Tempi duri per l’Europa, meteorologicamente parlando. Un rapporto dell’Istituto meteorologico norvegese e delle Accademie delle scienze nazionali europee prevede climi piu’ burrascosi e umidi a nord-ovest, e un aumento delle estati aride a sud, con prolungate ondate di calore e un generale calo delle ondate di freddo intenso, almeno fino al 2060. Anche se, secondo il report, il clima nelle prossime decadi e’ difficile da prevedere, e’ altamente probabile che sara’ influenzato dai cambiamenti provocati dall’uomo per via delle emissioni di gas serra.
”Gli studi – spiega il rapporto – indicano precipitazioni ad alta intensita’ per l’Europa settentrionale e un aumento della durata dei periodi asciutti e aridi in quella meridionale. Nei prossimi 70 anni e’ prevedibile che vi saranno precipitazioni estreme e ad alta intensita’ sempre piu’ frequenti, anche se con profonde variazioni da regione a regione. Dovrebbe cambiare la stagionalita’ e la struttura delle precipitazioni”. Per i climatologi europei l’aumento delle temperature globali aggravera’ il rischio di climi ed eventi estremi, come l’ondata di calore senza precedenti registrata in Russia ed Europa dell’Est nel 2010, o il catastrofico alluvione estivo di 6 anni in Inghilterra. Il rapporto spiega anche che le precipitazioni invernali sono diminuite nell’Europa centro-meridionale, mentre sono aumentate in quella settentrionale per lo spostamento delle burrasche nord-atlantiche e l’indebolimento di quelle mediterranee. Brevi e isolati periodi di pioggia si sono fusi in prolungate ondate di umidita’. ”Le simulazioni dei modelli climatologici – conclude il rapporto – indicano un aumento del rischio di tempeste piu’ dannose nell’area nord-occidentale, mentre nell’Europa meridionale le tempeste forti diminuiranno. Le ondate di calore diventeranno piu’ frequenti, lunghe e intense, e i periodi di freddo e gelo caleranno”.