Saranno i canali di Bonifica, per molti giorni a venire, a smaltire la massa d’acqua fuoriuscita dalla rotta del fiume Secchia, vicino al comune modenese di Bastiglia; attualmente, infatti, la rete idraulica consortile sta ricevendo la grande quantità idrica, facendola confluire perlopiù, grazie al canale Diversivo di Burana, verso la centrale idrovora Santa Bianca, in comune di Bondeno, da dove viene “sollevata” nell’alveo del fiume Panaro, la cui piena ha iniziato a decrescere.
“Ancora una volta il sistema della Bonifica, qui rappresentato dal Consorzio della Burana, sta dimostrando la propria efficienza nel contrastare una situazione d’emergenza, mettendo a servizio del coordinamento della Protezione Civile, uomini e mezzi a sostegno dell’azione per ridurre l’impatto degli allagamenti, esprimendo concreta solidarietà verso le popolazioni sfollate e gli agricoltori interessati dal fenomeno di esondazione. – commenta Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.) – Devo amaramente sottolineare che solo pochi giorni fa avevamo segnalato come le necessità idrogeologiche dell’Emilia Romagna erano cresciute, in un solo anno, di circa 150 milioni, sfiorando il miliardo di euro.”
Resta difficile la situazione anche nel comprensorio della Versilia, dove sono molte le zone allagate a seguito delle copiose piogge delle scorse ore, cadute su terreni già fradici e che hanno quindi riversato grandi quantità d’acqua nella locale rete idraulica. Grande preoccupazione riveste soprattutto il livello del lago di Massaciuccoli, che ha raggiunto il secondo livello di attenzione ed è abbondantemente più alto del piano campagna dei centri abitati vicini.
“Qui si impone una riflessione – prosegue Gargano – giacchè il comprensorio del Consorzio di bonifica Versilia-Massaciuccoli è una delle zone più piovose d’Italia e, nonostante i numerosi lavori idraulici realizzati, denota una persistente criticità. Non bastano quindi gli investimenti infrastrutturali, comunque insufficienti di fronte alle violente caratteristiche meteorologiche (conseguenza dei cambiamenti climatici), ma necessita una nuova politica del territorio che ha fin qui visto, in Italia, il progressivo diminuire di suolo agricolo a fronte di una crescente urbanizzazione, non di rado disattenta alle necessità dell’equilibrio idrogeologico.”