Sono tante le alluvioni che hanno colpito l’Italia negli ultimi decenni. Solo alcune però sono rimaste nella memoria collettiva. Una di queste è l’alluvione di Firenze. Era il 4 novembre 1966, esattamente 47 anni fa, quando la città famosa in tutto il mondo per i suoi tesori artistici venne colpita da una piena eccezionale del fiume Arno. Il centro storico andò interamente sott’acqua, e luoghi ricchissimi di opere d’arte e documenti antichi, come la Gelleria degli Uffizi e la Biblioteca Nazionale Centrale, vennero invase dal fango.
L’alluvione del novembre 1966 non colpì solo Firenze. L’alluvione interessò praticamente l’interno bacino idrografico dell’Arno. Esondarono decine di affluenti del fiume toscano, e andarono sott’acqua paesi, cittadine e moltissime aree di campagna, che ricevettero un duro colpo. Inoltre sempre in quei giorni alluvioni molto estese si verificarono anche in Friuli, Trentino e Veneto.
Alla fine la piena al momento di massimo verrà stimata in 4100 m3/s (dati dell’Autorità di Bacino dell’Arno), e colpirà duramente la città e la provincia, lasciando in tutto 34 vittime, di cui 17 a Firenze e 17 nei comuni limitrofi.
Un aspetto positivo che accompagnò il dopo-alluvione fu l’enorme solidarietà alle popolazioni colpite che arrivò soprattutto dai giovani. Moltissimi giovani da tutto il paese andarono spontaneamente a Firenze per aiutare nel difficile lavoro di recupero dei manoscritti della Biblioteca nazionale, o delle opere d’arte degli Uffizi, tesori che erano finiti sotto acqua e fango. Vennero chiamati “gli angeli del fango”. Spesso erano gli stessi ragazzi che in tutta Italia iniziavano a partecipare alle contestazioni e alle ribellioni che sarebbero poi sfociate nel movimento del 1968.