Barche adagiate sulle strade o incastrate sotto i ponti, detriti sparsi e, soprattutto, tanto fango: questo lo scenario visibile a Pescara, dopo che le acque del fiume, esondato a causa dell’intensa ondata di maltempo, si sono ritirate. Decine le imbarcazioni affondate, ribaltate o spinte alla deriva dalla corrente fortissima; ancora di piu’ quelle danneggiate, cosi’ come i piccoli moli galleggianti dei diversi club nautici. E’ presto per fare una stima dei danni, soprattutto considerando che si tratta di beni privati. Intanto, pero’, hanno gia’ preso il via le operazioni di recupero e messa in sicurezza. Resta il problema delle imbarcazioni che potrebbero essere affondate all’interno del porto, i cui fondali sono stati ripuliti con le operazioni di dragaggio, peraltro ancora in corso. Il rischio e’ che sul letto del fiume possano essersi depositati anche detriti spinti dalla corrente. Al lavoro gli uomini della Guardia costiera, che per tutta la notte hanno presidiato l’area. Oltre a tronchi e piccole imbarcazioni, e’ state recuperata, tra le altre cose, anche la carcassa di un cavallo, spinta a valle dalla corrente. Appena la corrente del fiume sara’ tornata a livelli accettabili, gli uomini della Capitaneria di Porto, diretti dal comandante della Direzione Abruzzo Molise, Luciano Pozzolano, effettueranno le verifiche del caso nello scalo. La Capitaneria ha inoltre invitato i naviganti a prestare attenzione in mare, per la possibile presenza di detriti. Nessun problema per i pescherecci, alcuni dei quali hanno gia’ ripreso l’attivita’.