L’ondata di piena, causata dalle intense piogge cadute soprattutto il 10 e l’11 novembre sull’Umbria, avrebbe seguito il suo percorso naturale verso sud, ricevendo lungo il cammino importanti affluenti come il Paglia (presso Orvieto) e il Nera, poco più a sud, che ieri risultavano gonfi per le intense precipitazioni cadute. Presso Roma invece avrebbe ricevuto le acque dell’Aniene. Una situazione che avrebbe potuto causare criticità importanti nelle aree a maggior frequenza di esondazione. Un problema è infatti anche la violenza dell’arrivo delle onde di piena, che se troppo repentine possono produrre danni alle infrastrutture e agli argini. Uno dei problemi maggiori si ha quando a Corbara giunge la piena del Tevere, e allo stesso tempo il Paglia (situato subito a valle della diga), è anch’esso in piena. In questi casi, come accaduto lo scorso anno, si possono avere vaste esondazioni nella fascia fluviale.
La diga di Corbara sta contenendo parte dell’onda di piena. Lo si vede dal livello del lago, salito costantemente fino al massimo di queste ore: 134,28 metri s.l.m. (sono dati disponibili on-line sul sito dell’Autorità di bacino del Tevere). A Orte scalo il livello è sceso sotto i 3,5 metri.
Oltre a Corbara compiono funzione di alleggerimento delle piene anche gli sbarramenti di Alviano, Nazzano, Ponte Felice e Castel Giubileo (alle porte di Roma). Durante le piene questi sbarramenti vengono gestiti in maniera attenta e coordinata, con uno sguardo sempre alla situazione meteo nel bacino idrografico: non è infatti prudente portare il livello negli invasi al massimo, se sul bacino idrografico a monte sono in arrivo nuove precipitazioni. A Roma intanto la pienaarriverà nei prossimi giorni. Già oggi però il livello è salito, allagando le banchine e costringendo alla fuga i senzatetto che vi abitavano.