L’acqua deve essere esclusivamente fonte di vita e non causa di distruzione: la cattiva gestione del territorio da parte di amministratori, funzionari e tecnici asservita alle logiche del profitto del ciclo del cemento e dello sfruttamento selvaggio del territorio e’ ormai sotto gli occhi di tutti. A sostenerlo sono Legambiente, Forum Abruzzese Movimenti per l’Acqua, WWF, Marelibero.org, Pro natura e Italia Nostra, dopo i danni provocati dal maltempo nei giorni scorsi. Secondo le associazioni “non puo’ dirsi civile una regione che non ha il Piano cave previsto dal 1983, in cui il Piano di Tutela delle Acque, adottato nel 2010, non prende in considerazione i cambiamenti climatici e permette lo sfruttamento idroelettrico incontrollato dei fiumi”. “Si sa – si legge in una nota – cosa bisogna fare: consumo di suolo zero, approvando varianti di salvaguardia ai Prg e alle norme tecniche in ogni comune; stop a nuove infrastrutture viarie in zone a rischio, come la variante sud dell’Aquila dell’Anas (oggi in comitato VIA) oppure la nuova viabilita’ sul Saline, gia’ approvata; annullare decisioni scandalose come la pronuncia del comitato VIA su Megalo’ 2; introdurre varianti ai Piani stralcio sul rischio idrogeologico e al Piano di Tutela delle Acque per tenere conto dei cambiamenti climatici; alleggerire le spiagge da strutture; educare in maniera capillare la popolazione sui comportamenti da tenere in situazioni di rischio; collaborare con gli agricoltori per introdurre pratiche agricole nel Piano di Sviluppo Rurale piu’ idonee per limitare le frane; bonificare le megadiscariche (come Bussi) e le microdiscariche lungo i fiumi prima che vengano travolte dalle acque”.