La “panetteria dei corpi” e gli oggetti in pelle umana: quando storia, arte, morale e religione si intrecciano

MeteoWeb

In Thailandia c’è una lunga tradizione, poi diffusasi in tutto il mondo, di intaglio della frutta. “Kae Sa Luk”; è questo il nome thailandese che identifica l’arte dell’intagliare la frutta e i vegetali…un’arte nata ufficialmente nel 1364, quando Nang Noppamart, una donna facente parte della servitù del re, decise di realizzare una decorazione a forma d’ uccello, intagliando fiori e vegetali. Il re rimase piacevolmente impressionato e fece diffondere questo tipo di arte in tutto il mondo.

Da allora, numerosi sono gli artisti che, muniti semplicemente di apposti coltelli, di frutti e di un’infinita fantasia, forgiano spettacolari composizioni che fanno bella mostra nei ricevimenti ufficiali, nei pranzi di gala e nei matrimoni. Ma in Thailandia, a Ratchabury, situata a 100 km da Bangkok, si trova un artista-fornaio noto in tutto il mondo per la sua “Body Bachery”, meglio nota come “panetteria dei corpi”. Kittiwat Unarrom, 35 anni, proviene da una famiglia di fornai e ha imparato a fare il pane all’età di 10 anni, cominciando a realizzare le sue “sculture alimentari” da quando, nel 2006, ha conseguito la laurea in Belle Arti, documentandosi sui libri di medicina, visitando musei anatomici forensi, acquisendo una straordinaria conoscenza delle tecniche di manipolazione degli alimenti base delle sue creazioni: gli occorrono semplicemente acqua e farina, cui vengono aggiunti cioccolato, uvetta, anacardi, resine e coloranti naturali, per creare teste, mani, piedi, busti umani squarciati, tumefatti, sanguinolenti, appesi a ganci da macello o esposti, come il pollame, in bella mostra sugli scaffali, posti in vaschette e avvolti nella pellicola alimentare o nella stagnola.

Si tratta di parti anatomiche umane incredibilmente realistiche, con occhi, labbra, senza capelli, smaltate con colori alimentari rosso sangue, per renderle ancora più inquietanti. Dopo la modellatura e la cottura, Kittiwat Unarrom dipinge accuratamente le sue terrificanti creazioni, perfezionando sempre più il loro sapore. Un pane “raccapricciante”, dalle sembianze umane, che nasce da una massima buddista: “ciò che vedi potrebbe non essere vero quanto ciò che pensi”…una massima del ciclo “ mai giudicare dalle apparenze”, dato che gli apparenti resti di una carneficina da far invidia ad Hannibal Lecter, nascondono la fragranza e la freschezza del pane. Nel 2010, il noto artista ha motivato le sue discutibili creazioni alla Cnn, dichiarando di realizzarle per parlare delle sue convinzioni religiose. Cuocendo il pane e modellandolo con sembianze umane, vuol mostrare al pubblico la transitorietà della vita e la necessità di andare oltre le apparenze ( il pane è pane al di là del suo orribile aspetto esteriore).

Kittiwat Unarrom, con il suo panificio, al contempo galleria d’arte, camera di tortura (per fortuna solo culinaria!), attrazione turista di Ratchabury, unendo la tradizione di famiglia con la sua particolare vena artistica e le sue convinzioni religiose, divide fortemente il pubblico: alcuni rimangono estremamente scioccati di fronte a parti umane decomposte e decapitate, altri non possono fare a meno di riconoscere la genialità nascosta dietro al “massacro” del pane. Ma c’ è di peggio: Andrew Krasnow, infatti, crea le sue opere d’arte con vera pelle umana : oggetti simili, fatti con la pelle delle vittime dell’Olocausto, sono stati ritrovati presso il campo di concentramento di Buchenwald. Con la pelle di uomini e donne bianchi, che hanno voluto donare i propri corpi al servizio della scienza medica, Krasnow ha creato bandiere, paralumi, stivali, mappe d’America, ritenendo che i suoi lavori servano a riflettere sulla crudeltà umana e sull’etica e la morale d’America. Le sue creazioni assemblano storia e politica, riflessioni personali profonde, simbolismo complesso… per questo motivo non è stato soggetto a censure o indignazioni sociali.

Condividi