Clima, Plos One: cambiamenti climatici potrebbero incrementare il mercurio nei pesci

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global warmingI mutamenti climatici potrebbero incrementare il contenuto di mercurio nei pesci, mercurio che potrebbe accumularsi maggiormente dove la temperatura dell’acqua e’ maggiore. Lo scrive ‘PLOS One’, pubblicazione scientifica basata sulla peer-review edita dalla Public Library of Science dal 2006. I mutamenti climatici, segnala la ricerca, “potrebbero far si’ che i pesci accumulino ancor piu’ mercurio del solito”. I ricercatori del Dartmouth college (New Hampshire, Usa) hanno studiato degli esemplari di Mummichog (Fundulus heteroclitus), cioe’ dei Killifish (la maggior parte delle famiglie appartenenti all’ordine dei Cyprinodontiformes, i ciprinodontidi diffusi nelle zone tropicali e subtropicali di tutti i continenti Oceania esclusa, ndr). I pesci sono state studiati “a varie temperature, sia in laboratorio che nelle paludi d’acqua salata del Maine- si legge su ‘PLOS one’- i pesci nelle paludi si nutrivano di insetti, vermi e altri cibi di origine naturale, mentre i pesci nel laboratorio sono stati nutriti con cibo a cui veniva aggiunto mercurio”. I risultati “hanno mostrato che i pesci nelle acque piu’ calde mangiavano di piu’ ma crescevano meno ed avevano nei loro tessuti un livello di metilmercurio piu’ alto”, suggerendo quindi “che l’aumento del loro tasso metabolico fosse la causa della maggiore assunzione del metallo tossico”.  Oltre al riscaldamento delle acque, la ricerca del Dartmouth college pubblicata da ‘PLOS One’ indica tra le cause responsabili del deposito e della biodisponibilita’ del mercurio “fattori tra i quali le correnti, la circolazione atmosferica e le precipitazioni”. Sinora “poco risulta noto a proposito di come i mutamenti climatici possano influire la bioaccumulazione del mercurio negli organismi marini, e nessun precedente studio ne ha dimostrato gli effetti usando sia per gli esperimenti sia pesci in laboratorio che sul campo”. La ricerca suggerisce che “l’incremento nella bioaccumulazione del mercurio a livelli trofici inferiori (il livello trofico e’ il posto occupato da un individuo all’interno della catena alimentare, ndr) possa essere propagata a livelli trofici superiori ai quali il pesce e’ consumato da umani”. Cio’ quindi “incrementa l’esposizione umana a queste pericolose concentrazioni”. Il mercurio viene emesso nell’aria dalle centrali elettriche e dagli impianti industriali e diventa un problema serio quando si fissa negli oceani. L’inquinante entra nella catena alimentare tramite i pesci, dai piccoli ai grandi. Sgombri, pesce spada, tonno e cernia sono tra le specie le cui carni rischiano di avere la maggior quantita’ di mercurio. L’inquinamento da mercurio puo’ porre un serio rischio per la salute una volta che questo finisca nel nostro corpo, interferendo nelle funzioni del cervello e del sistema nervoso.

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