | Un’enorme frana sottomarina (ampia quanto l’Islanda) viaggia per circa 800 km sulla scarpata continentale e sul fondo marino, al largo della costa norvegese. Il movimento provoca uno tsunami, con onde alte fino a 10 metri, che giunge in Islanda, Scozia, Shetland, Far Oer e Norvegia |
Circa 6000 a.C. |
ETNA | MEDITERRANEO CENTRO- ORIENTALE |
FA | Una grandissima frana si sviluppa sul fianco orientale dell’Etna, nell’attuale Valle del Bove (che deve la sua conformazione proprio a questo fenomeno). Il materiale detritico scivola velocemente in mare, depositandosi sul fondo a 20km dalla costa e provocando onde alte fino a 30 metri che si propagano verso est, toccando le coste di Albania, Grecia, Medio Oriente e (verso sud) Libia ed Egitto |
Circa 1600 a.C. |
SANTORINI | MEDITERRANEO CENTRO-ORIENTALE |
E | Una violentissima eruzione del vulcano nell’isola di Thera, Mar Egeo, con enormi flussi piroclastici e frane che scivolano in mare, genera onde alte fino a 25-30 metri, le quali percorrono il Mediterraneo fino a toccare le coste di Creta, Sicilia, Africa e Medio Oriente (Cipro ed Israele) |
Circa 1365 a.C. |
UGARIT | MEDIO ORIENTE |
T | Indicato da testi in scrittura cuneiforme. A seguito di un violento sisma, il mare si ritira e quindi si abbatte sulla costa siriana, distruggendo la città di Ugarit. Probabile interessamento anche delle coste libanesi |
426 a.C. | MALIAKOS | MAR EGEO | T | Descritto dallo storico greco Tucidide che, primo nella storia, associa lo tsunami ad un terremoto. Le onde, dopo il ritiro dalla costa, colpiscono il litorale greco orientale, con particolari effetti nel Golfo di Maliakos. Probabile epicentro del sisma a largo dell’isola di Eubea |
142 | RODI | MEDITERRANEO ORIENTALE |
T (7.5) |
Interessato l’Egeo meridionale ed il Dodecaneso. Gravemente colpita Rodi, semidistrutta dal sisma. Le onde, dopo il ritiro del mare, colpiscono anche l’isola di Kos oltre alle coste della Lycia e dell’attuale golfo di Fethyie, in Turchia. Probabile loro arrivo anche sull’attuale costa libanese e siriana. Numerosi danni e vittime. Incerto l’anno dell’evento, per alcuni autori prossimo al 148 |
21.07.365 | CRETA | MEDITERRANEO CENTRO- ORIENTALE |
T (8.5) |
Il terremoto più forte mai avvenuto nel Mediterraneo, con epicentro al largo dell’angolo sud-occidentale di Creta, sviluppa onde alte fino a 8-10 metri. Colpite le coste di Grecia, Turchia, Cipro, Medio Oriente, Libia, Egitto, Calabria e Sicilia. Distrutta la città di Apollonia, in Libia, con onde fino a 15 metri e devastata Alessandria d’Egitto (5mila morti) dove l’ingressione marina raggiunge i 2 km |
373 | ELIKI | GOLFO DI CORINTO |
T (7.0) |
Il terremoto produce danni nell’intero Golfo di Corinto, con fenomeni di liquefazione e subsidenza. Lo tsunami devasta l’antica città di Eliki, situata nei pressi dell’attuale Aigion |
08.11.447 | MARMARA | TURCHIA OCCIDENTALE |
T | Epicentro del sisma nel Mar di Marmara, a SW di Instanbul. Lo tsunami, dopo il ritiro del mare, inonda le coste dell’intero golfo, trascinando sulla terraferma diverse barche. Colpite le città di Instanbul e Izmit, già devastate dal sisma |
544 | TRACIA | MAR NERO | T | Interessata la costa occidentale del Mar Nero, dal Bosforo fino all’attuale Ucraina. Epicentro del sisma in mare, nei pressi dell’attuale Varna, in Bulgaria. Onde alte fino a 4 m, con ingressioni anche di alcuni km. Segnalate molte vittime causa lo tsunami, anche nel Bosforo. Tra le città inondate Varna, Balcik, Odessa. Alcuni autori indicano come data il 543 o il 545 |
07.09.551 | BEIRUT | MEDIO ORIENTE |
T (7.5) (+ FS?) |
Un forte sisma, con epicentro al largo di Beirut, provoca lo tsunami che, dopo il ritiro del mare per centinaia di metri, devasta le coste mediorientali, in particolare di Siria e Libano. Cesarea, Batroun, Tiro, Tripoli, Beirut tra le città più colpite. Il numero delle vittime è stimato in decine di migliaia, gran parte delle quali dovute al terremoto. Alcuni studiosi ipotizzano una frana sottomarina associata al sisma come origine dello tsunami |
563 | TAUREDUNUM | LAGO DI GINEVRA |
FA | Una grande frana scivola nella parte orientale del lago di Ginevra. Il movimento provoca uno tsunami che percorre l’intero bacino verso ovest, con onde alte fino a 10 metri, raggiungendo Ginevra dove compie grande devastazione, con numerose vittime |
29.11.684 | HAKUHO | GIAPPONE CENTRO- MERIDIONALE |
T (8.4) |
Il primo tsunami storicamente accertato in Giappone. Epicentro del sisma nel Pacifico, al largo della penisola di Kii, la più colpita dalle onde che interessano anche le isole di Shikoku e Awaji. Ignoto il numero di vittime, forse elevato |
18.01.746 | LIBANO | MEDIO ORIENTE |
T (7.2) |
Segnalate inondazioni, con ingressioni fino a un km, per l’intera costa dall’Egitto alla Siria. Numerosi villaggi costieri devastati, distrutte anche alcune fortezze dei Moabiti. Ignoto il numero delle vittime, comunque consistente |
30.12.859 | MT.CASSIUS | MEDITERRANEO ORIENTALE |
T+FA (7.4) |
Il sisma provoca il crollo di un versante del Mt. Cassius, al confine tra le attuali Turchia e Siria. L’enorme massa detritica scivola in mare, generando lo tsunami, con probabile sommatoria degli effetti di frana e terremoto. Interessate le coste di Siria e Turchia. Nell’area di Samandag segnalato ritiro del mare e grande inondazione |
09.07.869 | JOGAN | GIAPPONE (SANRIKU COAST) |
T (8.6) |
Epicentro del sisma in mare, al largo di Miyako. Lo tsunami devasta Tagajo. La piana intorno a Sendai e Ishinomaki viene inondata con ingressione di 3-4 km. Si stima circa un migliaio di vittime per il solo tsunami |
26.08.887 | NINNA | GIAPPONE (HONSHU) |
T | Un forte terremoto colpisce la zona di Kyoto ed Osaka. Segue uno tsunami che colpisce in particolare la baia di Osaka, con gravi danni e diversi morti. Inondato anche il litorale di Hyuga, nell’isola di Kyushu |
05.12.1033 | AKKO | MEDIO ORIENTE |
T (7.0) |
Colpite le coste dall’attuale Gaza fino alla Siria, con particolare intensità sul litorale palestinese. Tra le città più danneggiate Akko (Acri) dove il porto rimane asciutto a lungo dopo l’iniziale ritiro del mare. Effetti importanti nell’intera baia di Haifa, Israele |
29.05.1068 | YAVNE | MEDIO ORIENTE |
T (7.0) |
Dopo un forte terremoto, con epicentro in mare (qualche km a largo di Ashkelon), che provoca danni anche a Gerusalemme, le onde colpiscono le coste dell’attuale Israele. Danni ingenti a Yavne, Ashdod e Holon. Interessate, sia pure in misura minore, anche Siria e Turchia meridionale |
20.05.1202 | CIPRO | MEDIO ORIENTE |
T (7.6) |
Epicentro del sisma in mare, ad Est di Cipro, qualche decina di km a largo di Larnaca. Il mare si ritira, lasciando diversi porti asciutti, e poi torna con violenza sulle coste orientali di Cipro. Le onde raggiungono anche il Medio Oriente, dall’Egitto alla Turchia |
08.08.1303 | IRAKLION 1 | MEDITERRANEO CENTRO- ORIENTALE |
T (8.0) |
Un fortissimo sisma con epicentro nel cosiddetto “Arco Ellenico”, nei pressi di Creta, genera onde alte diversi metri che percorrono il Mediterraneo, provocando danni e vittime ad Alessandria d’Egitto ed Acri, nell’attuale Israele, con barche trascinate a riva per centinaia di metri. Nella stessa Creta, in particolare ad Iraklion, segnalate diverse vittime causa lo tsunami che raggiunge anche le coste della Turchia oltre a Cipro ed il Dodecaneso. Le onde risalgono per diversi km anche il delta del Nilo. Un evento similare a quello del 365, anche se meno famoso e potente |
18.10.1343 | ISTANBUL | MAR DI MARMARA |
T (7.0) |
Epicentro del sisma nel mar di Marmara. Interessate dallo tsunami, dopo il ritiro del mare, in particolare le coste della Tracia meridionale, con onde alte almeno 2-3 metri ed ingressioni talora fino a 2 km. Numerose le barche trascinate via. Le onde penetrano anche nel Bosforo, con gravi danni ad Istanbul. Alcuni autori spostano l’evento all’anno seguente (1344) |
03.08.1361 | NANKAI | GIAPPONE MERIDIONALE |
T (8.4) |
Un fortissimo sisma colpisce la zona di Osaka e Tokushima, isola di Shikoku, con centinaia di morti ed edifici crollati. Segue uno tsunami, particolarmente intenso nello stretto di Kii e nella baia di Osaka. Awa (60 morti) e Yukiminato i villaggi costieri più distrutti dalle onde che raggiungono anche il lago Ryujin |
1402 | SALONA | GOLFO DI CORINTO |
T | Il sisma devasta la costa meridionale del Golfo di Corinto, tra Aigion e Xylokastro. Dopo il ritiro del mare, le onde penetrano per oltre un km nel litorale, con particolari danni nell’area di Salona, sulla costa settentrionale del bacino: Galaxidi, Itea e Kirra le cittadine più colpite |
03.05.1481 | RODI | MEDITERRANEO ORIENTALE |
T (7.2) |
Il sisma provoca gravi danni e vittime a Rodi, poi interessata anche dallo tsunami, con onde di 3 metri che travolgono e distruggono alcune imbarcazioni. Lo tsunami raggiunge anche le coste di Turchia e Medio Oriente |
01.07.1494 | IRAKLION 2 | CRETA | T (7.2) |
Un forte terremoto colpisce l’intera isola di Creta, con gravi danni. Il porto di Iraklion viene devastato dallo tsunami: diverse barche distrutte e trascinate via. Le onde giungono anche in Israele: segnalato ritiro del mare e suo ritorno distruttivo sulle coste di Jaffa |
20.09.1498 | WAKAYAMA | GIAPPONE MERIDIONALE |
T (8.6) |
Il sisma provoca danni lungo 500 km di costa, da Yokohama a Shikoku, con almeno 20mila morti. Lo tsunami colpisce duramente le città costiere di Wakayama (devastato il porto e diverse vittime) e Kamakura dove sono distrutti diversi edifici. Le onde allagano le coste anche nelle baie di Osaka e Suruga |
10.09.1509 | ISTANBUL | MAR DI MARMARA |
T (7.2) |
Epicentro del sisma (migliaia di morti) nei pressi di Istanbul che viene colpita duramente dallo tsunami, con le onde che superano le mura della città: stimati run-up di 5-6 metri. Inondata anche Izmit, con numerose navi danneggiate. Lo tsunami viene avvertito nell’intero Mar di Marmara |
01.09.1530 | CUMANA’ | VENEZUELA | T (7.3) |
Le onde, con run-up stimati fino a 7 metri, colpiscono un ampio tratto di costa nei pressi di Cumanà, circa 250 km ad est di Caracas. Interessate anche l’isola Cubagua (6 m di run-up), il golfo di Cariaco, le penisole di Araya e Paria. Lo tsunami, il primo storicamente descritto per il Sudamerica, provoca anche forti modifiche morfologiche nel litorale |
26.01.1531 | TAGO | PORTOGALLO | T (6.6) |
Il terremoto, con epicentro in mare, nei pressi di Vila Franca de Xira, provoca gravi danni e circa mille morti a Lisbona. Le acque del Tago si ritirano e poi tornano con violenza sulla costa, distruggendo molte imbarcazioni |
14.01.1546 | PALESTINA | MEDIO ORIENTE |
T | Dopo il ritiro del mare, le onde colpiscono il litorale mediorientale, da Gaza a Jaffa, con numerosi danni e diversi morti. Lo tsunami colpisce anche Cipro. Segnalate oscillazioni pure nel Mar Morto. Stimati migliaia di morti. Evento similare a quello del 1068, con epicentro del sisma al largo di Ashdod |
08.02.1570 | CONCEPCION | CILE | T (8.3) |
Il sisma devasta Concepcion, ma provoca danni ingenti anche a Santiago: circa 2000 vittime. Segue tsunami, con run-up fino a 4 metri, che inonda il porto di Concepcion, con ingressione di alcune centinaia di metri, barche distrutte e diversi morti |
09.07.1586 | CALLAO | PERU’ | T (8.6) |
Un grande sisma devasta Lima e Callao, con gravi danni da Trujillo a Caraveli. Lo tsunami interessa almeno 500 km di costa peruviana, con danni gravissimi a Callao, completamente inondata, con barche distrutte, edifici lesionati ed ingressione di oltre un km. Le onde attraversano il Pacifico, giungendo anche in Giappone, con run-up intorno ai due metri |
1598 | PONTO | TURCHIA NORD |
T (7.0) |
Un forte terremoto devasta la città di Amasya. Un centinaio di km di litorale del Mar Nero, tra Sinop e Samsun, è interessato da onde alte fino a 2 metri, con ingressione fino a 1.5 km: numerose vittime tra i villaggi costieri. Data incerta, ma certamente nel mese di maggio |
24.11.1604 | ARICA | CILE | T (8.7) |
Un fortissimo terremoto devasta le coste di Perù e Cile settentrionale: Arequipa ed Arica rase al suolo. Dopo il ritiro del mare, segue tsunami con onde alte fino a 10 m che interessa mille km di costa: inondate Arica (distrutta la fortezza) e Camana |
03.02.1605 | SHIKOKU | GIAPPONE MERIDIONALE |
T (7.9) |
Gli scienziati ipotizzano come sorgente un terremoto “slow”, con movimenti della faglia piuttosto lenti rispetto alla norma: sulla terraferma infatti la scossa è poco percepita. Al contrario, lo tsunami è devastante, in particolare nell’isola di Shikoku e nella penisola di Kii, con onde alte diversi metri. Parecchi edifici, anche alcune fortezze, sono spazzati via dalle onde. Danni ingenti a Hiro, Arai, Tahara. Migliaia i morti stimati |
02.12.1611 | KEICHO | GIAPPONE NORD (SANRIKU COAST) |
T (8.1) |
Nei resoconti coevi di questo evento si legge per la prima volta il termine “tsunami”. La catastrofe è simile a quella del 1933: il terremoto è considerato del genere “slow”, con movimenti crostali e rilasci di energia più lenti della norma. Per questo i danni sulla terraferma non sono ingenti. Lo tsunami invece è potente e colpisce la costa meridionale di Hokkaido e l’intera Sanriku Coast, con run-up anche fino a 20 metri (Ofunato). Le zone di Sendai (1800 vittime) ed Otsuchi (800 morti) tra le più colpite |
18.03.1624 | PADUSA | VALLI DI COMACCHIO |
T | Il sisma provoca potenti onde nell’ampia zona paludosa tra Ferrara e l’Adriatico, allora molto più estesa di oggi. Le acque superano e rompono gli argini, invadendo le campagne: inondate Argenta, le aree del Campotto e del Po di Primaro. Uno dei rari tsunami “interni” mai avvenuti in Italia |
30.07.1627 | GARGANO | PUGLIA ADRIATICA |
T (6.7) |
Epicentro del sisma (4500 morti) sulla terraferma, al margine occidentale del Gargano. Le onde aggrediscono il litorale da Pescara a Manfredonia. Gravi danni nella zona del lago di Lesina, con run-up fino a 5 metri ed ingressione fino a 3 km (la più alta mai accertata in Italia) |
09.03.1630 | KYTHERA | IONIO ORIENTALE |
T | Un forte terremoto compie grande devastazione a Creta, con effetti anche in Peloponneso e isole Ionie. Segue tsunami, particolarmente intenso nello stretto di Kythera (detta anche Cythera o Cerigo), con numerosi morti |
11.10.1650 | COLOMBO | MAR EGEO | E | Il Monte Colombo è un vulcano sottomarino, situato pochi km a NE di Thera. La sua eruzione, con probabile collasso del cono, provoca uno tsunami che colpisce la costa orientale di Santorini, con onde di 2-3 metri (per alcuni autori anche 10 m). Lo tsunami arriva anche a Creta, con danni al porto di Iraklion |
20.10.1687 | PISCO | PERU’ | T (8.5) |
Il sisma produce gravi danni a Lima. Lo tsunami colpisce Callao, con run-up intorno a 5 metri, e soprattutto i porti a sud di Lima: Canete, Chicha, Puerto Caballas e Pisco dove si segnano i danni principali e diverse vittime. Segnalate oscillazioni anche in Giappone |
16.04.1690 | ISOLE VERGINI | PICCOLE ANTILLE |
T (8.0) |
Un forte sisma colpisce le Isole Vergini e le altre Piccole Antille, con gravi danni e morti anche ad Antigua, St. Kitts, Nevis, Guadalupa, Barbados. Dopo il ritiro del mare, le onde invadono il porto di Charlotte Amalie, nell’isola di St. Thomas, con danni ingenti |
07.06.1692 | PORT ROYAL | GIAMAICA | T + FS (7.5) |
Il terremoto rade al suolo la città di Port Royal, allora la principale della Giamaica. Causa subsidenza e liquefazione delle sabbie, il 70% degli edifici “affonda”. Dopo il ritiro del mare, onde di 2-3 metri inondano ulteriormente la città, con l’acqua che arriva quasi ai tetti delle case. Sisma e tsunami avvertiti in tutta l’isola, con particolari danni nell’attuale Kingston e nella Saint Ann’s Bay. Oltre duemila vittime. |
11.01.1693 | VAL DI NOTO | SICILIA IONICA |
T (7.4) (+ FS?) |
Il sisma più forte mai accaduto in Italia provoca 60mila morti. Lo tsunami susseguente (forse legato anche ad una frana sottomarina) colpisce 200 km di costa della Sicilia ionica. Gravi danni nei porti di Messina, Catania ed Augusta dove il run-up è stimato in una decina di metri. A Mascali ingressione di un km e mezzo |
26.01.1700 | CASCADIA | OCEANO PACIFICO |
T (8.8) |
Il primo tsunami transoceanico di cui si hanno notizie e prove certe. Originato nei pressi dell’isola canadese di Vancouver, arriva fino in Giappone dove a lungo è stato definito “orfano” per la causa sconosciuta (nessuna scossa avvertita). Devastate le coste orientali dell’intero arcipelago nipponico, con run-up di 4-5 metri: tra le città più colpite Tsugaruishi, Kuwagasaki, Otsuchi, Tanabe. Centinaia, forse migliaia, le vittime. In Canada, in zone allora disabitate, le onde potrebbero avere raggiunto i 10 metri di altezza |
28.10.1707 | HOEI | GIAPPONE CENTRO- MERIDIONALE |
T (8.4) |
Sisma originato lungo la cosiddetta “Nankai Trough”, la fossa di subduzione nel Pacifico al largo del Giappone centro-meridionale. Lo tsunami colpisce 700 km di costa, dalla penisola di Izu a Kyushu, con onde alte 4-6 metri, in alcuni casi anche 9 m. Particolarmente colpiti i litorali di Tosa Bay, Eshunada, la baia di Osaka e la zona del lago Ryujin. Difficile il conto delle vittime: per alcuni 5mila, per altri 20mila |
08.07.1730 | VALPARAISO | CILE | T (8.7) |
Il sisma colpisce la zona di Santiago e Valparaiso, con danni ingenti anche a Coquimbo e Illapel. Lo tsunami, con onde alte fino a 10 metri, devasta i porti di Valparaiso e Concepcion: il ritiro del mare induce alla fuga la popolazione che scampa al disastro. Le onde invadono anche il porto di Callao, in Perù, ed attraversano il Pacifico: segnalate inondazioni anche sulla costa orientale di Honshu, in particolare a Rikuzen |
29.08.1741 | OSHIMA-OSHIMA | MAR DEL GIAPPONE |
E + FS | Oshima-Oshima è un’isola-vulcano disabitata, situata nella parte sudoccidentale di Hokkaido. Una potente eruzione provoca una grande frana, subaerea e soprattutto sottomarina, sui fianchi del vulcano la quale genera uno tsunami. Le onde, alte fino ad una dozzina di metri, colpiscono con violenza la costa orientale di Hokkaido, da Kumaishi a Matsumae (run-up 6-7 metri). Più a sud giungono anche sul litorale di Honshu (run-up intorno a 5-6 m), ma attraversano anche il Mar del Giappone, fino in Corea (run-up 3-4 m) dove compiono ingenti danni. Circa 2000 le vittime. Il disastro è considerato il peggiore di tutta la storia per l’isola di Hokkaido |
28.10.1746 | CALLAO | PERU’ | T (8.8) |
Il sisma devasta il Perù centrale, in particolare Lima, Callao, Huacho e Chanacay. Grande inondazione a Callao, con onde alte più di 10 metri, numerose barche distrutte, edifici fortemente lesionati, ingressione di alcuni km e diverse vittime. Gravi danni a Pisco, Caballas, Chancay e Guanape. Almeno 4mila morti totali, oscillazioni del livello marino ad Acapulco e Concepcion, in Cile |
25.05.1748 | AIGION | GOLFO DI CORINTO |
T | Un violento sisma genera lo tsunami che, dopo il ritiro del mare, colpisce le coste dell’intero golfo di Corinto, con particolare devastazione nella zona di Aigion dove sono stimati run-up di diversi metri. Segnalate diverse vittime e danni ingenti, con distruzione di porti e barche, anche sul lato settentrionale del bacino |
25.05.1751 | JUAN FERNANDEZ | CILE | T (8.5) |
Il sisma produce gravi danni tra Curicò, Chillàn e Concepcion dove le onde provocano (per la terza volta in 150 anni) grande devastazione, al punto da indurre lo spostamento della città verso l’interno. Le onde, con run-up fino a 4 metri, giungono a Callao (Perù) e nell’arcipelago Juan Fernandez, ad oltre 600 km dalle coste cilene, dove uccidono una trentina di persone |
01.11.1755 | LISBONA | OCEANO ATLANTICO |
T (8.5) |
Epicentro del sisma in Atlantico, nel golfo di Cadice, nella zona di subduzione tra la placca pacifica e quella europea. Tra i maggiori disastri europei degli ultimi 300 anni. Dopo il ritiro del mare, onde alte 6 metri risalgono il Tago ed inondano Lisbona, mietendo un migliaio di morti. Lo tsunami colpisce duramente l’Algarve, con ingressioni fino a 2 km e gravi danni in diversi paesi costieri (Boliqueime, Lagos, Albufeira, Portimao). Inondata anche Cadice. Le onde di 5-6 metri provocano danni anche in Marocco, da Tangeri ad Agadir. Lo tsunami, sia pure con run-up più limitati, giunge fino nel Canale della Manica ed attraversa l’oceano: Madeira (run-up di 2-4 metri), Azzorre, Caraibi, Piccole Antille (3-4 m run-up), Brasile |
31.03.1761 | CADICE | OCEANO ATLANTICO |
T (8.0) |
Un altro forte terremoto, con epicentro nel golfo di Cadice, compie ulteriore devastazione dopo quello del 1755 di cui sembra quasi un “gemello” sia pure molto meno potente. Anche in questo caso infatti le onde, tuttavia con run-up spesso limitati a 1-2 metri, giungono a Lisbona, Cadice, Madeira, Azzorre, Irlanda, Marocco e Barbados |
24.04.1771 | YAEYAMA | RYUKYU | T (8.0) |
Il sisma, con epicentro in mare a sud-est di Ishigaki, connesso alla subduzione tra la placca filippina e quella euroasiatica, colpisce le isole Ryukyu, l’arcipelago più meridionale del Giappone. Lo tsunami seguente, con onde alte anche ben oltre 10 metri, compie grande devastazione sulle isole più a Sud, in particolare Ishigaki e Miyako. La catastrofe provoca oltre 10mila morti, con l’intero arcipelago a lungo spopolato |
05.02.1783 | CALABRIA | STRETTO DI MESSINA |
T (6.9) |
L’evento inizia la più terribile “crisi sismica” della storia italiana. Sisma con epicentro in terraferma, nei pressi di Oppido Mamertina. Intenso tsunami nello Stretto, danni ai porti di Messina e Reggio Calabria. Inondato il litorale a Catona, spiagge allagate a Nicotera (Tirreno) e Roccella (Jonio) |
06.02.1783 | SCILLA | CALABRIA MERIDIONALE TIRRENICA |
FA | Una grande frana, a seguito di una serie di scosse sismiche, si stacca in piena notte dal Monte Pacì, a sud di Scilla, precipitando in mare. Il movimento innesca onde alte fino a 12 metri che travolgono Marina Grande, a Scilla, dove si erano rifugiati gli abitanti del paese dopo il terremoto. Gli sventurati vengono sommersi dalle onde, 1500 morti. Inondate anche la zona di Capo Peloro e le spiagge di Bagnara e Nicotera |
21.05.1792 | SHIMABARA | GIAPPONE MERIDIONALE (KYUSHU) |
E + FA | La violenta eruzione esplosiva del vulcano Unzen provoca il collasso del suo fianco orientale. Un’enorme frana scivola in mare, seppellendo parzialmente la città di Shimabara e generando onde alte fino a 10 metri che devastano le coste della baia di Ariake, in particolare la città di Kumamoto. Circa 15mila le vittime, di cui si stimano 10mila dovute al solo tsunami |
11.04.1819 | COPIAPO’ | CILE | T (8.5) |
Il sisma rade al suolo Copiapò. Segue tsunami, con onde alte fino a 4 metri, che interessa 500 km di costa, devastando il porto e la città di Caldera. Danni anche a Huasco e Constituciòn |
23.08.1827 | AIGION | GOLFO DI CORINTO |
T | Un forte terremoto provoca onde alte fino a 5 metri che colpiscono fortemente la zona costiera di Aigion, con decine di morti e numerose barche trascinate sulla terraferma. Interessata anche la costa settentrionale del golfo |
25.11.1833 | SUMATRA | OCEANO INDIANO |
T (9.0) |
Evento considerato similare, se pur meno potente, a quello del 2004 anche se le notizie su danni e vittime (forse migliaia) sono poco accurate. Epicentro del sisma nei pressi della costa occidentale di Sumatra, non lontano dalle isole Mentawai. Gravemente colpito il litorale sud-occidentale di Sumatra, in particolare la zona di Bengkulu, con run-up superiori ai 2-3 metri. Ricostruzioni scientifiche attestano come le onde abbiano percorso l’intero Oceano Indiano, giungendo, probabilmente con run-up intorno a 1-2 metri, fino alle Maldive, alle Seychelles ed al Madagascar. Interessate anche le coste di Sri Lanka, India ed Australia |
07.12 1833 | YAMAGATA | MAR DEL GIAPPONE (HONSHU) |
T | Un forte terremoto induce onde alte fino a 5 metri che in particolare colpiscono la città di Wajima e la penisola di Noto |
20.02.1835 | TALCAHUANO | CILE | T (8.2) |
Il sisma produce gravi danni e vittime nella zona di Concepcion e Talcahuano. Dopo un grande ritiro del mare, le onde, con run-up fino a 10 metri, colpiscono fortemente la baia di Talcahuano ed in particolare l’isola Quiriquina dove la gran parte degli edifici è distrutta. Inondazione anche a Juan Fernandez |
07.11.1837 | VALDIVIA | OCEANO PACIFICO |
T (8.0) |
Il sisma provoca gravi danni a Valdivia, Osorno e Ancud, ma numero delle vittime contenuto. Segue tsunami con onde alte circa 2 metri ad Ancud ed effetti limitati. Le onde però si propagano nel Pacifico e raggiungono le Hawaii dove, dopo il ritiro del mare, travolgono barche, edifici e persone, in particolare nelle isole di Maui e Hawaii, con run-up fino a 7 metri. Decine i morti, in particolare a Hilo. Lo tsunami arriva anche a Samoa, Tonga e Giappone (Honshu). Per certi aspetti questo tsunami è considerato “gemello” di quello del 1960 |
07.05.1842 | CAP HAITIEN |
HAITI | T (8.1) |
Il sisma provoca circa 5000 vittime in tutta l’isola di Haiti. Dopo il ritiro del mare, segue tsunami, con onde fino a 5 metri, particolarmente violento nella costa settentrionale. Danni ingenti e centinaia di vittime a Port-de-Paix. Segnalate onde di 2-3 metri a Santo Domingo, Isole Vergini ed Antigua, oltre i 10 metri (forse esagerando) a Guadalupa |
23.12.1854 | ANSEI-TOKAI | GIAPPONE CENTRO- MERIDIONALE |
T (8.4) |
Tre forti scosse nel giro di tre giorni interessano mezzo Giappone, da Tokio all’isola di Kyushu. I danni principali si concentrano nella baia di Suruga e nella penisola di Izu, colpite da un grande tsunami, con onde mediamente alte 5-6 metri, localmente anche fino a 10 m. Lo tsunami interessa la costa pacifica nipponica dalla penisola di Boso all’isola di Shikoku. Gravi danni a Shimoda e Iruma, con modifiche permanenti del litorale dovute ad amplificazione locale delle onde per risonanza. Decine di migliaia i morti della catastrofe, un migliaio quelli dovuti al solo tsunami |
09.08.1856 | OMOA | HONDURAS | T (7.5) |
Un forte sisma devasta le coste dell’Honduras e dell’attuale Belize. La scossa provoca danni anche in Guatemala e Giamaica. Dopo il ritiro del mare, le onde, con run-up di almeno 5 metri, invadono circa 500 km di litorale honduregno, con ingressioni anche di alcuni km. Tra le città più colpite Omoa, Puerto Cortes e Trujillo |
06.02.1866 | KETHYRA | IONIO ORIENTALE |
T | Il sisma colpisce duramente l’isola di Kethyra. Segue tsunami con onde alte fino a 8 metri le quali devastano soprattutto il litorale orientale dell’isola, in particolare il villaggio di Avlemonas |
20.09.1867 | GYTHEION | GRECIA MERIDIONALE (PELOPONNESO) |
T | Il sisma colpisce il Peloponneso, con gravi danni e numerosi morti a Gytheion e zone limitrofe. Lo tsunami inonda la costa del golfo di Gytheion, con particolare efficacia nei porti esposti verso sud. Alcune barche trascinante via, molti pesci morti sul litorale. Le onde giungono anche a Zante, Cefalonia (danni a Lixouri), Creta, Kalamata ed alcune Cicladi. Evento non particolarmente catastrofico, ma importante per il suo esemplare sviluppo |
18.11.1867 | ST.THOMAS | PICCOLE ANTILLE |
T (7.5) |
Epicentro del sisma (due scosse a breve distanza) in mare, ad est di Portorico, tra le isole Vieques e St.Thomas, Colpite soprattutto le Isole Vergini, Portorico e le Piccole Antille. Dopo il ritiro del mare, le onde colpiscono dalla Giamaica a Grenada, con run-up fino ad oltre 10 metri, nella parte orientale di Portorico fino a 6 metri. Gravi danni in diversi porti, con barche distrutte, soprattutto a Charlotte Amalie, nell’isola di St. Thomas, e Frederiksted, nell’isola di St. Croix. Antigua, St.Kitts&Nevis, Martinica, St. Vincent, Grenada le altre isole più interessate dal fenomeno. Almeno 50 morti per il solo tsunami |
18.11.1867 | SAINTE-ROSE | GUADALUPA | T + FS | Lo stesso evento precedente (St. Thomas) provoca grande devastazione sull’isola di Guadalupa dove però il sisma induce probabilmente una frana sottomarina che amplifica gli effetti dello tsunami “tettonico”. Difatti, dopo il ritiro del mare, le cittadine di Sainte-Rose e Deshaies, nella parte nord-occidentale dell’isola, sono devastate da onde alte fino a 15 metri, con ingressione di alcuni km |
13.08.1868 | ARICA | OCEANO PACIFICO |
T (8.5) |
Il fortissimo sisma devasta la zona al confine tra Cile e Perù. Rase al suolo Arica, Arequipa, Iquique, Moquegua. Lo tsunami distrugge Arica, con run-up di 14-15 metri, provocando almeno 300 vittime. La costa da Lima a Valdivia subisce danni dalle onde: Pisco, Tambo (500 morti), Chala, Islay, Callao, Iquique (150 morti), Pisagua, Caldera, Valdivia le città più colpite da un evento che interessa tutta la costa sudamericana a sud dell’equatore. Le onde attraversano il Pacifico, giungendo in Nuova Zelanda (run-up di 4-5 m), Hawaii (gravi danni a Hilo, Waiakea, Molokai e Maui), Samoa, Isole Marchesi, Alaska, California, Australia (un metro di run-up a Sydney) e Giappone (3 m di run-up a Hakodate). Almeno diecimila i morti stimati per l’intera catastrofe, causati soprattutto dal sisma |
09.05.1877 | IQUIQUE | OCEANO PACIFICO |
T (8.5) |
Il sisma devasta la regione di Antofagasta ed Iquique in particolare. Le onde, alte fino a 10 metri, colpiscono circa 500 km di costa cilena, da Arica a Mejillones, con ingressioni di diverse centinaia di metri e barche trascinate via. Oltre 2500 vittime. Le onde attraversano il Pacifico: alle Hawaii, dopo il ritiro del mare, gravi danni a Hilo (5 vittime) e Waiakea, con 5 metri di run-up e edifici spazzati via. Alcuni morti anche in Giappone dove viene particolarmente colpita la penisola di Boso. Oscillazioni in Australia (un metro), California, Samoa e Nuova Zelanda |
07.09.1882 | SAN BLAS | PANAMA | T (7.9) |
Il sisma è avvertito dalla Costarica all’Ecuador e provoca danni ingenti a Panama e Colon. Le onde invadono la costa atlantica di Panama, in particolare la parte settentrionale. Gravemente colpito l’arcipelago di San Blas, con run-up fino a 3-4 metri e diverse isole quasi completamente sommerse. Un centinaio le vittime, molte delle quali appartenenti alla tribù indigena Guna |
27.08.1883 | KRAKATOA | STRETTO DELLA SONDA |
E | Il vulcano dell’isola Krakatoa, nello Stretto della Sonda, erutta con un’immensa esplosione che frantuma l’edificio vulcanico, provocando il collasso della sua parte sommitale. L’eruzione genera lo tsunami che produce enorme distruzione sulle coste meridionali di Sumatra (Teluk Betung) con onde alte 22-25 metri e sul litorale settentrionale di Giava (Anjer e Merak) con run-up fino a ben 35 metri. Circa 40mila i morti totali. Oscillazioni, con run-up limitati, vengono registrate in India (Bombay), Sri Lanka (2 metri), Mauritius, Sud Africa, Hawaii, San Francisco, Nuova Zelanda (1.8 m), Australia (1.5 m) e perfino nel Canale della Manica. Gli scienziati attribuiscono queste oscillazioni alla fortissima “onda d’urto” provocata dall’esplosione del vulcano |
13.03.1888 | RITTER | NUOVA GUINEA |
E | Il collasso dell’edificio vulcanico di Ritter Island, tra Nuova Guinea e Nuova Britannia, porta allo scivolamento in mare di circa 5 kmq di detrito. Il movimento genera onde alte decine di metri. Lo tsunami si propaga nello Stretto di Dampier e verso la Nuova Guinea dove si stimano onde alte fino a 8-10 metri, soprattutto nella sua porzione nord-orientale. Nella Nuova Britannia sono segnalate ingressioni fino ad un km e onde di 4-5 metri. Danni anche nelle isole di Sakar, Umboi e Tolokiwa. Stimate centinaia di vittime, anche se le notizie al riguardo sono scarse |
10.07.1894 | ISTANBUL | MAR DI MARMARA |
T (7.3) |
Dopo il ritiro del mare, lo tsunami interessa il Bosforo e l’intera città di Istanbul, con run-up di 3-4 metri. Danni ai moli ed ai ponti, diverse barche trascinate via ed affondate: colpita in particolare la zona di Yesilkoy e l’isola di Heybeli, nella parte nord-orientale del Mar di Marmara. Circa 500 le vittime totali, quasi tutte causa il sisma |
15.06.1896 | MEIJI | GIAPPONE NORD (SANRIKU COAST) |
T (8.0) |
Sisma di tipo “slow”, con rilascio di energia più lento del solito e poco avvertito sulla terraferma. Epicentro in mare, a circa 150 km dalla costa. Tsunami violentissimo, con onde alte fino a 30 metri (Ryori): inondata la costa pacifica da Hokkaido a Sendai (circa 300 km). Evento tra i più catastrofici della storia nippponica: centinaia i villaggi costieri devastati, ben 28mila vittime, 9mila edifici distrutti, 7mila barche affondate. Le onde, causa il terremoto “slow” non avvertito, sorprendono totalmente la popolazione. Lo tsunami attraversa l’Oceano, giungendo alle Hawaii (run-up di 3-4 m, con punte di 9 m) ed in California (1-2 metri di run-up a S. Francisco) |
28.12.1908 | MESSINA | STRETTO DI MESSINA |
T (7.1) + FS (?) |
Disastroso terremoto con epicentro nello Stretto. Messina e Reggio Calabria rase al suolo, almeno 60mila morti: la maggiore catastrofe italiana del Novecento. Dopo il ritiro del mare, le onde colpiscono, con run-up fino a 12 metri (Capo S. Alessio), le coste calabresi e siciliane, con particolare efficacia nelle baie esposte a sud. Gravi danni al porto di Reggio Calabria. Devastazioni a Pellaro, Briga Marina, Scaletta Zanclea. Effetti anche a Catania dove è allagato il porto, oscillazioni a Siracusa e Malta. Alcuni autori associano al sisma una frana sottomarina (nella zona di Giardini Naxos) tale da amplificare gli effetti delle onde |
11.10.1918 | PORTORICO | CARAIBI | T (7.5) |
Epicentro del sisma nel Canale di Mona, tra Hispaniola e Portorico. Lo tsunami, con onde fino a 6 metri di altezza, genera gravi danni e vittime nella costa occidentale di Portorico. Colpiti in particolare i villaggi di Punta Agujereada, Aguadilla e Mayaguez. Oscillazioni avvertite anche nell’attuale Repubblica Dominicana. Circa 150 i morti dovuti al solo tsunami |
18.11.1929 | TERRANOVA | CANADA NORD- ORIENTALE |
T (7.2) + FS | Epicentro del sisma in Atlantico, sulla scarpata continentale ad est dei Grandi Banchi. La scossa, avvertita anche a New York, non provoca danni particolari sulla terraferma né vittime. Dopo il ritiro del mare, nella costa orientale di Terranova (Newfoundland), le onde, alte fino a 8 metri, compiono grande devastazione in diversi villaggi costieri della penisola di Burin. La zona è poco popolata e per questo il numero delle vittime non supera la trentina. Oscillazioni, inferiori al metro, vengono segnalate ad Atlantic City, Bermuda, Martinica, Azzorre e Portogallo. Gli scienziati associano al sisma un’enorme frana sottomarina (volume 200 kmc) che avrebbe contribuito in massima parte all’amplificazione del fenomeno |
23.03.1933 | SANRIKU | GIAPPONE NORD (SANRIKU COAST) |
T (8.4) |
Epicentro del sisma in mare, nel Pacifico, a circa 300 km dalla costa. La scossa non provoca gravi danni sulla terraferma. Al contrario, lo tsunami è potente e colpisce dall’isola di Hokkaido a Sendai. Yoshihama (un migliaio di vittime), Taro (90% degli edifici distrutti) e Ryori (run-up di 23 metri!) le zone più devastate. Almeno cinquemila edifici distrutti, tremila morti. Le onde raggiungono anche le isole Midway e Hawaii ma senza creare danni particolari. Da questo evento nasce in Giappone la “cultura degli tsunami”, con l’istituzione di monitoraggi e la costruzione di vere e proprie dighe “anti-onde” |
26.06.1941 | ANDAMANE | GOLFO DEL BENGALA |
T (8.1) |
Epicentro del sisma ad ovest delle isole Andamane centrali. Il sisma devasta Port Blair mentre lo tsunami, con onde di 2-3 metri, percorre l’intero Golfo del Bengala, portando devastazione in India e Sri Lanka dove si stimano circa 5mila morti. Certamente colpite anche le Nicobare oltre a Bangladesh, Myanmar e Thailandia anche se le notizie su danni e vittime rimangono alquanto labili e scarse |
07.12.1944 | TONANKAI | GIAPPONE CENTRALE (HONSHU) |
T (8.1) |
Epicentro del sisma nel Pacifico, a circa 20 km dalla penisola di Shima. Lo tsunami, con run-up fino a 10 m, colpisce oltre 300 km di costa, da Wakayama a Shizuoka, causando ingenti danni. Le onde, con altezze variabili, interessano anche le isole di Shikoku e Kyushu. Oltre 1200 i morti accertati dalla catastrofe. Oscillazioni del livello marino anche in Alaska e Hawaii |
28.11.1945 | MAKRAN | OCEANO INDIANO |
T (8.0) |
Epicentro del sisma in mare, un centinaio di km al largo di Karachi. Notizie dell’evento scarse, ma stimate onde alte fino a 13 metri sulle coste del Makran, regione oggi al confine tra Pakistan ed Iran. Distrutti porti e villaggi, barche trascinate via. Morti e distruzione nelle città di Pasni ed Ormara, danni anche a Karachi. Colpite pure le coste indiane, con run-up fino a 10 metri: danni e vittime a Mumbai, Danda, Juhu, Versova, Haji Ali. Certamente interessati i litorali di Iran ed Oman (Mascate) anche se non si hanno notizie precise |
01.04.1946 | ALEUTINE | OCEANO PACIFICO |
T (7.4) + FS (?) |
Epicentro del sisma a sud delle Isole Aleutine. Onde devastanti, alte fino a 35 metri, colpiscono l’isola di Unimak, radendo al suolo il faro di Scotch Cap. Lo tsunami porta distruzione alle Hawaii, con run-up fino a 15 metri, in particolare sulle coste settentrionali di ogni isola. Hilo (96 morti) la città più colpita, 159 vittime totali, oltre 500 edifici distrutti. Danni anche alle Isole Marchesi, a Pitcairn (5 m di run-up), sull’Isola di Pasqua (7-8 m), in California (Santa Cruz), Cile (Valparaiso) e perfino Antartide (Winter Island). Causa ancora sconosciuta: possibile sommatoria di effetti legati a sisma (tipo “slow”?) e frana sottomarina |
04.08.1946 | SAMANA’ | HISPANIOLA | T (8.1) |
Epicentro del sisma ad una sessantina di km a nord-est dalla costa dominicana. Lo tsunami, con onde alte 4-5 metri, devasta la costa settentrionale di Hispaniola, in particolare l’area intorno a Matanza e Nagua dove le ingressioni superano il km. Oscillazioni del livello marino, più o meno ampie, vengono avvertite a Porto Rico, Bermuda e Florida. Oltre 2500 vittime, la maggior parte delle quali dovute allo tsunami |
05.11.1952 | SEVERO-KURILSK | KAMCHATKA | T (8.8) |
Epicentro del sisma nel Pacifico, al largo della Kamchatka, nell’allora Unione Sovietica, in una zona scarsamente popolata. La città più colpita dalle onde è Severo-Kurilsk, nell’isola Paramushir, arcipelago delle Kurili: run-up di 8-9 metri, ingressione di un km, circa 2000 vittime. Capo Lopatka (Kamchatka meridionale, run-up 15 metri) e l’isola di Shumshu (7-9 m) le altre zone con gravi danni. Le onde attraversano l’oceano: alle Midway (run-up 3 m) è allagato l’aeroporto, alle Hawaii (3-4 m) vengono inondate spiagge e strade, con la popolazione messa in salvo dall’allarme delle autorità. Oscillazioni inferiori al metro si registrano in Alaska, California, Perù e Cile |
09.07.1956 | AMORGOS | CICLADI | T (7.8) + FS |
Lo tsunami più forte dell’ultimo secolo nell’Egeo. Epicentro del sisma a sud di Amorgo, nelle Cicladi. Le onde raggiungono varie isole, con run-up diversi, legati anche a probabili frane sottomarine innescate dalle varie scosse sismiche che portano ad amplificare localmente gli effetti. La zona più colpita è la parte meridionale di Amorgo, con run-up anche oltre i 10 metri. Ad Astypalaia (Stampalia) onde di 8-10 m, a Folegandros (Policandro) 12-14 m. Onde di 2-3 metri a Santorini, Nasso ed Anafio; a Creta e Turchia di 1.5-2 m. Una sessantina di vittime, quasi tutte legate al sisma |
09.07.1958 | LITUYA BAY | ALASKA | T (8.3) + FA |
Il sisma innesca il movimento di un’enorme frana lungo la sponda orientale della baia di Lituya, nell’Alaska orientale. Lo scivolamento in mare della massa detritica provoca onde alte addirittura 500 metri, record assoluto per un megatsunami. La baia è semideserta: per questo le vittime della catastrofe sono solo cinque. La morfologia della baia, simile ad un fiordo e con una stretta imboccatura verso il mare aperto, provoca il confinamento delle onde all’interno della baia stessa. L’evento è esemplare per le conseguenze provocate dallo scivolamento di una frana subaerea in uno specchio d’acqua |
22.05.1960 | CILE | OCEANO PACIFICO |
T (9.5) |
Il terremoto più forte mai registrato sul nostro pianeta (rasa al suolo la zona intorno a Valdivia, in Cile) provoca un grande tsunami per tutto il Pacifico. Le onde, alte fino a 20 metri, devastano Valdivia (con ingressione di 3 km) e la costa cilena da Concepcion a Chiloè. Gravi danni alle isole Marchesi, a Pitcairn (run-up di 12 m), alle Samoa. Devastate Hilo, nelle Hawaii, con 61 morti ed Ofunato, in Giappone (52 vittime). Diverse barche lesionate nei porti americani, dall’Alaska alla California, in particolare a Crescent City ma anche a Los Angeles. Danni pure in Kamchatka e perfino nell’Artico |
09.10.1963 | VAJONT | LONGARONE | FA | Un’enorme frana (250 milioni di mc) si stacca dal Monte Toc e precipita nel sottostante lago del Vajont, realizzato (con gravi noncuranze dei rischi connessi) a scopi idroelettrici. Il movimento genera un’ondata altissima (di oltre 200 metri) che supera la diga di contenimento, riversandosi nella valle sottostante. La cittadina di Longarone è annientata, l’intera valle (fino a Belluno) devastata. Oltre 1900 vittime |
27.03.1964 | ALASKA | OCEANO PACIFICO |
T (9.2) |
Epicentro del fortissimo sisma in mare, nel golfo Prince William Sound dove si registrano i danni principali dello tsunami, con run-up fino a 27 metri (Chenega). In alcuni casi lo scivolamento in mare di frane amplifica le onde che raggiungono 40 metri di altezza (Valdez). Devastate anche Whittier e Seward, danni ingenti nella penisola di Kenai e sull’isola di Kodiak. Danni in diversi porti di Canada ed USA: isola di Vancouver, Oregon, Newport Beach (4 morti), Crescent City (devastata, 11 vittime), S. Francisco e Los Angeles (3 metri di run-up). Segnalate oscillazioni anche alle Hawaii e Micronesia |
17.08.1976 | MORO | FILIPPINE | T (8.0) |
Epicentro del sisma nel Golfo di Moro, a sud dell’isola di Mindanao la cui costa meridionale, dopo il ritiro del mare, è devastata da onde alte 5-6 metri che travolgono i miseri villaggi di palafitte, tipici dell’area. Circa 500 i km di litorale interessati, da Zamboanga a Cotabato oltre all’arcipelago di Sulu. Circa ottomila le vittime totali, di cui il 90% provocato dallo tsunami |
18.05.1980 | SPIRIT LAKE | MT. ST. HELENS |
E | Il collasso dell’edificio vulcanico, provocato da un’enorme esplosione, genera un ammasso franoso che precipita nello Spirit Lake. Si formano così onde altissime, fino a 200 metri, che devastano le sponde del bacino, continuando il moto di flusso e riflusso per diverso tempo. Fortunatamente l’area è disabitata, ma il paesaggio circostante il lago viene totalmente devastato |
12.12.1992 | FLORES | INDONESIA | T (7.5) + FS |
Epicentro del sisma in mare, tra le isole Celebes e Flores. Dopo il ritiro del mare, le onde, con run-up medio di 3 metri, colpiscono il lato nord di Flores, con particolare violenza nella zona di Maumere. Interi villaggi spazzati via, con barche trascinate lontano e blocchi di corallo trasportati a riva. Danni e vittime anche nelle isole di Babi e Kalootoa. In diverse zone le frane sottomarine incrementano gli effetti. Le onde, sia pure con run-up limitati, raggiungono anche Celebes. Almeno duemila i morti, molti dei quali dovuti allo tsunami |
12.07.1993 | OKUSHIRI | MAR DEL GIAPPONE |
T (7.7) |
Epicentro del sisma nel Mar del Giappone, al largo delle coste meridionali di Hokkaido. Dopo pochi minuti dalla scossa, le onde, alte fino ad una trentina di metri, devastano l’isola di Okushiri, in particolare la zona di Monai. Lo tsunami, con run-up di 3-4 metri, raggiunge anche le coste settentrionali di Honshu (Akita), la penisola di Kamchatka e la Corea. Circa 230 vittime |
17.07.1998 | AITAPE | PAPUA NUOVA GUINEA |
T (7.0) + FS | Epicentro del sisma nel Pacifico, vicino all’estuario dell’Arnold River. Le onde, con run-up fino a 15 metri ma generalmente intorno a 5 m, colpiscono la zona della laguna di Sissano, un litorale pianeggiante, con villaggi spesso di capanne. Circa duemila le vittime della catastrofe, causata da una frana sottomarina indotta dal sisma |
26.12.2004 | SUMATRA | OCEANO INDIANO |
T (9.2) |
Lo tsunami che ha provocato il maggior numero di vittime (circa 230mila) di tutta la storia. Epicentro del sisma in mare, tra Simeulue e Sumatra. Dopo il ritiro del mare, le onde, alte fino a 30 metri, devastano le coste settentrionali di Sumatra e poi attraversano l’intero Oceano Indiano, senza che nessuno lanci l’allarme, provocando distruzione in una quindicina di stati, con ingressioni anche di due km. Oltre all’Indonesia (ben 170mila vittime), gravi danni in Sri Lanka (35mila morti), India (18mila), Thailandia (8mila), Myanmar (500), Andamane, Maldive (100), Malesia, Seychelles, Bangladesh. Lo tsunami raggiunge anche le coste arabiche e provoca vittime pure in Africa, soprattutto in Somalia (300) ma anche in Tanzania e Sud Africa (run-up di 1-2 metri). Grazie ai media il disastro diventa “globale” ed il mondo impara a conoscere, finalmente, la potenza distruttiva di uno tsunami |
11.03.2011 | FUKUSHIMA | GIAPPONE NORD |
T (9.0) |
Epicentro del sisma nel Pacifico, a circa 70 km dalla penisola di Oshika. Nonostante l’allarme, le onde generano morte e distruzione. La costa settentrionale di Honshu è devastata, con run-up mediamente di 4-6 metri ma con punte ben oltre i 10 metri e fino a 40 m. La piana di Sendai è allagata, con ingressione di 10 km ed aeroporto distrutto. Tra le città inondate Ofunato, Kuji, Miyako, Otsuchi, Yamada, Onagawa e l’intera Sanriku Coast. Circa 18mila le vittime. Le onde attraversano il Pacifico, generando gravi danni in alcuni porti di Canada, Oregon e California. Segnalate oscillazioni e lievi danni alle isole Midway e Hawaii. Alcune località costiere in Perù (1.5 m di run-up) e Cile (3 m) subiscono danni significativi. Filippine, Indonesia e Nuova Zelanda segnalano lievi variazioni del livello medio marino. Il disastro è ampliato dal famoso incidente occorso alla centrale nucleare di Fukushima |
BIBLIOGRAFIA
- Altinok Y. et alii, Historical Tsunamis in the Sea of Marmara, ITS 2001 Proceedings, Session 4, Number 4-2, pp. 527-534, 2001
- Altinok Y. et alii, Revision of the Tsunami Catalogue Affecting Turkish Coasts and Surrounding Regions, Nat. Hazards Earth Syst. Sci., 11, pp. 273-291, 2011
- Baptista M.A. e Miranda J.M., Revision of the Portoguese Catalog of Tsunamis, Nat. Hazards Earth Syst. Sci., 9, pp. 25-42, 2009
- Dominey-Howes D.T.M., Papadopoulos G.A., Dawson A.G., Geological and Historical Investigation of the 1650 Mt. Columbo (Thera Island) Eruption and Tsunami, Aegean Sea, Greece, Natural Hazards 21, pp. 83-96, 2000
- Dominey-Howes D.T.M., Geological and Historical Records of Tsunami in Australia, Marine Geology 239, pp. 99-123, 2007
- Jimenez C. et alii, Seismic Source of 1746 Callao Earthquake from Tsunami Numerical Modeling, Journal of Disaster Research, Vol. 8, No. 2, pp. 266-273, 2013
- Kaabouben F. et alii, On the Moroccan Tsunami Catalogue, Nat. Hazards Earth. System Sciences, 9, pp. 1227-1236, 2009
- Kortekaas S. et alii, Geological Identification of Historical Tsunami in the Gulf of Corinth, Central Greece, Nat. Hazards Earth System Science, 11, pp. 2029-2041, 2011
- Lander J.F., Whiteside L.S., Lockridge P.A., A Brief History of Tsunamis in the Caribbean Sea, Science of Tsunami Hazards, Vol. 20, No. 1, 2002
- Lander J.F., Whiteside L.S., Lockridge P.A., Two Decades of Global Tsunami 1982-2002, Science of Tsunami Hazards, Vol. 21, No. 1, 2003
- Lander J.F. e Lockridge P.A., United States Tsunamis 1690-1988, US Department of Commerce, 1989
- Okal E.A. e Synolakis C.E., Far-Field Tsunami Hazard from Mega-thrust Earthquakes in the Indian Ocean, Geophys. J. Int., 172, pp. 995-1015, 2008
- Okal E.A. et alii, The 1956 Earthquake and Tsunami in Amorgos, Greece, Geophys. J. Int., 178, pp. 1533-1554, 2009
- Papadopoulos G.A. et alii, Tsunami Hazards in the Eastern Mediterranean: Strong Earthquakes and Tsunamis in the East Hellenic Arc and Trench System, Nat. Hazards Earth System Sciences, 7, pp. 57-64, 2007
- Papadopoulos G.A. e Fokaefs A., Strong Tsunamis in the Mediterranean Sea: a Re-Evaluation, ISET Journal of Earthquake Technology, Paper No. 463, Vol. 42, N. 4, pp. 159-170, 2005
- Papadopoulos G.A. et alii, Tsunami Hazard in the Black Sea and the Azov Sea: a New Tsunami Catalogue, Nat. Hazards Earrth Syst. Sci., 11, pp. 945-963, 2011
- Pararas-Carayannis G., Catalog of Tsunami in Hawaii, World Data Center A for Solid Earth Geophysics, 1977
- Salamon A. et alii, Tsunami Hazard Evaluation of the Eastern Mediterranean: Historical Analysis and Selected Modeling, Bulletin of the Seismological Society of America, Vol. 97, No. 3., pp. 705-724, 2007
- Satake K., Volcanic Origin of the 1741 Oshima-Oshima Tsunami in the Japan Sea, Earth Planet Space, 59, pp. 381-390, 2007
- Saway Y. et alii, Marine Incursions of the past 1500 Years and Evidence of Tsunamis at Suijin-numa, a Coastal Lake Facing the Japan Trench, The Holocene 18, 4, pp. 517-528, 2008
- Tinti S. e Maramai A., Catalogue of Tsunamis Generated in Italy and in Cote d’Azur, France: a Step towards a Unified Catalogue of Tsunamis in Europe, Annali di Geofisica, Vol. XXXIX, N.6, 1996
- Ward S.N. e Day S., Ritter Island Volcano – Lateral Collapse and the Tsunami of 1888, Geophys. J. Int., 154, pp. 891-902, 2003
- Zahibo N. e Pelinovsky E.N., Evaluation of Tsunami Risk in the Lesser Antilles, Natural Hazards and Earth System Sciences, 1, pp. 221-231, 2001
- www.meteoweb.eu: sezione “Tsunami nel Mondo” e “Tsunami in Italia”
- www.drgeorgepc.com
- www.wikipedia.org