“La corruzione nel 2011 ha consumato 2,5 milioni di MW prodotti da fonti rinnovabili, oscurando 30 milioni di metri quadri di fotovoltaico, pari al fabbisogno annuo di 800.000 famiglie”. Il dato emerge da un’ampia indagine sul fenomeno della corruzione in Europa, “Corruzione e frode nella green economy”. Lo studio fa parte del progetto Green clean market, promosso e coordinato da Transparency international Italia con il supporto del centro studi Rissc, la partecipazione del Servizio anticorruzione e trasparenza del dipartimento della Funzione Pubblica e il patrocinio del ministero dell’Ambiente. Con piu’ di 8.400 interviste solo in Italia, che ha individuato il livello di Quality of Governement, ovvero l’esperienza reale di corruzione a livello regionale in Italia, che complessivamente si colloca al 69/mo posto. Conclusa la ricerca con la quantificazione delle illegalita’, si avviera’ ora “una fase attuativa su nove aree pilota – precisa una nota – con 21 azioni per rafforzare le le politiche di contrasto e prevenzione…in un segmento chiave per il rilancio del sistema Italia”. Dalla ricerca si evince che ”e’ ormai un dato di fatto acquisito che lo sviluppo delle energie rinnovabili, sostenuta con uno stanziamento significativo di incentivi, finanziamenti ed agevolazioni fiscali, soprattutto nel periodo 2005-2010 in particolare nell’eolico e nel fotovoltaico, ha creato un sistema speculativo e criminale alimentato dagli interessi di soggetti spregiudicati, sia pubblici sia privati, che hanno saputo sfruttare le opportunita’ e le vulnerabilita’ intrinseche al sistema, per ottenere guadagni ingenti e rapidi, a discapito della legalita’ e della concorrenza leale tra le imprese”. Infiltrazioni che, ancora una volta, sono presenti anche al Nord. ”La criminalita’ organizzata ha immediatamente colto le potenzialita’ offerte dalle energie rinnovabili, sia per consolidare il proprio potere politico a livello territoriale sia per ottenere vantaggi per le aziende controllate, rinforzando cosi’ una realta’ criminale sempre piu’ strutturata e radicata a livello locale, al sud come al nord”. E nella ‘classifica’ tra le regioni elaborata dalla ricerca la Lombardia (dove nel 2015 si svolgera’ l’Expo) si posiziona a cavallo tra le regioni piu’ virtuose e quelle meno.