In Siberia inizia a mettersi in moto la fabbrica del gelo, sfondato il muro dei primi -30°C

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Dopo le recenti ondate di freddo, che dal mar Glaciale Artico si sono riversate nel cuore della Siberia centro-orientale, per merito della forte invasività del vortice polare troposferico, il manto nevoso sulle terre dell’Eurasia ha raggiunto una notevole estensione. Ormai l’intera sezione della Siberia orientale e buona parte della Siberia centrale sono già coperte da uno spesso strato di neve fresca che rimarrà incollato al terreno per tutta la prossima stagione invernale, fino alla primavera del 2014. Dando uno sguardo alle mappe aggiornate del “U.S. National Ice Center”, diretto dal NOAA, si nota come ormai l’intera fascia siberiana, li dove si estendono i più grandi boschi di conifere della Terra, è totalmente ricoperta da una spessa coltre di neve farinosa che sta producendo un consistente effetto “Albedo”. L’effetto “Albedo”, prodotto dall’innevamento delle lande siberiane, contribuirà ad accentuare notevolmente il processo di raffreddamento “pellicolare”, ossia il notevole raffreddamento dello strato d’aria in prossimità del suolo innevato che nei prossimi due mesi coinvolgerà da vicino gran parte del territorio siberiano, dagli Urali fino alle coste dell’estremo oriente siberiano, dove nei bassi strati comincerà a prendere forma l’anticiclone termico “russo-siberiano”. I terreni innevati si estendono fino al nord degli Urali, alla costa artica della Russia europea e sulla Lapponia, con accumuli che variano dai 5-6 cm fino agli oltre 10-15 cm sul nord della Siberia centrale, dove da giorni nevica in modo persistente.

Ma i primi accumuli di neve fresca hanno già ammantato di bianco pure i monti della Mongolia settentrionale, fin sui sottostanti fondovalle, e l’area a nord del lago Bajkal, dove i termometri, durante le ore notturne, iniziano a scendere abbondantemente sotto la soglia dei +0°C. Il massiccio innevamento sta contribuendo ad attivare la grande “fabbrica del gelo” sui desolati territori della Repubblica della Jacuzia. In alcune aree della Jacuzia, già ben innevata grazie al robusto vortice polare troposferico che ha continuato a spingere nuovi nuclei di aria piuttosto fredda dal mar Glaciale Artico, i termometri ormai puntano sotto il muro dei -28°C -29°C, avvicinandosi alla fatidica soglia dei -30°C. Nel celebre villaggio di Ojmjakon al momento il termometro segna -24°C, mentre il cielo sereno e la ventilazione pressochè assente stanno favorendo lo sviluppo di un massiccio strato d’inversione termica che farà sprofondare i termometri ben al di sotto dei -25°C -26°C.  Ma il vero gelo comincerà ad avvertirsi nei prossimi giorni, quando anche in Jacuzia si toccheranno i primi -30°C -31°C della stagione che sanciranno l’avvio del vasto “raffreddamento pellicolare” sulle vaste lande eurasiatiche. Al momento, fra le temperature più basse finora toccate, troviamo i -31.8°C di Verhojansk e i primi -30.8°C di Suhana. Ma il freddo tenderà ulteriormente ad intensificarsi anche nei prossimi giorni, merito dell’insistenza di un vasto ciclone extratropicale a cuore freddo, a ridosso della costa della Siberia centrale, che riuscirà a spingere un blocco di aria molto fredda verso la Siberia centro-orientale, ove si isolerà nei prossimi giorni un grande serbatoio di aria piuttosto fredda che spianerà la strada al grande raffreddamento tardo autunnale (“raffreddamento pellicolare”) che formerà il futuro anticiclone termico sulle vaste lande euro-asiatiche. Tale processo sarà anche favorito da una notevole estensione dei territori innevati di fresco, fino all’estremo nord della Manciuria e al nord della Mongolia, sottoposti all’effetto “Albedo”.

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