Nel caso di uno scenario tra i più catastrofici, con un quarto delle infrastrutture elettriche allagato o fermo, almeno 1,5 milioni di case resterebbero al buio, 140 km di linea metropolitana e i ponti sul fiume sarebbero inagibili. Più di cinque milioni di persone resterebbero senza acqua potabile, soprattutto in periferia. Il funzionamento stesso dello Stato e delle istituzioni sarebbe a rischio. Si potrebbero perdere 400 mila posti di lavoro.
“L’impatto di una esondazione di questo tipo a Parigi oggi sarebbe ben più importante rispetto a un secolo fa, con serie conseguenze economiche e sociali, a cui bisogna aggiungere l’interruzione dei servizi pubblici e i danni materiali”, ha spiegato Rolf Alter, direttore della Governance pubblica e lo Sviluppo territoriale presso l’Ocse. Secondo gli esperti, i danni causati dalla tempesta Sandy a New York nel 2012 devono fare scuola. Hanno dimostrato che le “grandi città moderne e sempre più dense” sono “vulnerabili”.
Secondo il rapporto compilato dall’organizzazione internazionale con sede a Parigi, realizzato in collaborazione con il ministero dell’Ecologia e il consiglio regionale dell’Ile-de-France, la capitale “deve prepararsi a gestire questo rischio” e “adattare le sue infrastrutture a rischi di eventi climatici estremi”.