Servono politiche attive per conservare e dare valore al capitale naturale che contribuisce alla ricchezza dell’Italia, per garantire un patrimonio di biodiversita’ che e’ il piu’ ricco d’Europa e che costituisce un asset strategico per il futuro: nel nostro Paese si contano oltre il 30% di specie animali e quasi il 50% di quelle vegetali presenti in Europa. Lo ricorda il Wwf Italia, in apertura della conferenza nazionale ”La Natura dell’Italia”, promossa dal ministero dell’Ambiente. La ricetta Wwf per coniugare biodiversita’, aree protette e green economy si articola in quattro linee di intervento: introdurre agevolazioni fiscali e facilitare l’accesso al credito per attivita’ connesse alla conservazione della natura; rafforzare l’azione integrata delle aree protette a tutela del capitale naturale e l’efficacia di gestione dei parchi; orientare i programmi operativi per la gestione dei Fondi comunitari 2014-2020 garantendo risorse adeguate per infrastrutture verdi e interventi che consentano di far fronte all’adattamento ai cambiamenti climatici e alla gestione dei rischi; sostenere con il Programma quadro europeo ”Horizon” la ricerca e l’innovazione per la conservazione della biodiversita’ e per sviluppare indicatori che mettano ”in conto la natura”, superando i limiti del Pil. Esiste una rete di protezione delle risorse naturali che va sostenuta e gestita al meglio: il Wwf ricorda che il 12% del territorio italiano e’ tutelato da aree protette, in linea con gli obiettivi delle convenzioni internazionali, mentre il 21% del paese rientra nella Rete Natura 2000, ovvero Siti di Interesse Comunitario (Sic) e Zone a Protezione Speciale (Zps) identificate in risposta alle direttive europee Habitat e Uccelli. Inoltre bisogna rafforzare le azioni in difesa dei corridoi ecologici e delle specie a rischio: dopo tanti anni di battaglie e azione sul campo, alcune delle nostre specie simbolo hanno visto un miglioramento nel loro status, ma il 31% dei vertebrati in Italia e’ a rischio estinzione. Il Wwf auspica che alla ricerca per la conservazione della biodiversita’ siano destinati risorse specifiche, nell’ambito del programma europeo a sostegno della ricerca Horizon 2020, dedicate alla valutazione economica dei servizi ecosistemici e modelli economici e produttivi innovativi che includano il valore del ”capitale naturale” con la definizione di specifici indicatori che consentano di superare il Pil come unico riferimento dell’andamento economico di un Paese. Auspica inoltre l’attivazione di gruppi di azione nazionali nell’ambito dei Pei (Partenariati Europei per l’Innovazione) dedicati ai temi della conservazione della natura e della green economy legata alla valorizzazione sostenibile della biodiversita’. Per le aree protette e’ necessario rafforzare l’azione integrata delle aree naturali protette nazionali e regionali a tutela della biodiversita’ e definire obiettivi specifici per ogni area protetta a sua tutela e si ribadisce la necessita’ di una strategia di riferimento affinche’ le aree protette siano effettivamente funzionali alla conservazione della biodiversita’ nel nostro paese e non solo (Carta della Natura). E’ auspicabile una seria analisi dell’efficacia dei piani di gestione dei Parchi e delle altre aree naturali protette, che comunque vanno aggiornati in funzione della gestione adattativa. Il piano del parco nella sua funzione principale deve diventare un programma di azione che definisca gli obiettivi di conservazione specifici dell’area protetta, concreti e misurabili, e contribuisca ad orientare in modo coerente l’utilizzo delle risorse disponibili per gli investimenti ed i progetti. Negli anni scorsi sono state messe in sicurezza le risorse per il funzionamento ordinario dei parchi nazionali terrestri, mentre lo stanziamento destinato agli interventi e progetti dalla attuale Legge di Stabilita’ ammonta nel 2014 ad appena 5,8 milioni di euro. Risorse che il Wwf ritiene insufficienti. Inoltre, sottolinea l’associazione, non ci sono garanzie per l’attivita’ ordinaria e lo sviluppo delle aree marine protette e sono ad elevato rischio di estinzione le aree protette regionali. Per le infrastrutture verdi e’ indispensabile individuare con chiarezza i meccanismi e strumenti operativi – normativi, burocratici, tecnici, culturali – che devono essere attivati, ma anche quelli che devono essere rimossi, qualora siano da ostacolo per promuoverle concretamente. E’ indispensabile ricostruire intere filiere, individuando strumenti d’intervento adeguati fino alla definizione di capitolati che prevedano, ad esempio, l’interdisciplinarieta’ d’azione e di competenze; deve essere promossa un’azione diffusa di formazione, rivolta ai tecnici ma anche e soprattutto a chi gestisce gli enti preposti al controllo e alla gestione del territorio. A supporto delle professioni verdi il Wwf chiede al Governo di introdurre agevolazioni fiscali e riduzioni del costo del lavoro per gli investimenti e le attivita’ connesse alla conservazione della natura; eliminare le gare d’appalto al massimo ribasso per la gestione dei beni pubblici prevedendo sempre criteri di qualita’ dei progetti e competenza ed esperienza degli operatori, incentivare il turismo scolastico soprattutto ad indirizzo naturalistico e culturale.