Mentre la terra tremava a causa della scossa magnitudo 7.8 nell’entroterra pakistano, gli abitanti della costa di Gwadar hanno visto sorgere dal nulla un’isola al largo, nel mare Arabico.
Gli abitanti più anziani hanno raccontato che questo evento è un déjà vu: “un terremoto del 1968 aveva già provocato la nascita di un’isola comparsa anch’essa dal nulla; è rimasta sull’orizzonte per circa un anno, poi è svanita” ha raccontato Ali Mohammad ad NBC News. L’isola era stata qualificata dal British Indian Geological Survey come “abbastanza grande da permettere alle persone di attraccare con le barche e camminarci sopra.”
I sismologi difatti sospettano che l’isola non sia altro che una formazione temporanea dovuta ad un “vulcano di fango“, che ha eruttato fango misto a sabbia ed acqua, giunti fino in superficie mentre il sisma agiva al di sotto del fondale oceanico.
“Gli strati di sabbia sotterranei vengono smossi, e si compattano,” sostiene John Armbruster, un sismologo del Lamont Doherty Earth Observatory, Columbia University. Gli strati di sabbia così compatti sopportano la pressione dell’acqua che li spinge poi verso l’alto portando con sé fango, sabbia e l’acqua stessa.
In genere questi fenomeni hanno luogo a seguito di forti terremoti, di magnitudo 7-8. La distanza dall’epicentro è però “soprendente,” dichiara Armbruster, “considerando anche la suscettibilità dei sedimenti.”
E’ chiaro che entrambe le isole “non sono state generate perché la terra era compressa dal terremoto,” continua il geologo statunitense. “E’ più probabile che sia un effetto secondario dello spostamento di sedimenti.” Concorda inoltre con l’ipotesi del vulcano di fango ma non crede che sia necessario un evento sismico per dare vita ad un evento del genere: “Esistono vulcani di fango a Yellowstone che non sono stati innescati da terremoti,” conclude.