ESA: il terremoto in Giappone ha cambiato la gravità terrestre

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Il potente terremoto del 2011 che ha colpito il Giappone e’ riuscito a modificare la gravita’ locale. Questo e’ quanto hanno scoperto i ricercatori che lavorano con il satellite dell’Agenzia Spaziale Europea Goce, che per quattro anni ha mappato con estrema precisione la gravita’ terrestre, mostrando dettagli anche superiori a quanto si pensasse. In base alle ultime rilevazioni del satellite i gradi terremoti non solo deformano la crosta terrestre, ma possono provocare anche piccoli cambiamenti nella gravita’ locale. A darne notizia e’ il sito dell’Inaf. Analizzando attentamente i dati, gli esperti hanno notato una disomogeneita’ del campo gravitazionale terrestre, conseguenza della differente composizione della Terra da zona a zona. I movimenti tellurici sotto la superficie sono in grado di spostare rocce e materiali anche per chilometri portando cosi’ ad una variazione della gravita’ terrestre locale. Eventi sismici sotto gli oceani, come quello del 2011, possono anche cambiare la forma del letto del mare. Questo sposta l’acqua cambiando il livello del mare, influendo, a sua volta, anche sulla gravita’. Il satellite dell’Esa non e’ ormai piu’ in orbita da qualche settimana, avendo esaurito il suo carburante. I ricercatori, pero’, hanno a disposizione una miriade di dati da poter analizzare prima di porre davvero la parola fine alla missione di Goce. Il satellite ha gia’ gettato nuova luce su diversi aspetti della Terra, dalla densita’ atmosferica e ai venti, alla mappatura del confine tra la crosta e il mantello superiore, ai processi geodinamici che si verificano in questi strati. A inizio di quest’anno Goce ha avvertito, tramite il suo accelerometro e propulsore di ioni, le onde sonore del terremoto giapponese, mostrando come il sisma abbia chiaramente rotto il campo gravitazione locale. Questi risultati sono inoltre coerenti con le osservazioni piu’ “grossolane” effettuate dal satellite Grace della Nasa. I dati di Goce verranno utilizzati per migliorare i modelli gia’ esistenti e permettere quindi una comprensione maggiore dell’attivita’ sismica terrestre.

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