Metti un ragazzo romano, di 40 anni, sulla riva del lago Kakià Lagada nell’isola greca di Kythera in compagnia della sua fidanzata che presto diventerà sua moglie. Oltre all’amore, condividono la passione per la fotografia, per l’ambiente e per la natura: vogliono immortalare il cielo notturno, fare degli scatti astronomici lì dove l’inquinamento luminoso è completamente assente. E poi, però, si ritrovano a scattare con gli obiettivi rivolti verso il basso anziché verso il cielo, perché restano ammaliati da un fenomeno affascinante e rarissimo: la bioluminescenza.
Già lo conoscevano, da appassionati di scienza e natura, ma poterlo ammirare dal vivo è tutta un’altra cosa, “un’emozione straordinaria“. Poco importa se quei ragazzi sono Simone Arrigoni, pluriprimatista mondiale di apnea, e la sua compagna Michela Cecconi. Questa non è una storia di successi sportivi o di medaglie conquistate in competizioni atletiche. E’ la storia di un ragazzo campione non solo sott’acqua, ma anche nella vita. Dopotutto parliamo del socio onorario e testimonial dell’Associazione ONLUS “Centro Studi Cetacei“, a riprova del suo grande amore nei confronti di delfini e natura.
LA STRAORDINARIA ESPERIENZA DI KYTHERA – Su MeteoWeb ne abbiamo già parlato in quest’articolo di una settimana fa. Adesso abbiamo le fotografie (a corredo dell’articolo) realizzate da Simone e Michela sulla riva del lago Kakià Lagada. Si capisce subito che non sono scattate da un novellino: “la fotografia è una delle mie più grandi passioni fin da quando ero bambino, anche la mia ragazza è appassionatissima” confida ai nostri microfoni proprio Simone, che sta partecipando ad alcuni concorsi fotografici internazionali. “Quella sera siamo andati in questo laghetto che si affaccia sulla spiaggia di quest’isola dietro un Canyon bellissimo, per fare delle foto astronomiche notturne. C’era un po’ di vento che si incanalava in questo canyon e si creavano delle piccole onde nell’acqua del lago; mentre montavamo l’attrezzatura fotografica abbiamo notato che queste onde si illuminavano, allora abbiamo buttato un sasso nel laghetto e a quel punto è stato bellissimo, si è illuminato tutto. Poi i pesciolini che erano intorno, disturbati da questo sasso, hanno iniziato a nuotare e muovendosi hanno determinato queste scie luminose straordinarie. E’ stata un’emozione davvero incredibile, la natura sa regalarci momenti davvero straordinari. Io in quest’isola c’ho il cuore, ci vado da 15 anni e ho iniziato a fare apnea per la morte di mio cugino che è avvenuta proprio in quest’isola, allora ne abbiamo parlato a tutti. E’ un fenomeno straordinario che qui non s’era mai verificato prima, o almeno non era stato documentato. Sto testimoniando il fatto a molti esperti che mi chiedono informazioni utili, e da quello che ho capito è molto raro nel Mediterraneo, sono felicissimo di aver vissuto qualcosa di così bello. Nel 1988 avevo avuto un’esperienza simile in Turchia in un’immersione notturna, avevo una torcia, e quando la spegnevo rimaneva tutta la fascia illuminata anche dopo che avevo chiuso la luce, ma era un discorso diverso. Invece stavolta è stato fantastico. Abbiamo provato a mettere le mani in acqua e si accendevano tutte queste lucine, se muovevamo tanto le mani diventava un corpo unico illuminato da un colore molto intenso. Un’esperienza davvero fantastica, tra le più emozionanti della mia vita“.
COS’E’ LA BIOLUMINESCENZA – Si tratta di un raro fenomeno naturale, causato probabilmente da un particolare tipo di plancton che, sollecitato dal movimento, emette una luce di un intenso colore verde-azzurro, chiaramente visibile all’occhio nudo ma difficile da registrare con gli apparecchi fotografici, tanto che sono state necessarie lunghe esposizioni per imprimere gli straordinari bagliori del lago greco, che in foto virano verso le tonalità del blu. L’evento si osserva in genere per brevi periodi all’anno nelle calde acque dei mari o laghi costieri tropicali e subtropicali, come alle Maldive, in California e nei Gippsland Lakes in Australia, e può essere considerato una vera rarità per la zona del Mediterraneo. Responsabili di questa meraviglia della natura sono più diffusamente dei particolari protozoi, detti dinoflagellati (soprattutto le specie Lingulodinium polyedrum e Noctiluca scintillans), che in alcuni casi hanno la peculiarità di generare chemiluminescenza, osservabile su larga scala solo quando le condizioni ambientali permettono a questi microrganismi di proliferare abbondantemente nell’acqua salata o salmastra (a volte al punto tale da generare le cosiddette “maree rosse”). Gli studiosi ritengono che alcune specie di dinoflagellati abbiano sviluppato proprietà bioluminescenti come sistema di difesa dai predatori; con la luce, infatti, essi potrebbero spaventare un eventuale predatore o attrarre specie più grandi che si nutrirebbero del loro nemico naturale. L’ipotesi più accreditata sostiene che il bagliore sarebbe generato da una sorta di canale posto all’interno di questi protozoi, che permette il passaggio esclusivo di protoni. Quando stimolato dagli impulsi elettrici inviati dai movimenti delle acque circostanti, il canale si aprirebbe, innescando una serie di reazioni chimiche che produrrebbe la luce verde-azzurra.