Vajont: mostra a Longarone su 100 anni di terremoti in Italia

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Una piattaforma mobile che riporta alle 3.32 del 6 aprile 2009 a L’Aquila, che da’ l’esatta sensazione di cosa possa aver provato una persona che si trovava al momento della scossa al quinto piano di un condominio in centro citta’. E’ uno degli elementi che compongono la mostra sui “Terremoti d’Italia” allestita dalla Protezione civile nei padiglioni della Fiera, a Longarone, nel quadro della tre giorni di manifestazioni per i 50 anni dal disastro del Vajont, del 9 ottobre 1963 che causo’ 1.910 vittime. Fra i vari oggetti, pannelli espositivi, modelli costruttivi ed elementi didattici, presenti nella mostra, la piattaforma mobile offre la ricostruzione di una stanza di un normale appartamento ed e’ in grado di riprodurre esattamente la fisionomia della scossa principale dell’Aquila grazie al grafico rilevato dai sismografi. La stessa esperienza puo’ essere ripetuta nell’ipotesi di trovarsi a piano strada o ai piani alti di palazzi realizzati con tecniche antisismiche evolute, oltre che utilizzando i sismogrammi riferiti ad altri Terremoti italiani. L’esposizione, fino al 14 ottobre, propone anche interessanti curiosita’, come, ad esempio, il primo sismoscopio realizzato in Cina nel 132 dopo Cristo, ed esemplari che nei secoli seguenti hanno affinato le tecniche di rilevamento e di registrazione degli eventi sismici. Uno spazio riservato ai bambini e’ in grado di spiegare in modo semplice e con materiali “eco”, come carta, sabbia o farina, la genesi, le conseguenze ed i metodi di prevenzione dei danni da terremoto. Un percorso fra i maggiori sismi nazionali, primo fra tutti quello di Messina del 1908, in cui morirono 86mila persone, evidenzia quindi come si siano sviluppati i criteri di soccorso. Soltanto in seguito all’evento del Friuli del 6 maggio 1976, ricorda l’esposizione, fu concepita l’idea di una struttura di protezione civile per compiti di cui fino ad allora era incaricato l’esercito. Il dipartimento venne ufficialmente costituito pero’ solo nel 1982, cioe’ due anni dopo la catastrofe dell’Irpinia caratterizzata dalla presenza di localita’ in cui i primi soccorsi giunsero soltanto una settimana dopo la scossa. La Protezione Civile, nel caso dell’Aquila, risulto’ invece operativa soltanto tre ore dopo l’evento. La mostra itinerante e’ stata curata con la collaborazione dell’associazione tecnica “Lares” in cui operano i laureati alla facolta’ di protezione civile di Foligno (Perugia).

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