Il clima è variabile e mutevole per sua definizione; anche i Poli o i deserti, che potremmo immaginare come i luoghi più stabili al mondo, almeno da un punto di vista termico, hanno in realtà la loro dinamicità climatica. Se poi immaginiamo l’ulteriore suddivisione in meso e microclima (la differenza climatica esistente ad esempio tra i due versanti di un monte), l’impresa di suddividere la Terra in entità climatiche potrebbe apparire davvero ardua. Diverse e spesso discusse sono state infatti le metodologie di classificazione del clima, ognuna valida concettualmente ma spesso con carenze dal punto di vista della completezza nell’identificare le differenze salienti tra diverse aree climatiche.
Tra le differenti tipologie di classificazione, senza dubbio hanno avuto maggior successo quelle su base biologica e quelle su base climatico-quantitativa. La classificazione biologica (di scuola anglosassone) si basa sulla relazione tra clima e vegetazione (Köppen e altri: foresta pluviale, steppa, savana, deserto, tundra, taiga, ecc.); o su una valutazione puramente vegetazionale (macchia mediterranea, pinete litoranee, fagetum, castaneum, conifere, brughiere, ecc.).
Un’altra classificazione, utilizzata ampiamente in passato (Figura 1) è quella geografica (di scuola francese) basata su un’ identificazione legata semplicemente alla latitudine ed altitudine sul livello del mare.
Una terza tipologia di classificazione, più rigorosamente climatica, si presenta articolata in tre gruppi: 1) classificazione a carattere zonale (basata sulla distribuzione della radiazione solare); 2) classificazione con riferimento a fattore discriminante (continentalità, oceanicità, aridità); 3) classificazione su base genetica (climatologia dinamica, elementi essenziali della circolazione atmosferica, frequenze di afflusso di masse d’aria).
Le classificazioni attualmente più utilizzate sono quelle empirico-quantitative, basate sui valori misurati delle principali grandezze atmosferiche (temperatura, precipitazione, pressione, umidità, ecc.). Le più importanti sono quelle di Köppen (modificata), Thorntwhite, De Martonne, Hettner, Creutzburg. Koppen e Thorntwhite, hanno senz’altro fornito due delle più coerenti e particolareggiate classificazioni climatiche. Entrambi introducono il concetto di classi di appartenenza ad aree ben distinte, ognuna scindibile in altre sottoclassi, e così via. Soprattutto per quanto riguarda il sistema di Thorntwhite, vengono identificati areali climatici (regioni climatiche) che si spingono fino ai particolari locali introducendo due importanti parametri discriminanti come la radiazione solare e l’evapotraspirazione potenziale delle piante.
La classificazione di Köppen, secondo l’edizione definitiva del 1936 (Figura 2), suddivide il globo in 6 gruppi climatici principali, identificati da una lettera maiuscola (A: climi tropicali umidi; B: climi aridi; C: climi temperati delle medie latitudini; D: climi freddi delle medie latitudini; E: climi polari; H: climi di altitudini). Questi vengono ulteriormente suddivisi in altri sottogruppi, identificati da lettere minuscole; dalle combinazioni dei due gruppi di lettere risultano:
- Af: Clima tropicale della foresta pluviale. Caratterizzato da piogge abbondanti ogni mese (sempre superiori ai 60mm). Rientrano in questa categoria il clima equatoriale ed il clima costiero degli Alisei.
- Am: Clima tropicale monsonico, con una stagione asciutta ben definita e una stagione umida molto piovosa.
- Aw: Clima tropicale della savana, con una stagione arida più lunga e una stagione delle piogge ben definita. Caratterizza alcune regioni poste fra le fasce desertiche tropicali e l’equatore.
- BS: Clima della steppa.
- BW: Clima desertico. Ancora suddiviso tra BWh e BWk.
- BWh: Comprende il clima dei deserti tropicali, che corrispondono alle celle di alte pressioni continentali che sovrastano gran parte delle terre emerse tra i 15° e i 35° di latitudine. Fra esse vi sono i vasti deserti boreali (Sahara, Arabico-siriano, dell’Iran orientale e del Thar, come anche il deserto di Sonora nordamericano); nell’emisfero australe, deserti di questo tipo sono il Kalahari e il grande deserto interno dell’Australia.
- Cw: Clima temperato umido con inverno asciutto.
- Cf: Clima temperato umido in tutte le stagioni.
- Cs: Clima temperato umido con estate asciutta.
- Df: Clima boreale delle foreste, umido in tutte le stagioni.
- ET: Clima della tundra.
- EF: Climi del gelo perenne (calotte glaciali).
Per differenziare ancora di più le variazioni di temperatura o di altri elementi, Köppen aggiunse una terza lettera al codice, con significato:
- a: con estate molto calda; il mese più caldo è superiore a 22 °C (climi C e D).
- b: con estate calda; il mese più caldo è inferiore a 22 °C (climi C e D).
- c: con estate fresca e breve; meno di 4 mesi al di sopra di 10 °C (climi C e D).
- d: con inverno molto freddo; il mese più freddo inferiore a -38 °C (soltanto i climi D).
- h: caldo-asciutto; temperatura media annua al di sopra di 18 °C (soltanto i climi B).
- k: freddo-asciutto; temperatura media annua al di sotto di 18 °C (soltanto i climi B).