Ha conseguito il titolo di dottorato di ricerca presso l’universita’ di Perugia nel 2009, il dottor Massimo Lazzeri, “principal investigator” di uno studio multicentrico europeo, denominato Prometheus, coordinato dal reparto di urologia dell’ospedale San Raffaele Turro di Milano, diretto dal professor Giorgio Guazzoni, supervisore dell’intero progetto. La ricerca ha coinvolto cinque nazioni europee (Italia, Germania, Inghilterra, Francia e Spagna) e ha arruolato oltre 1.000 uomini fra i 45 e 70 anni, nei quali e’ stata valutata l’accuratezza per la diagnosi precoce del carcinoma prostatico di un nuovo marcatore ematico, chiamato phi (prostate health index o indice di salute prostatica, il cui test e’ anche disponibile presso l’Universita’ di Perugia), in soggetti sani ma con un familiare affetto da neoplasia prostatica maligna. Nel mondo occidentale (Europa e Nord-America) il carcinoma prostatico rappresenta la prima neoplasia per incidenza e prevalenza nel genere maschile e ha un significativo impatto sulla qualita’ e quantita’ di vita degli uomini. Il lavoro e’ stato pubblicato nell’agosto scorso sulla prestigiosa rivista British Journal of Urology International. Come afferma, in un editoriale scritto dalla prof.ssa Stacy Loeb della New York University e pubblicato “on line”, prima dell’edizione a stampa, sulla collana Nature Reviews, le conclusioni della ricerca potrebbero riguardare una vastissima popolazione di giovani maschi e cambiare le linee guida per la diagnosi precoce di questa patologia.