La piccola isola emersa al largo della costa di Gwadar a seguito del terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito ieri il Pakistan, potrebbe essere solo “un castello di fango poggiato sul fondo marino“: lo riferisce Gianluca Valensise, sismologo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) italiano. Il sismologo ha spiegato che l’isola, spuntata a 400 chilometri dall’epicentro, non puo’ essere un effetto diretto della deformazione causata dal sisma, che di solito agisce solo sulla crosta terrestre piu’ prossima.
“E’ un’isola effimera“, afferma il sismologo, “come l’isola Ferdinandea in Sicilia, anche se la genesi e’ diversa“. L’isola Ferdinandea e’ la bocca di un vulcano emerso tra Sciacca e l’isola di Pantelleria a seguito di un eruzione nel 1813: anche in questo caso, la piccola terra emersa va e viene in base alla marea, e non si tratta di una vera e propria isola. Nel caso della terra emersa a Gwadar, Valensise spiega che “si tratta di un fenomeno raro e non ci sono molti studi, ma si puo’ affermare che nel sottosuolo, a bassa profondita’, ci siano sedimenti che si sono liquefatti, e con le sovrapressioni del terremoto sono usciti fuori“. Nemmeno uno scoglio, quindi, ma solo sedimenti che il mare potrebbe portare via in pochi giorni. Secondo Valensise un fenomeno simile non e’ mai accaduto nel Mediterraneo, ma ce ne sono altri esempi nel mare Indiano: altre isole di fango sono apparse in Azerbaijan (1902), a Sumatra (2004) e a Makran (1945, 2001), probabilmente a causa di fondali marini bassi e condizioni di pressione particolari. La nuova isola di fango, a largo del porto di Gwadar, nel mar d’Arabia, e’ alta tra i quattro e gli otto metri e lunga tra i 50 e i 100 metri. L’epicentro del terremoto si trova nel distretto pakistano di Awaran, al confine con l’Iraq. Il bilancio delle vittime finora e’ di 327 morti: il sisma e’ il piu’ grave del Paese dopo quello del 2005 che fece 75.000 morti.