Terremoti: accordo Italia-Israele, studio su storia e archeologia per prevenirli

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Lo studio dei livelli di sismicita’ di alcune zone del mondo puo’ avvalersi talvolta anche dell’archeologia e della documentazione storica. Questo il punto di partenza di una conferenza bilaterale sullo studio dei terremoti in terre antiche (‘Dagli Appennini al Levante’) apertasi oggi nel Kibbutz Maagan (Tiberiade): proprio in una zona altamente sismica, il ‘great rift valley’. Organizzato col sostegno dell’Ambasciata di Italia in Israele, il simposio vedra’ nei prossimi giorni 10 esperti italiani confrontarsi con i loro colleghi israeliani. Questo convegno rappresenta una occasione per studiosi da diverse Universita’ e Centri di ricerca dei due Paesi per confrontare le conoscenze e in particolare la straordinaria quantita’ di dati raccolti sui terremoti che hanno caratterizzato i rispettivi Paesi. I loro risultati potrebbero rivelarsi utili anche per altre aree nel mondo che non dispongono di una quantita’ di dati altrettanto ricca. La paleosismologia, ovvero la comprensione dei terremoti tramite l’approccio geologico, per essere efficace deve pertanto essere strettamente legata alla comprensione della storia e dell’ archelogia di luoghi antichi sovrapponendola a casi di terremoti piu’ recenti. La sfida e’ dunque quella di poter arrivare in futuro ad una mappatura piu’ precisa delle zone a rischio sismico e ad una mitigazione del rischio. Corganizzato dal Prof. Michetti dell’Universita’ dell’Insubria e dal Prof. Agnon dell’Universita’ Ebraica di Gerusalemme il convegno prevede anche un giorno di studio in siti archeologici israeliani presso il Lago di Tiberiade. Il Simposio scientifico e’ il nono organizzato dall’Ambasciata d’Italia in Israele grazie all’Accordo bilaterale industriale, scientifico e tecnologico esistente tra Italia e Israele.

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