Si deve imparare a fare prevenzione ancor prima che protezione e il ricordo del disastro del Vajont deve esortare la scienza, e la geologia in particolare, a ripensare il proprio ruolo nella societa’. Ne sono convinti gli esperti che oggi in un convegno a Udine, organizzato per iniziativa del Museo Friulano di Storia naturale, si sono confrontati sulle conoscenze della tragedia di cinquant’anni fa. ”E’ importante conoscere a fondo le dinamiche di quel disastro – ha detto il direttore del Museo, Giuseppe Muscio – che a distanza di mezzo secolo finalmente sono piu’ chiare, con l’obiettivo di ottenere un modello di previsione efficace per il futuro”. Al tavolo dei relatori si sono avvicendati Giovanni Battista Carulli, dell’Universita’ di Trieste, Paolo Paronuzzi dell’Ateneo di Udine, e Guglielmo Berlasso, direttore generale della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia. ”Nella tragedia del Vajont – ha aggiunto Muscio – ci fu l’incapacita’ di rendersi conto del pericolo pur avendo tutti gli elementi per capirlo. Oggi pero’ gli sviluppi successivi della ricerca danno alla scienza, se questa fa il suo dovere, la possibilita’ di prevenire simili disastri, o quantomeno di limitarne significativamente i danni”.