Salute, nuova speranza per malati basalioma

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000E’ una vita a metà quella di chi soffre di carcinoma basocellulare o basalioma: il più diffuso tumore della pelle, 10 volte più frequente del melanoma, che colpisce 10 milioni di persone l’anno nel mondo, in aumento al ritmo costante del 10%. A fotografare la vita dei pazienti è l’indagine ‘Basalioma, sotto la maschera’, condotta da Gfk Eurisko per Roche e presentata oggi a Milano. Proprio per i casi nei casi più gravi di malattia, quelli inoperabili, si profila una nuova speranza terapeutica che promette di bloccare il difetto molecolare responsabile del 90% dei basaliomi. Il paradosso del carcinoma basocellulare è che si tratta di un tumore ‘buono’, che può quasi sempre essere rimosso chirurgicamente ma in alcuni rari casi avanzati o metastatici si trasforma e diventa aggressivo, fino a provocare profonde e devastanti lesioni sulla pelle, spesso sul volto, sfigurando e deturpando i pazienti: “Hanno paura di farsi vedere perché si vergognano delle proprie lesioni cutanee, ma questo comportamento può rivelarsi un circolo vizioso: il nascondersi e il trascurarsi, infatti, sono a loro volta uno dei motivi per cui spesso si arriva a una forma avanzata”, avverte Ketty Peris, direttore Clinica dermatologica dell’università dell’Aquila. “Oggi – aggiunge Paolo Ascierto, direttore Unità oncologica melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto nazionale tumori Pascale di Napoli – per questi casi avanzati c’è un nuovo trattamento a target molecolare: il vismodegib, che va ad agire su un circuito molecolare alterato nel 90% circa dei casi di basalioma”. Già approvato in USA e UE, il farmaco intelligente agisce inibendo il ‘circuito di Hedgehog’, via di segnalazione cellulare che risulta alterata in 9 pazienti su su 10. Vismodegib è in grado di ‘spegnere’ il circuito difettoso, con una marcata riduzione delle lesioni cutanee nei carcinoma basocellulari localmente avanzati e metastatici.

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