“Alla gente di Longarone, di Erto e Casso, di Castellavazzo, che dopo essere stata vittima, è stata poi oltraggiata da istituzioni, da uomini politici, da uomini di apparato ed ahimè anche da uomini di scienza, chiedo di guardare alla geologia ed ai geologi con un rinnovato sentimento”. Ecco le parole tanto attese soprattutto da chi da quel 9 Ottobre 1963 , non ha potuto piu’ guardare negli occhi i propri cari . A pronunciarle con coraggio e commozione e’ stato Gian Vito Graziano , Presidente di quel Consiglio Nazionale dei Geologi che sta segnando la svolta per la geologia italiana soprattutto sul fronte della trasparenza su eventi drammatici come il Vajont. In effetti al Palazzetto dello Sport di Longarone , dove oggi si sta concludendo la Conferenza Internazionale sul Vajont , si sta scrivendo una pagina importante del Vajont e della geologia italiana alla presenza di geologi e cittadini.
“Non perché la geologia ed i geologi abbiano fatto qualcosa per voi, ma perché voi – ha detto Graziano rivolgendosi al popolo di Longarone , Erto e Casso , Castellavazzo, presente al Palazzetto dello Sport – con il vostro insopportabile fardello di ricordi e di dolore, avete fatto tanto per noi e quello che avete fatto per noi lo avete fatto al Paese, che ora può guardare ai geologi come a sentinelle di un territorio che tutti insieme vorremmo più sicuro, più bello, più resiliente.
A voi gente di questa terra bellissima, a voi gente lacerata da ferite invisibili ed insanabili, va tutto l’affetto della comunità geologica italiana”.
“I geologi hanno fatto tesoro del Vajont. La geologia applicata nasce dal Vajont e dopo il Vajont – ha concluso Graziano – ed i geologi vi hanno costruito sopra la propria professione, sotto il profilo tecnico, tecnologico, scientifico e morale. Per tutti i geologi, per tutti gli studenti e per le future generazioni di professionisti il Vajont è stato un punto di partenza, ma soprattutto è stato un monito: mettere la scienza, la ricerca e la professione a servizio del Paese”.