I cambiamenti climatici dell’Artico potrebbero influenzare il tempo in Europa

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Il cambiamento climatico in Artico potrebbe influenzare il tempo e il clima in Europa e ci sarebbe un collegamento tra la diminuzione dell’estensione dei ghiacci marini polari nel periodo estivo e la severità degli inverni europei. Questo uno dei temi al centro del Ny-Alesund Science Managers Committee Seminar, il convegno che riunisce tutte le organizzazioni di ricerca artica presenti a Ny-Alesund, nelle Isole Svalbard, ospitato da oggi all’11 ottobre nella sede centrale del Cnr a Roma. Tra le organizzazioni di ricerca artica c’e’ anche il Consiglio nazionale delle ricerche che da oltre 15 anni gestisce la stazione permanente Dirigibile Italia nell’arcipelago delle Svalbard, in quel villaggio di Ny Alesund che negli anni ’20 fu la base di partenza delle spedizioni di Umberto Nobile e che oggi rappresenta un esempio unico di villaggio dedicato alla scienza e alla cooperazione internazionale, con ben 11 nazioni ospitate. Una preoccupazione alla quale si sta dedicando la ricerca scientifica, alle prese con un clima artico che sta cambiando ad un ritmo sorprendente, in qualche modo anche per gli stessi scienziati. I cambiamenti climatici in atto e quelli previsti, da un lato, offrono notevoli opportunita’ economiche come la disponibilita’ di enormi risorse energetiche (petrolio e gas) e di nuove vie di comunicazione marittime, ma al tempo stesso pongono gravi rischi per l’ambiente locale e globale. E cio’ che accade nella regione artica produce effetti a lunga distanza, a livello planetario. Per questo, nei prossimi anni, in considerazione dei cambiamenti climatici nella regione artica, dovranno essere prese importanti decisioni che attengono alla sfera economica, sociale e ambientale. In questo contesto, una base di conoscenze scientifiche affidabili e’ una condizione ineludibile per prendere decisioni fondate e adottare soluzioni sostenibili, fa sapere il Cnr per il quale la complessita’ del sistema artico e’ evidenziata dalle forti variazioni registrate da un anno all’altro, per esempio nella minor estensione del ghiaccio marino a fine estate. Se il 2012 e’ stato l’anno che ha fatto segnare il record negativo con una media nel mese di settembre pari a circa 3,6 milioni di kmq, nel 2013 lo stesso valore si e’ attestato sui 5.35 mkmq, con una differenza di +1.75 mkmq pari al 33% di variazione. Negli ultimi anni la base Dirigibile Italia e’ stata dotata di diverse importanti piattaforme osservative che forniscono misure lungo tutto il corso dell’anno: la Climate Change Tower (Cct) di 34 m, il laboratorio per gli aerosol di Gruvebadet, un sito di monitoraggio marino (mooring) che registra in continuo le condizioni di temperatura, salinita’ e dei processi di sedimentazione nel fiordo sul quale Ny Asi affaccia. Grazie a queste attivita’ di ricerca il ruolo italiano nel contesto scientifico artico e’ andato via via crescendo, fornendo un supporto prezioso alla trattativa del Governo e del Ministero degli Esteri per portare il nostro paese nel Consiglio Artico in veste di osservatore permanente. Le misure effettuate da queste piattaforme osservative hanno permesso di rilevare come a partire dal 2009 il disgelo primaverile, un fenomeno che dura in genere un paio di settimane, e’ sistematicamente iniziato tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, tendenza opposta al record climatico che riporta episodi di inizio disgelo anche nella terza settimana di giugno. I dati della Cct hanno anche permesso di misurare per la prima volta con continuita’ il flusso di calore tra la superficie e l’atmosfera, e rilevare come la stagione in cui questo flusso e’ positivo, cioe’ l’energia fluisce dalla superficie verso l’atmosfera, sia molto corto, partendo da non prima della meta’ di giugno e finendo inesorabilmente prima della fine di agosto. Il convegno Nysmac che si tiene nella sede del Cnr conclude un ciclo di eventi che hanno portato Roma al centro dell’attenzione per la ricerca in Artico. Infatti a meta’ settembre, il Cnr prima e l’Ambasciata canadese poi, hanno ospitato incontri volti a discutere gli indirizzi e le priorita’ scientifiche della Commissione Europea in Artico e a rafforzare i legami con l’altra sponda dell’Atlantico. Il convegno, organizzato dal Dipartimento scienze del sistema terra e tecnologie per l’ambiente (Dta) del Cnr fa parte di una serie di incontri biennali che si svolgono sotto l’egida del Ny-Alesund Science Manager Committee (Nysmac) e fanno il punto sullo stato delle ricerche a Ny-Alesund. L’edizione del 2013 ha registrato un elevato numero di partecipanti tra cui i rappresentanti di Paesi asiatici (Cina, Korea, Giappone e India) e, per la prima volta, di un rappresentante della Russia. Oltre 120 i ricercatori provenienti dai principali paesi europei e da paesi asiatici. Al centro delle discussioni l’atmosfera gli effetti dello scioglimento dei ghiacciai terrestri nelle acque marine; gli effetti dello scioglimento del permafrost sulla stabilita’ dei pendii che sul rilascio di gas serra in atmosfera; monitoraggio delle dimensioni e della massa dei ghiacciai; studio del comportamento di microorganismi ai cambiamenti climatici e del ciclo del carbonio sulle aree deglaciate; studi sulla presenta di sostanze inquinanti (come mercurio) in atmosfera e nelle coperture nivo-glaciali. Il meeting e’ anche l’occasione per discutere gli sviluppi futuri della ricerca nelle Isole Svalbard, di come rinforzare la cooperazione e delle prospettive di integrazione e potenziamento offerte dalla iniziativa Sios (Svalbard Integrated Arctic Earth Observing System), una delle 9 infrastrutture a carattere ambientale, su un totale di 48, che il Consorzio Esfro (European Science Forum for Research Infrastructures) ha inserito nella roadmap europea.

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