Salute: cefalea colpisce 10% bimbi italiani, colpa di abitudini alimentari e ritmo sonno-veglia errati!

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 Carmelo Eros Malara, neurologo e organizzatore del congresso Anircef (Associazione per la Ricerca nelle Cefalee) in corso a Sarnico (Bg) in occasione della 5° giornata Anircef in Lombardia, e intitolato ‘Le eta’ della cefalea’, afferma  all’Adnkronos Salute che  non fare colazione al mattino prima di andare a scuola, fare sonnellini pomeridiani prolungati e stare molte ore davanti al pc o ai videogiochi sono le cause più frequenti di mal di testa in età scolare, un disturbo che colpisce il 10% dei bambini italiani, e che basta abituarli a fare regolarmente il primo pasto della giornata, per ridurre del 30% gli episodi di cefalee.  Il mal di testa, raro prima dei 4 anni, e’ uno dei disturbi piu’ frequenti dell’infanzia e dell’adolescenza, con un picco che in genere si presenta in entrambi i sessi attorno a 13 anni. Quasi un bambino su 4 puo’ soffrirne piu’ volte all’anno e la tendenza sembra in aumento, soprattutto considerando anche i mal di testa sporadici, come quelli che si verificano nel corso di rialzo febbrile, ad esempio quando il bimbo ha l’influenza. A differenza di quanto avviene nell’adulto, finche’ non arriva la prima mestruazione maschi e femmine ne sono colpiti in egual misura: il rischio generale di cefalea fra i due sessi in eta’ scolare e’ infatti pressoche’ sovrapponibile: il 10% circa ha episodi di cefalea ricorrenti. Fra i 12 e i 17 anni, invece, soffre di cefalea il 56% dei ragazzi e ben il 74% delle ragazze, che manterranno poi questo triste primato fino alla menopausa. “Nei confronti dei bambini che soffrono di mal di testa e’ necessaria un’attenzione particolare – spiega all’Adnkronos Salute l’esperto – e capire che in molti casi non si tratta del classico ‘capriccio’ perche’ non vogliono andare a scuola: il fenomeno esiste davvero, anche se in maniera meno consistente rispetto all’eta’ adulta. E un ampio studio dell’Anircef ha dimostrato che le abitudini alimentari sbagliate e un ritmo sonno-veglia non equilibrato possono influire moltissimo sull’insorgenza del problema”. Pochi studi validi – evidenzia l’Anircef – hanno seguito l’evoluzione dei bambini cefalalgici fino alla vita adulta, ma buona parte degli adulti che soffrono di mal di testa, soprattutto se di sesso femminile, avevano cominciato a presentarlo prima della puberta’. Questo testimonia l’importanza di una diagnosi precoce, sia per evitare che il problema si cronicizzi, sia per prevenire le cosiddette comorbidita’, cioe’ le altre malattie che nel corso della vita sembrano associarsi alla cefalea, soprattutto se questa era gia’ presente nell’eta’ dello sviluppo. Il consiglio per i genitori e’ innanzitutto quello “di tentare di cambiare le abitudini di vita sbagliate dei bambini – evidenzia Malara – spingendoli a evitare sonni prolungati durante il pomeriggio e ‘nottate’ davanti al computer, e inoltre di non ignorare il problema, consultando subito il pediatra di base o uno specialista. No alle mamme che soffrono loro stesse di mal di testa e che somministrano ai loro figli i farmaci che considerano piu’ efficaci: l”over-use’ di analgesici (fino a 4 alla settimana in molti casi) genera un abbassamento della soglia del dolore che espone a malesseri ancora maggiori. E non considerare il mal di testa come la ‘scusa’ del lunedi’ per saltare la scuola: e’ piu’ facile che un bambino soffra di cefalea a inizio settimana per il carico maggiore di informazioni che il suo cervello assorbe in classe e per l’alterazione del ritmo-sonno veglia” rispetto a quello del week end.

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