Di seguito la nota-denuncia diffusa dal “REPTILE HUNTER TEAM”:
Piu’ di 20 anni per crescere, meno di 20 minuti per morire. E’ uno slogan contro gli incendi che allude alla vita degli alberi. Tuttavia oggi possiamo utilizzarlo in riferimento ad una vittima “minore” degli incendi, una vittima innocente la cui morte cruenta e dolorosa non da nell’occhio e non fa rumore, poichè nessuno ne parla, poichè nessuno la vede, nonostante lei da sempre abiti in quel prato, bruchi la solita erba e deponga sotto il solito albero. Ci riferiamo alla Testudo hermanni, meglio nota come “Tartaruga di terra”, l’animale che quasi tutti i nostri nonni custodivano gelosamente in giardino, presente in ogni angolo della nostra amata e disgraziata terra, che oggi si trova inserito nella red list delle specie minacciate dall’estinzione. Questa mattina nei pressi di Pizzo Calabro (VV) in Calabria, durante un escursione fotografica con il Team, siamo stati attirati da una sinistra puzza di decomposizione in una radura adiacente al mare e ci siamo così ritrovati di fronte ad uno spettacolo degno di un film di Romero.
Decine di tartatughe morte carbonizzate in una striscia di terra di neanche un km. Animali famosi per la loro longevità, che sono sopravvissuti per decenni a tutte le condizioni climatiche, ma che nulla hanno potuto di fronte alla crudeltà umana che le ha condannate alla piu’ atroce delle morti. Molte delle quali erano femmine adulte di piu’ di 20 anni di vita e trovandoci nel pieno del periodo delle schiuse, facendo qualche calcolo su deposizioni medie, il numero dei decessi potrebbe essere superiore alle 100 unità, considerando anche i piccoli morti sottoterra per ipertermia prima ancora avessero potuto ammirare la luce del sole. Un danno irreparabile che si ripete per il terzo anno di seguito, in una terra dove ancora oggi nel 2013 i pastori regnano sovrani e gli incendi per favorire la ricrescita di nuove sterpaglie da far brucare alle pecore sono all’ordine del giorno. La nostra cara tartaruga di terra è protetta dalla Convenzione di Berna, è inclusa nella CITES ed è giustamente vietato il prelievo in natura e la detenzione non regolamentata da apposite documentazioni. Tuttavia questa ennesima strage, lasciando da parte ipocrisia e falsi moralismi, ci spinge a domandarci, se non sarebbe piu’ redditizio che le guardie
Piu’ di 20 anni per crescere, meno di 20 minuti per morire. E’ uno slogan contro gli incendi che allude alla vita degli alberi. Tuttavia oggi possiamo utilizzarlo in riferimento ad una vittima “minore” degli incendi, una vittima innocente la cui morte cruenta e dolorosa non da nell’occhio e non fa rumore, poichè nessuno ne parla, poichè nessuno la vede, nonostante lei da sempre abiti in quel prato, bruchi la solita erba e deponga sotto il solito albero. Ci riferiamo alla Testudo hermanni, meglio nota come “Tartaruga di terra”, l’animale che quasi tutti i nostri nonni custodivano gelosamente in giardino, presente in ogni angolo della nostra amata e disgraziata terra, che oggi si trova inserito nella red list delle specie minacciate dall’estinzione. Questa mattina nei pressi di Pizzo Calabro (VV) in Calabria, durante un escursione fotografica con il Team, siamo stati attirati da una sinistra puzza di decomposizione in una radura adiacente al mare e ci siamo così ritrovati di fronte ad uno spettacolo degno di un film di Romero.
Decine di tartatughe morte carbonizzate in una striscia di terra di neanche un km. Animali famosi per la loro longevità, che sono sopravvissuti per decenni a tutte le condizioni climatiche, ma che nulla hanno potuto di fronte alla crudeltà umana che le ha condannate alla piu’ atroce delle morti. Molte delle quali erano femmine adulte di piu’ di 20 anni di vita e trovandoci nel pieno del periodo delle schiuse, facendo qualche calcolo su deposizioni medie, il numero dei decessi potrebbe essere superiore alle 100 unità, considerando anche i piccoli morti sottoterra per ipertermia prima ancora avessero potuto ammirare la luce del sole. Un danno irreparabile che si ripete per il terzo anno di seguito, in una terra dove ancora oggi nel 2013 i pastori regnano sovrani e gli incendi per favorire la ricrescita di nuove sterpaglie da far brucare alle pecore sono all’ordine del giorno. La nostra cara tartaruga di terra è protetta dalla Convenzione di Berna, è inclusa nella CITES ed è giustamente vietato il prelievo in natura e la detenzione non regolamentata da apposite documentazioni. Tuttavia questa ennesima strage, lasciando da parte ipocrisia e falsi moralismi, ci spinge a domandarci, se non sarebbe piu’ redditizio che le guardie
forestali concentrassero il grosso delle loro forze per debellare gli incendi, usando il pugno duro per punire a dovere i responsabili, evitando dato anche il periodo di crisi, di distribuire sanzioni salatissime a chi commette reati minori, come i cercatori di funghi privi di tesserino, una vecchietta che detiene amorevolmente a casa propria da 50 anni una tartaruga o ancora un bambino che vedendone una sul ciglio della strada, la porta innocentemente al sicuro nel proprio giardino e pur commettendo un reato, compie un grandissimo atto d’amore.
Concludiamo augurandoci di non dover assistere mai piu’ a simili spettacoli e invitiamo la cittadinanza a rompere il muro di ignavia e di omertà collaborando con le forze dell’ordine per segnalare incendi e denunciare piromani.