Meteo Gennaio, teleconnessioni: vortice polare ancora forte fino a metà mese, poi?

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Il mese di dicembre si è appena concluso senza averci offerto alcun sussulto di stampo prettamente invernale; si sa i mesi che regalano maggiori soddisfazioni ai freddofili e amanti della neve italiani sono gennaio e febbraio per eccellenza, tuttavia aver appreso di nevicate abbondanti ed in luoghi insoliti del medio oriente, fino al deserto arabo e in un secondo momento in Vietnam, lascia sicuramente l’amaro in bocca.

Il mese è risultato, come d’altronde c’era da attendersi, sopra media termica e secco su buona parte dell’Europa per via dell’egemonia anticiclonica alimentata dinamicamente da un vortice polare particolarmente intenso. Flusso zonale che, solo in modo effimero, conosce rallentamenti degni di nota in grado di alimentare circolazioni depressionarie sul bacino del Mediterraneo.

Ad inizio ottobre erano già presenti i segnali teleconnettivi che indicavano, almeno per la prima parte d’inverno, una predominanza della zonalità e quindi la costante presenza dell’anticiclone delle Azzorre. Tra tutti la Qbo abbondantemente positiva a 30hPa e 50hPa, l’attività magnetica solare debole o al più moderata (Ap index tra 6 e 10) con il Sole che, secondo le proiezioni Nasa, produrrà circa 64 macchie/giorno. Enso generalmente neutrale, temperature superficiali marine atlantiche generalmente positive sono tutti fattori che contribuiscono a non destabilizzare il vortice polare. L’apice si è avuto il 15 dicembre scorso in cui l’indice North Annular Mode (NAM) ha toccato il valore di +2 a 10hPa dopo che nel mese di novembre era stata raggiunta la soglia di precondizionamento di +1,5, dopo la quale è lecito attendersi oltre un mese di correnti zonali e alta pressione alle medie latitudini. E cosi finora sta accadendo tanto che l’indice A0, che riporta l’intensità del vortice polare in troposfera, ha raggiunto nei giorni scorsi il valore di +4 a compimento dell’ ESE event di tipo cold (stratcooling).

Per la prima metà di gennaio è molto probabile che tale pattern contraddistinto da zonalità si riproponga (Nao+, AO+ e PNA neutrale) anche se qualche segnale di cambiamento, a partire dalla troposfera si sta registrando. Il trasporto di massa e calore per merito del meccanismo dell’E-P Flux si è fatto sempre più intenso dagli ultimi giorni di dicembre per lo meno sino alla quota di 10hPa dove il flusso risulta convergente. Nel medesimo arco temporale infatti si evince una netta ripresa dell’attività delle waves 1 e 2, e risalita termica a 30hPa e 10hPa sulla verticale del Polo Nord. Da evidenziare la notevole diminuzione, attesa nei prossimi giorni, nella velocità del flusso zonale a 1hPa. Le carte di analisi alle quote stratosferiche dei giorni scorsi mostravano una tendenza a riscaldamento stratosferico di tipo MINOR sul lungo termine, attualmente ritrattate, tuttavia è netta una forte ellitticizzazione del VPS che penalizzerebbe, dal punto di vista di freddo e gelo, il comparto USA e siberiano – est europeo. Visti e considerati gli indici sopracitati, non particolarmente favorevoli a disturbi importanti del vortice polare soprattutto stratosferico, bisogna ora analizzare il futuro andamento della Mjo, indice di variabilità atmosferica della fascia equatoriale che consiste nel moto lungo la fascia equatoriale stessa di un nucleo di precipitazioni anomale. Ebbene, dopo una prima decade e poco più ancora caratterizzata dagli effetti del superamento della soglia Nam  a 10hPa e quindi contraddistinta da vortice polare ancora forte con flussi zonali veloci, Il transito della MJO nelle fasi 7-8 potrebbe disaccoppiare i due vortici favorendo un disturbo di quello troposferico. Di seguito viene proposta un’elaborazione grafica che riporta le anomalie di geopotenziale a 500hPa attese durante la fase Mjo 7 a gennaio in corrispondenza di una fase ENSO neutrale. Appare dunque probabile nel mese di gennaio assistere ad ondate di freddo di origine continentale, da est, per via di estensioni dell’alta pressione delle Azzorre sul nord Europa fino alla Scandinavia, previsione in accordo con la tendenza meteo stagionale elaborata da IBIMET (che in questa prima parte d’inverno ha ottenuto i migliori risultati dal punto di vista termico, barico e precipitativo).

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