Ad una settimana dall’alluvione che ha colpito l’area occidentale della provincia di Taranto tra Castellaneta, Laterza, Ginosa Marina e Ginosa, con epicentro in quest’ultimo comune, causato quattro morti (una giovane coppia e altri due giovani) nonche’ danni per diversi milioni, la vita a Ginosa sta pian piano tornando alla normalita’. La gran parte del fango e dei detriti che l’alluvione ha portato nelle strade, nelle campagne e nelle abitazioni, e’ stata sostanzialmente rimossa e molte delle strade, soprattutto di viabilita’ minore che la settimana scorse erano chiuse al traffico, sono state riaperte ad eccezione di quella che collega Ginosa alla borgata di Ginosa Marina che resta interdetta alla circolazione a causa del crollo di un ponticello. Un elemento e’ stato accertato: non cadeva da oltre un secolo la quantita’ di pioggia dei giorni scorsi.
Mentre non c’e’ ancora una quantificazione precisa dei danni a campagne, strutture e patrimonio edilizio, in quanto l’ufficio che gia’ da martedi’ della scorsa settimana il Comune di Ginosa ha allestito, sta ancora raccogliendo le diverse segnalazioni da parte dei cittadini interessati. Completato il lavoro di ricognizione, si redigera’ una mappa con relativi costi. Ci sono intanto i primi 350mila euro stanziati dalla Regione a cui, per venire in soccorso dell’agricoltura, potrebbe unirsi un altro milione e mezzo di euro sempre di risorse regionali. Si tratta pero’ di soldi che vanno liberati dalle maglie del patto di stabilita’, come ha chiarito l’assessore alle Politiche agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, che oggi ha compiuto un nuovo sopralluogo nell’area e in particolare nel versante al confine tra Palagianello e Castellaneta dove sono ancora evidenti le conseguenze dell’esondazione del fiume Lato. La pulizia delle zone adiacenti i fiumi, cosi’ come dei tanti canali esistenti nella zona, e’ questione che andra’ affrontata, anche perche’ i danni che oggi si registrano sono dovuti in parte al fatto che la grande massa d’acqua riversatasi su Ginosa (gli esperti parlano di “bomba d’acqua”) non ha trovato vie di sfogo nelle quali poter defluire in quanto ostruite.
Allo stesso tempo, il problema delle risorse e degli strumenti necessari a gestire la fase post-alluvione non e’ affatto risolto, tant’e’ che e’ gia’ cominciato un pressing delle istituzioni locali sul Governo affinche’ la presidenza del Consiglio emetta per l’area occidentale del Tarantino l’ordinanza che riconosce la calamita’. Quest’intervento, si sostiene a Ginosa, permetterebbe di sbloccare fondi piu’ consistenti rispetto a quelli che puo’ mobilitare la Regione. Vi e’ anche da dire, pero’, che analoga ordinanza Ginosa l’ha inseguita per quasi un anno, senza pero’ riuscire ad ottenerla, per l’alluvione che a marzo 2011 colpi’ solo Ginosa Marina non causando nessuna vittima ma ingenti danni. Per sollecitare questo riconoscimento ci furono proteste, cortei sulla statale 106 Taranto-Reggio Calabria e anche scioperi della fame con una mobilitazione che uni’ questa parte del Tarantino al Metapontino, colpito dallo straripamento del Bradano. L’ordinanza, tuttavia, non fu emessa “ma oggi – sottolinea Vito De Palma, sindaco di Ginosa – difronte ad un nuovo evento, purtroppo tragico perche’ ha spezzato anche quattro giovani vite, non possiamo piu’ tollerare ritardi, ne’ promesse disattese”. Intanto nei prossimi giorni dovrebbe arrivare in Procura a Taranto la relazione dei Vigili del fuoco e dei carabinieri sul nubifragio della scorsa settimana. La Procura, che per ora ha aperto un fascicolo d’inchiesta senza indagati, vuole prima avere un quadro della situazione per verificare eventuali responsabilita’, se i danni dell’alluvione dipendono anche da lavori e opere che non sono state effettuate dopo l’evento di marzo 2011.