Intense emissioni radio provenienti da Giove catturate dal Nuovo Messico

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Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute/Goddard Space Flight Center)
Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute/Goddard Space Flight Center)

Durante il corso della settimana si è verificata una vera e propria tempesta di emissioni radio provenienti dal gigante del nostro sistema solare: il pianeta Giove. L’evento è stato catturato dall’astrofilo Thomas Ashcraft utilizzando un radiotelescopio ad onde corte situato nel Nuovo Messico. “Nonostante pochi fossero a conoscenza di questo fenomeno, la Terra ne è stata interessata per circa un’ora e mezza“, dice l’astrofilo. La scoperta delle emissioni risale al lontano 1955, quando Bernard Burke e Kenneth Franklin, dal Carnegie Institute in Washington D.C., rilevarono in 17 delle 33 registrazioni di prova realizzate mediante il nuovo dipolo Mills Cross Array disturbi alla frequenza di 22.2 MHz. Tali disturbi, inizialmente associati ad interferenze, furono attribuiti solo successivamente all’attività del pianeta, a causa della regolarità con cui si manifestavano. Da quel momento fu possibile elaborare un modello fisico in grado di descrivere il processo radiativo e di azzardare qualche previsione futura. Il processo fisico alla base della generazione di onde elettromagnetiche su Giove non poteva certo essere di tipo termico: la radiazione termica è infatti isotropa, mentre la ricezione delle onde decametriche di Giove è discontinua. Inoltre, studi condotti nel corso del 1956 da McCullogh e Sloanaker portarono ad una stima della temperatura superficiale del corpo planetario pari a circa 140 K; l’attenzione venne così rivolta all’estesa magnetosfera, la più estesa tra i corpi planetari del sistema solare. L’elevata velocità angolare del pianeta comporta il movimento della massa liquida di idrogeno metallico presente nel nucleo. L’attività vulcanica di Io, inoltre, determina un surriscaldamento del suo nucleo in seguito a forze di trazione in risposta alle sollecitazioni gravitazionali. Le correnti elettriche che scorrono tra l’astmosfera superiore di Giove e il satellite vulcanico Io, possono aumentare queste emissioni a tal punto da essere rilevate con modesti radiotelescopi dalla Terra. Le sequenze, che si distinguono in lunghe e brevi, imitano alcuni suoni naturali, come il verso delle balene o il rumore delle onde che si infrangono sulla spiaggia. La distanza del gigante gassoso dal nostro pianeta si ridurrà sino al 5 Gennaio, quando risulterà in opposizione. Ciò determinerà un periodo favorevole all’ascolto di tali fenomeni. Anche se non è attualmente possibile prevedere il momento esatto in cui i fasci più intensi spazzeranno il nostro pianeta, le prossime intense emissioni sono previste per il 30 Dicembre, tra le 11:00 e le 12:00 (ora italiana). L’evento rappresenterà un’ulteriore occasione per poter ascoltare la voce del sistema solare esterno.

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