Piomba il vero gelo nell’inverno siberiano, in molte località le massime giornaliere non hanno superato i -53°C

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Fino alla terza decade di Dicembre l’inverno, su gran parte del comparto siberiano, si è presentato insolitamente mite, dato il particolare pattern atmosferico, condizionato dagli indici “AO” e “NAO” positivi (contraddistinti da una netta contrapposizione barica fra il vortice polare e l’alta pressione delle Azzorre) che hanno dominato per gran parte del periodo autunnale lungo tutto l’emisfero boreale, sfornando svariate tempeste e profondissimi cicloni extratropicali sul nord Atlantico. Questo pattern, con “AO” e “NAO” positivi, con contributo di una “QBO” passata su terreno positivo, hanno contribuito a mantenere un vortice polare troposferico piuttosto solido e compatto sopra il mar Glaciale. La presenza di un profondo vortice polare sull’Artico ha agevolato il sensibile rinforzo delle correnti occidentali, rinvigorendo il flusso zonale alle medie e alte latitudini che ha ruotato attorno tutto l’emisfero settentrionale, con velocità piuttosto elevate. Queste correnti occidentali, prevalentemente da O-SO e da SO, a tratti anche intense e burrascose nel sud della Siberia, penetrando ad est degli Urali hanno scacciato l’aria molto e fredda e pesante, che in questo periodo dell’anno si isola sopra i vasti territori della Siberia centrale (“raffreddamento pellicolare”), verso nord, favorendo un ricambio di aria temperata continentale nei bassi strati che ha fatto schizzare i termometri oltre il muro dei -5°C +0°C.

Si tratta di valori ampiamente superiori rispetto le tradizionali medie di stagione. Da Irkutsk, a Kirensk, da Perm a Krasnoyarsk, da giorni, per merito della mite ventilazione occidentale, le temperature si sono spinte su cifre positive, sfondando, seppur di poco, il muro dei +0°C in pieno giorno. Un cambiamento si potrà vedere a partire dalla prima decade di Gennaio, quando aria decisamente fredda, d’estrazione artica, si catapulterà verso l’area siberiana occidentale e gli Urali. Ma avverrà ormai troppo tardi per raddrizzare una stagione invernale già compromessa dalla partenza. Ora però la situazione è radicalmente cambiata. Il frazionamento del vortice polare troposferico, in due grandi “lobi” posizionati fra l’Artico canadese e la Siberia centro-orientale, provvisti di aria gelidissima d’estrazione artica a tutte le quote, sta producendo un brusco raffreddamento di tutta l’area siberiana centrale, dove all’effetto “Albedo”, già molto forte in inverno per il cospicuo innevamento dei suoli, si somma pure la discesa di massa d’aria molto gelide, direttamente provenienti dalla Calotta Artica, che scivolando lungo il margine più occidentale dell’ampia depressione artica che da giorni insiste sopra l’altopiano della Siberia orientale (“lobo siberiano”), essendo molto dense e pesanti, tendono a depositarsi sopra lo strato di aria molto gelida già preesistente presso il suolo gelato e innevato.

La discesa delle masse d’aria gelide, di matrice artica, sta determinando un forte raffreddamento, lungo i territori dell’altopiano della Siberia centrale e sulla Siberia orientale, dove in molte località e villaggi della taiga siberiana la colonnina di mercurio è scivolata sotto il muro dei -50°C. Non è un caso se stavolta i picchi di gelo si stiano registrando più ad ovest della Repubblica di Jacuzia, nel cuore della Siberia centrale, fra la penisola di Tajmyr e il settore più occidentale della Jacuzia, dove si è isolato un vasto e solido “cuscinetto d’aria gelidissima” (“lake cold siberiano”). Una volta attenuata, quasi del tutto, la gelidissima ventilazione dai quadranti settentrionali, che trasportava l’aria molto gelida dalle latitudini artiche fino al cuore della Siberia, i termometri, sotto la spinta delle formidabili inversioni termiche che contraddistinguono le lunghe nottate dell’inverno siberiano, sono scivolati al di sotto del fatidico muro dei -49°C -50°C. In alcune città, come Agata, stamattina il termometro è scivolato a -54°C, con un picco registrato proprio nelle prime ore del mattino. Da brividi la performance di Selagoncy, che stamani è scesa sotto la soglia dei -56°C, con una massima giornaliera di ben -52°C, registrata alle 04:00 PM (ora locale). La giornata di ghiaccio di Selagoncy, con estremi termici giornalieri di ben -52°C/-56°C, è stata condita da una situazione climatica quasi perfetta per il raggiungimento del grande gelo, con totale assenza di ventilazione e cieli sereni durante le ore notturne. Ancora più notevole la massima di soli -53°C di Khabyardino, a soli 457 metri di altezza, cosi come la stessa Suhana, che in pieno giorno, nelle poche ore di luce solare, non è riuscita a salire ben oltre i -53°C.

Ma in alcune aree ristrette, all’interno dell’altopiano centrale siberiano, i termometri, localmente, sono riusciti a scendere anche sotto la soglia dei -57°C, per merito dei vasti rasserenamenti e dell’attenuazione della ventilazione dai quadranti settentrionali. Questo brusco raffreddamento, seppur ritardato sulla normale tabella di marcia stagionale, sta agevolando un brusco aumento della pressione barometrica nello strato d’aria prossimo al suolo, contribuendo alla graduale costruzione del famoso e potente anticiclone di origine termica siberiano, che proprio in questo periodo dell’anno dovrebbe essere il vero protagonista dell’inverno siberiano. L’alta pressione termica inizia, gradualmente, a prendere piede su buona parte del territorio siberiano, riuscendo, seppur a piccoli passi, ad infilarsi in direzione del bassopiano della Siberia occidentale, anche se i massimi barici, di oltre i 1040 hpa, rimarranno confinati sopra il sud della Jacuzia. Il grande gelo, nei prossimi giorni, farà registrare una nuova intensificazione proprio sugli innevati territori della Jacuzia, dove si potranno registrare nuovi picchi, con minime sotto il muro dei -57°C -58°C. Gelo molto intenso anche nella Siberia centrale, dove in varie località i termometri rimarranno inchiodati al di sotto del muro dei -50°C.

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