Il Tribunale supremo del Cile, ha ordinato al governo del paese di pagare un indennizzo ai familiari di una delle vittime del terremoto (e dello tsunami che ne seguì) del 27 febbraio 2010. I magistrati hanno obbligato lo Stato a pagare 100.000 dollari ai familiari di Mario Obando, che morì trascinato dalla corrente del mare presso Talcahuano, a 508 km dalla capitale Santiago. Secondo i familiari, l’uomo aveva ascoltato alla radio un comunicato ufficiale del governo, che rassicurava sull’assenza di pericolo tsunami. Per quello rimase in casa. D’altro canto la marina cilena (che gestisce il servizio idrografico e oceanografico), ha ammesso che non venne effettuata un’analisi adeguata della situazione, e al governo vennero date notizie confuse. Molte famiglie colpite dallo tsunami hanno comunque deciso di chiedere i danni allo Stato per disinformazione.
Il terremoto del febbraio 2010 ebbe magnitudo 8.8 e lasciò circa 500 morti, molti dei quali colpiti dallo tsunami. I danni sono stati considerevoli, con edifici e ponti crollati.