Sapevate che anche la Natura può avere un valore biologico ed economico? Ci siamo mai chiesti a quanto ammonterebbe tale valore per alcune risorse naturali con le quali conviviamo quotidianamente, come il suolo che calpestiamo, l’acqua che beviamo e la biodiversità che ci circonda ogni giorno?
Per rispondere a questa domanda basti pensare che il Consiglio d’Europa (Strasburgo, Giugno 1972), ha redatto la “Carta Europea del Suolo”, che al punto 1 esordisce sostenendo che: “Il suolo è uno dei beni preziosi dell’umanità. Consente la vita dei vegetali, degli animali e dell’uomo sulla superficie della Terra.” I principali servizi offerti dalla risorsa suolo sono:
- Modera e tampona il ciclo dell’acqua
- Fornisce supporto fisico, acqua e nutrienti alle piante, oltre che un rifugio per i loro semi
- Rinnova la sua fertilità grazie all’attività degli organismi decompositori (Fig.1)
- Regola i principali cicli dei nutrienti grazie alla ricca e diversificata comunità edafica
- Accoglie e depura i composti di scarico

Ma cerchiamo di quantificare tali servizi con degli esempi reali, con dei numeri (costi e guadagni), che alla fine interessano più di tutto: complessivamente la perdita dei servizi ecosistemici legati alla rimozione della vegetazione (quali controllo dell’erosione, della compattazione del suolo e dell’idrorepellenza) ammonta a più di 500 milioni di dollari annui, misurati sulla base della perdita di raccolto. Le piante possono crescere in colture idroponiche create dall’uomo, i cui costi danno un’idea del valore di questo servizio offerto dal suolo: un sistema molto diffuso in USA di semplice supporto fisico (tecnica a film di nutrienti) costa circa 55.000 dollari per ettaro e deve essere sostituito ogni 10 anni; il suolo, se salvaguardato, offre questo servizio gratuitamente e indefinitamente. Il costo diretto della sola erosione, misurato in base al costo per rifornire alle colture acqua e nutrienti, è stato stimato globalmente pari a 250 miliardi di dollari per anno. A questo si aggiungono 150 miliardi di dollari annui per porre rimedio ai danni al di fuori dei campi agricoli, quali danni ad attività ricreativa, salute umana, proprietà privata, navigazione, etc.
Come per il suolo, esiste anche la “Carta Europea dell’Acqua” (Consiglio d’Europa, Strasburgo, 6 Maggio 1968), che al punto 1 sentenzia: “Non c’è vita senza acqua. L’acqua è un bene prezioso. Indispensabile a tutte le attività umane.” Tra i beni e servizi offerti dall’acqua ricordiamo:
- Rifornimento di acqua dolce per uso potabile, agricolo e industriale (Fig.2)
- Rifornimento di beni materiali, quali pesci e uccelli acquatici
- Rifornimento di beni non materiali, quali trasporto, produzione di energia, attività ricreativa, diluizione degli inquinanti e depurazione dell’acqua
L’unica alternativa all’acqua naturalmente dolce è l’acqua ottenuta per desalinizzazione dell’acqua marina (funzione naturalmente svolta dal ciclo dell’acqua!), che attualmente fornisce meno dello 0,1% dell’acqua usata nel mondo. Il costo della desalinizzazione dell’acqua marina (intorno a 1-2 dollari m-3), è 4-8 volte maggiore del costo medio dell’acqua per uso urbano e 10-20 volte maggiore del costo per uso agricolo.
Se dovessimo ricavare da questo processo tutta l’acqua consumata ci costerebbe 3.000 miliardi dollari all’anno: il 12% del prodotto interno lordo mondiale. Non sono disponibili stime certe del valore economico globale di pesci, uccelli acquatici e altri beni ottenuti dagli ecosistemi di acque dolci, tuttavia questo certamente supera i 100 miliardi di dollari annui. Il valore associato alla funzione di trasporto nei fiumi negli Stati Uniti e nell’Europa occidentale è stato stimato superiore a 529 miliardi di dollari annui. Il valore della funzione di diluizione e depurazione dell’acqua utilizzata a livello urbano-industriale nel mondo è superiore a 100 miliardi di dollari annui.
La biodiversità è alla base di tutti i beni e servizi offerti dagli ecosistemi; tra questi ricordiamo:
- Nuovi tipi di cibo
- Principi attivi per i farmaci
- Materie prime per l’industria
- Modelli per la produzione di equivalenti sintetici
- Geni per le biotecnologie
- Servizi ecosistemici che richiedono una comunità biotica diversificata, quali ciclo dei nutrienti, depurazione dell’acqua, etc.

E’ stato stimato che la specie umana potrebbe utilizzare fino a 80.000 specie di piante selvatiche commestibili (esempio: Fagiolo alato, pianta delle Filippine, ricca di proteine, che potrebbe diventare un’ importante fonte di cibo). Dalla pervinca (Catharanthus roseus), che cresce nel Madagascar e nel Sud Africa, derivano due alcaloidi antineoplastici (vinblastina e vincristina) molto efficaci nel trattamento della leucemia nei bambini e nel morbo di Hodgkin. Prima dell’introduzione di questi farmaci le leucemie nei bambini erano sempre letali, oggi il tasso di remissioni nei bambini arriva al 99% (Fig.3). L’UNDP (United Nations Development Programme) stima in più di 30 miliardi di dollari il valore economico dei prodotti farmaceutici, derivanti da piante, animali e microrganismi nei paesi in via di sviluppo.
Quanto sono poi importanti le risorse consumate localmente nel soddisfare il fabbisogno umano?
- L’80% della popolazione mondiale è legato alla medicina tradizionale che usa direttamente piante, animali o loro parti. Per esempio oltre 5000 specie vegetali in Cina e 2000 nel bacino amazzonico sono usate per scopi curativi
- Nella Repubblica Democratica del Congo le proteine ottenute dalla selvaggina costituiscono il 75% delle proteine totali nella dieta di un individuo. Le proteine animali provengono, oltre che da mammiferi, uccelli e pesci, anche da serpenti e insetti. In alcune aree del continente africano gli insetti costituiscono la principale, o addirittura l’unica, fonte di proteine e vitamine
- Nelle aree costiere e ripariali gli animali acquatici sono fonte di cibo e la maggior parte del pescato è consumata localmente

Ma esiste anche tutta una serie di benefici indiretti derivanti dagli ecosistemi e dalla loro conservazione. Ad esempio gli estuari, caratterizzati da elevata produttività, sostentano numerosissime specie di pesci, crostacei e molluschi di importanza commerciale. La loro distruzione negli Stati Uniti ha causato una perdita di 200 milioni di dollari per anno, sia per la riduzione del pescato, sia per la riduzione della pesca sportiva. La città di New York ha investito 1 miliardo di dollari per tutelare le foreste dei bacini idrografici nei quali si trovano gli invasi che riforniscono la città. Gli impianti di depurazione delle acque sarebbero costati molto di più: 8-9 miliardi di dollari con una spesa di manutenzione annua di 300 milioni di dollari.
Ogni anno vengono spesi, su scala mondiale, 800 miliardi di dollari in attività ricreative correlate con la flora e con la fauna selvatica (escursioni, birdwatching, whalewhatching, fotografia naturalistica, etc.) (Costanza et al., 1997). L’ecoturismo è una risorsa economica chiave nei paesi dell’Africa orientale, in particolare Kenia e Tanzania, e si sta diffondendo anche nei paesi tropicali dell’America e dell’Asia, coinvolgendo circa 200 milioni di persone. In Kenya, all’osservazione degli elefanti è stato attribuito un valore economico di 25 milioni di dollari annui. I servizi culturali forniti dagli ecosistemi (legati alla realizzazione di libri, riviste, documentari, film, mostre che affrontano temi ambientali con finalità didattiche ed educative) hanno un valore economico, su scala planetaria, di 3000 miliardi di dollari l’anno (Fig.4).
La specie arborea, Ginkgo biloba, originaria della Cina e presente allo stato selvatico solo in poche località cinesi, ha innumerevoli proprietà curative. Questa scoperta ha portato all’avvio di una produzione industriale di questa pianta e alla lavorazione delle foglie per produrre farmaci per la cura di problemi circolatori, cardiaci e di perdita della memoria, con un giro d’affari, negli ultimi 20 anni, di oltre 500 milioni di dollari annui, mentre fino a pochi decenni fa questa specie era usata solo nella medicina tradizionale cinese.
Il valore di una risorsa naturale può essere stimato anche sulla base di quanto l’uomo è disposto ad investire per la sua tutela. Nel 1995 negli Stati Uniti sono stati ad esempio versati 4 miliardi di dollari a sostegno delle organizzazioni di conservazione della natura. Il governo americano ha investito circa 30 milioni di dollari nell’arco di alcuni anni per la protezione del raro condor della California (Gymnogyps californianus).
Per concludere, il valore complessivo dei servizi ecosistemici (sia quello legato al consumo delle risorse sia quello legato al non-consumo) è stato stimato pari a 33 mila miliardi di dollari all’anno (Costanza et al., 1997), contro un PIL annuo su scala mondiale di 18 mila miliardi di dollari. Altri studiosi (Pimentel et al., 1997), con diverso metodo di analisi, hanno stimato che il valore globale della biodiversità è pari a 3 mila miliardi di dollari annui. Pertanto ulteriori passi devono essere fatti per giungere a stime più attendibili.
Di certo questi numeri davvero impressionanti ci ricordano quanto sia bello e, perché no, anche proficuo, stringere un rapporto di rispetto e protezione con Madre Natura.