Nella giornata di ieri, lunedì 11 Novembre 2013, una poderosa burrasca di vento, da NE e N-NE, attivatasi lungo le coste dell’Istria e della Dalmazia, ha spazzato tutto il medio-alto Adriatico, raggiungendo le coste di Veneto, Romagna e Marche, con forti correnti da N-NE e NE che hanno spirato con raffiche di oltre i 70-80 km/h, fra il litorale ravennate, il pesarese e l’anconetano. Il forte “gradiente barico orizzontale”, con una ampia ondulazione ciclonica, che si è venuto a realizzare fra le Marche, l’Abruzzo e le Alpi Dinariche, ha cosi attivato un impetuoso flusso nord-orientale, di masse d’aria fredde e piuttosto dense, che dai bassi valichi dei monti del Carso e delle Alpi Dinariche (Bosnia Erzegovina) sono traboccati, tramite furiosi deflussi (raffiche di caduta molto turbolenti) verso le sottostanti coste adriatiche. Si sono cosi venute a generare forti burrasche da NE e N-NE che a tratti sono poi degenerate in autentiche bufere di vento dirette verso la costa ravennate, riminese, pesarese e l’anconetano. Su questi tratti di costa i venti, da N-NE e NE, sono risultati molto forti, al punto da produrre un intensa mareggiata dal primo quadrante che ha flagellato tutti i litorali, dalla Romagna fino alla costa anconetana, dove sono giunte ondate di “mare vivo” alte anche più di 4.0-5.0 metri, che hanno purtroppo cagionato ingenti danni ai rispettivi lungomari e stabilimenti balneari.
Nonostante il “Fetch” piuttosto limitato, fra le coste dalmate e quelle delle Marche, i forti venti di burrasca, da NE, sono stati in grado di agitare per bene l’intero tratto di mare, sollevando onde davvero alte che si sono rapidamente dirette in direzione delle coste della Romagna e delle Marche settentrionali, particolarmente esposte al moto ondoso sospinto dagli impetuosi venti del primo quadrante, che sovente spazzano l’alto Adriatico, con burrasche molto intense ma di breve durata. A tal riguardo la boa di Ancona, nel momento clou delle burrasche, ha registrato il passaggio di onde medie alte fino a più di 5.2 metri, con direzione media di provenienza da N-NE, ma con “Run-Up” che hanno addirittura oltrepassato i 6.0 metri di altezza. Un dato piuttosto significativo per un bacino ristretto come l’Adriatico settentrionale che vede le massime mareggiate solo in presenza di potenti flussi sciroccali ben canalizzati, che risalgono direttamente dal Canale d’Otranto.