Appuntamento a Houston in Texas, uno dei principali centri mondiali della ricerca, per centinaia di studiosi italiani operativi in America o impegnati in progetti collegati col nostro Paese. La Conferenza dei Ricercatori Italiani nel Mondo, giunta con successo alla nona edizione, anche quest’anno ha fornito straordinarie occasioni di confronto per i partecipanti nei settori di studio piu’ disparati: delle scienze biomediche alla medicina, dall’ingegneria al settore aerospaziale. A Houston hanno presentato i loro lavori e i risultati che stanno conseguendo ma soprattutto hanno avviato un proficuo dibattito sui fronti comuni della ricerca, rafforzando un network tra ricercatori sulle due sponde dell’Atlantico che oggi, in mancanza di risorse adeguate per i progetti italiani, appare sempre piu’ cruciale. “La manifestazione -osserva il Console generale italiano a Houston, Fabrizio Nava- negli anni e’ diventata una realta’ di grande richiamo proprio perche’, in sinergia con le istituzioni, e’ riuscita a stabilire un filo diretto tra ricercatori italiani negli Usa e nel mondo, e ricercatori che si trovano in Italia”. Il tema di fondo, emerso dalla manifestazione appena conclusa, non a caso e’ quello del ruolo delle Universita’, dell’industria e del pubblico nell’investimento in ricerca e sviluppo. “Il networking tra ricercatori italiani negli Stati Uniti, in Italia e in Europa, tra ricerca e aziende, e’ cruciale perche’ per lanciare prodotti eccellenti serve ricerca eccellente” aggiunge Nava. Risponde a quest’esigenza, l’accordo di partnership tra l’Universita’ di Palermo e il dipartimento di medicina dell’University of Texas di Galveston lanciato due anni fa, sempre nell’ambito della Conferenza di Houston, per creare il primo programma di dottorato congiunto in Biomedicina e Neuroscienze riconosciuto sia in Italia che negli Stati Uniti. A presentare i primi risultati, conseguiti grazie al dottorato internazionale, e’ stata la professoressa e ricercatrice Cristiana Rastellini, nome di richiamo internazionale per le scoperte sui trapianti di cellule pancreatiche e ‘Super Mom Usa’ nel 2011 per avere conciliato con successo una brillante carriera e una numerosa famiglia. Durante la Conferenza, i ricercatori italiani hanno anche fatto il punto sulle nuove possibilita’ aperte in ambito europeo dal programma Horizon 2020 e sull’opportunita’ di aprire il mondo italiano della ricerca ad esperti provenienti dall’estero, sull’esempio di cio’ che sta gia’ accadendo tra Palermo e Galveston. Infine, si e’ evidenziato come proprio la crisi e il problema delle scarse risorse per la ricerca stia fornendo un forte incentivo al cambiamento per il quale servirebbe, tuttavia, una reale capacita’ d’incidere. La nona Conferenza dei Ricercatori Italiani nel Mondo e’ stata organizzata dal Comites di Houston, con il patrocinio dello Stato del Texas e del Consolato generale d’Italia locale. E’ stata peraltro l’ultimo evento dell’Anno della Cultura Italiana negli Usa, inserito nel calendario della metropoli texana. A salutarne l’avvio, in videoconferenza dalla Nasa, e’ stato anche Luca Parmitano, l’astronauta italiano tornato solo poche settimane fa dalla sua prima missione di lungo periodo sulla stazione spaziale internazionale, dove il prossimo anno sbarchera’ Samantha Cristoforetti, la prima donna italiana ad andare nello spazio.