Si lavora a ritmo incessante a Modena per tappare la falla dell’argine del Secchia, che ha inondato la bassa modenese tra ieri e oggi. Un’alluvione che al momento conta 600 sfollati, ma e’ un numero che “e’ destinato a crescere- sostiene la Regione- e nuove strutture di accoglienza saranno allestite in queste ore sul territorio”. La Protezione civile invita chi e’ rimasto in casa a segnalare eventuali necessita’ di viveri, farmaci o altri beni al numero 059.200.200: i Vigili del fuoco provvederanno alla consegna. Al momento, dunque, “la priorita’ principale a cui si sta lavorando incessantemente e’ chiudere la breccia dell’argine del Secchia”, spiega la Regione. Si tratta di una rottura, avvenuta nella mattinata di domenica in localita’ San Matteo, vicino Modena, che ha raggiunto i 70-80 metri. Si calcola che serviranno almeno 10.000 metri cubi di materiale per tappare il buco. “L’obiettivo e’ chiudere nel piu’ breve tempo possibile la breccia e garantire il progressivo tamponamento della falla entro le prossime 24 ore”, spiega la Regione. Per questo sono state potenziate le squadre sul campo, anche grazie all’intervento di un gruppo speciale dei Vigili del Fuoco di Roma. I tecnici dell’autorita’ di bacino (Aipo) ipotizzano che “il cedimento sia dipeso da perforazioni causate da animali come volpi e tassi”, che hanno scavato cavita’ per fare le tane, “insieme all’eccessivo carico delle precipitazioni”. Le piogge intense di questi giorni del resto hanno innalzato di 400 millimetri il livello di Trebbia, Taro, Enza e Secchia, di 300 millimetri l’altezza di Panaro e Reno. Sono poi seguite “ondate di piena significative- spiega la Regione- costantemente monitorate dai servizi tecnici competenti”. La falla nell’argine del Secchia sarebbe “avvenuta in un tratto di alveo rettilineo, regolarmente sottoposto a manutenzione attraverso periodici sfalci (l’ultimo intervento e’ di inizio dicembre, ndr), pulizie e gia’ interessato da verifiche post sisma senza che emergessero criticita’ di rilievo”. Per superare l’emergenza, spiega ancora la Regione, i tecnici dell’Aipo stanno intervenendo sia a valle che a monte dell’argine, “procedendo con il riempimento in via provvisoria dell’apertura con l’utilizzo di pietrame”. L’operazione, “tuttora in corso e resa difficoltosa dalla conformazione stessa della sommita’ arginale, e’ stata preceduta dalla sistemazione a pista adatta al passaggio dei mezzi d’opera sia a monte che a valle della frana, per un totale di circa 500 metri, al fine del raccordo con i possibili accessi”. La creazione delle piste e’ terminata nel pomeriggio di domenica e il lavoro e’ continuato con la sistemazione delle piazzole per la posa del primo pietrame. “L’attivita’ e’ tuttora in corso”, spiega la Regione.