Soltanto dieci ore prima, nella mattina di ieri, un altro terremoto (magnitudo 4.0) era stato registrato 66 km a SE dell’isola di Karpathos (Scarpanto), nel mar Egeo. L’8 settembre invece un sisma di magnitudo 5.0 si è verificato 30 km a sud dell’isola di Creta, al largo di Pyrgos. Nessuno di questi terremoti ha prodotto danni a persone o cose, ma ha richiamato l’attenzione sul forte rischio sismico presente nell’area del Mediterraneo orientale, dove la possibilità di terremoti distruttivi con magnitudo superiore a 7.0 è alta.
L’area del Mediterraneo è sismicamente molto attiva, per via del movimento verso nord della placca Africana rispetto a quella Eurasiatica, lungo un margine tettonicamente molto complesso. I tassi e le modalità di convergenza fra le due placche non sono omogenei, e le aree con l’attività sismica più forte sono quelle della Grecia meridionale, della Turchia occidentale e della Calabria. È qui che si verificano i terremoti più distruttivi e dove l’attività sismica è più intensa.