Nelle bellissime montagne del Matese, situate tra il Molise e la Campania e protette naturalisticamente grazie all’istituzione nel 1993 del Parco Regionale del Matese, è presente un patrimonio speleologico enorme. Questo compatto massiccio che raggiunge i 2050 m, coperto da una magnifica faggeta e popolato da una ricca fauna selvatica, nasconde nei suoi calcari oltre duecento cavità sotterranee (almeno queste sono quelle finora scoperte). E le nuove scoperte non finiscono mai. Qui si trovano i due abissi più profondi dell’Italia meridionale e insulare: il Pozzo della Neve ( – 1048 m) e Cul di Bove (-900 m). Da segnalare anche l’inghiottitoio di Campo Braca, con 3 km di cunicoli, l’inghiottitoio di Campo Rotondo, la grotta del Cavuto di Letino, il Concone delle Rose, la grotta del Lupo.
Una delle grotte più famose è il Pozzo della Neve, nel comune di Campochiaro, oltre che per la profondità di oltre mille metri anche per via della lunghissima storia di esplorazioni speleologiche che l’ha vista protagonista, ancora oggi non conclusasi. Presenta due ingressi, il primo fu scoperto nel 1955 e si trova a quota 1330 m, nella faggeta, sul fondo di una ripida dolina mentre il secondo, non lontano e poco più in quota, ha la caratteristica di essere stato disostruito artificialmente dagli speleologi nel 1984, dopo un accurato studio dell’andamento della grotta sottostante. Nel corso degli anni speleologi provenienti da tutto il mondo hanno scoperto nuovi rami portando lo sviluppo complessivo della grotta a circa 13 km, in un succedersi di pozzi, meandri, sifoni, sale gigantesche e stretti corridoi. Una delle grotte più estese e più profonde d’Italia.
La speranza e l’ambizione degli spelologi è di trovare una comunicazione tra il Pozzo della Neve e Cul di Bove, che sembrano appartenere ad un unico complesso carsico sotterraneo.
Il Matese nasconde anche molte altre formazioni carsiche, come doline, sink hole e campi. Famoso è anche il lago del Matese, il lago carsico più alto d’Italia, che offre uno stupendo scenario sia in inverno che in estate. Un territorio ricchissimo, coperto da estesi boschi di faggi e ricco oltre che di tradizioni locali anche di resti paleontologici, riuniti nel Paleolab di Pietraroja, un vero e proprio parco geopaleontologico ricchissimo di resti fossili di dinosauri, impronte risalenti a decine di milioni di anni fa, eccetera.