L’impatto dell’alluvione a Modena dello scorso 19 gennaio su lavoratori e imprese. E’ questo il tema di uno studio svolto dalle ricercatrici Adapt Maria Giovannone e Silvia Spattini, che analizza le conseguenze dopo l’emergenza e i “preoccupanti danni alle attivita’ produttive e l’impatto sul mercato del lavoro locale”. “Tra le attivita’ economiche piu’ colpite quelle agricole -scrivono Giovannone e Spattini- per le quali si calcola che siano stati sommersi 10.000 ettari di terreni, quasi la meta’ della superficie agricola dei comuni colpiti e allagate 600 aziende. Non solo si registrano danni alle abitazioni, ai magazzini e alle attrezzature, ma in particolare alle coltivazioni. I seminati, soprattutto grano e orzo, sono persi, mentre a rischio sono frutteti e vigne. Coldiretti ricorda, inoltre, che ad essere state colpite sono le zone della provincia con le produzioni di maggior pregio dell’agricoltura locale e regionale: il Lambrusco di Sorbara Doc e le Pere dell’Emilia Romagna Igp”. Numerose anche le attivita’ commerciali distrutte, cosi’ come molto colpite sono anche le imprese del manifatturiero (nel complesso si calcolano circa 2.000): “In questo caso e’ Rete Imprese Italia Modena (Ascom Confcommercio Fam, Cna, Confesercenti e Lapam-Confartigianato) a denunciare danni ingenti”. “Certi, ma non ancora stimabili nella loro esatta dimensione, sono poi i riflessi di questa ennesima calamita’ -aggiungono le ricercatrici- sul mercato del lavoro delle zone colpite e sulla sicurezza dei lavoratori al rientro al lavoro”. “Fondamentali sono quindi gli interventi che possono essere messi in campo per alleviare tali effetti, consistenti in particolare negli ammortizzatori sociali”, scrivono Giovannone e Spattini. Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito la necessita’ di estendere gli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori che non possono riprendere l’attivita’ lavorativa (su questo ci sara’ un tavolo regionale per il 3 febbraio) e che e’ fondamentale procedere al ri-monitoraggio urgente di tutti gli argini dei fiumi e attivare il Comitato tecnico-scientifico sulle cause del cedimento di molti argini. Al tempo stesso, dovranno essere garantiti risarcimenti congrui e tutte le misure necessarie a far ripartire l’economia. Le attivita’ agricole potranno fare ricordo alla cig agricoltura, mentre le attivita’ industriali possono accedere alla cassa integrazioni ordinaria per riduzione o sospensione dell’attivita’ produttiva a causa di “eventi transitori non imputabili all’imprenditore o ai lavoratori”, nel caso specifico per l’alluvione. Per la maggior parte dei piccoli esercizi commerciali, sara’ fondamentale l’accesso alla cassa integrazione in deroga, nonche’ agli interventi garantiti dagli enti bilaterali, se esistenti. “Oltre agli interventi strutturali ed emergenziali volti ad affrontare le crisi innescate da questi fenomeni ‘imprevedibili’, e’ necessario mettere a punto strumenti per la prevenzione delle conseguenze che siano in grado di innalzare il piu’ possibile il livello di resilienza e di preparazione del territorio, delle popolazioni, dell’impresa e del mercato del lavoro al loro verificarsi. Tra questi, un ruolo di primo piano puo’ essere svolto dal dialogo sociale e dalle relazioni industriali. Come sottolineato dai sindacati modenesi, del resto, questa calamita’ rende evidente, in modo inequivocabile, la necessita’ di un intervento straordinario di manutenzione generale del territorio e in particolare nell’area modenese per quanto attiene la verifica e messa in sicurezza degli argini dei fiumi, per altro interessati dagli effetti del sisma 2012”.