“Stiamo conducendo lo studio con attenzione perché consente di individuare combustibile nucleare ovunque nel mondo”, ha spiegato Fumihiko Takasaki, ricercatore della High Energy Accelerator Research Organization. Secondo gli esperti il nuovo sistema potrebbe aiutare la Tokyo Electric Power Co. a ripulire la centrale di Fukushima Daiichi, colpita da un potente terremoto e tsunami nel marzo del 2011. Con la tecnologia attuale infatti non è possibile ispezionare accuratamente l’interno dei reattori danneggiati, dove si teme che il combustibile abbia fuso parte dei contenitori di sicurezza e sia penetrato nel sottosuolo. I ricercatori del Kek hanno osservato attentamente i muoni, microparticelle che cadono continuamente sulla terra dallo spazio, e attraversano liberamente acqua, corpi umani e molti minerali. Le sostanze con altissima densità, come il combustibile nucleare, riducono tuttavia fortemente il passaggio dei muoni, e ciò li rende utilissimi per scoprire dove si trova il combustibile, in questo caso quello fuso o usato dopo l’incidente.
Fukushima, scoperto nuovo modo per localizzare il combustibile fuso per bonificare la centrale
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