E’ quasi con emozione che ci si appresta a commentare gli ultimi aggiornamenti modellistici, in particolare quelli “sfornati” dal modello americano GFS. Sia ben chiara una cosa però: l’emozione è principalmente dovuta al fatto che, finalmente, la stagione invernale pare voglia tornare a “recitare” un copione decisamente più consono al periodo; non è nostra intenzione, però, proclamare l’arrivo del “GELO SIBERIANO“, troppo spesso tirato in ballo in questi ultimi giorni da sedicenti professionisti del settore. Sino ad oggi il “Generale Inverno” ha preferito l’altra sponda dell’oceano Atlantico, favorendo nevicate a ripetizione su gran parte degli Stati Uniti; ora, però, dopo uno sfibrante “primo tempo”, pare abbia tutte le intenzioni di “tornare in campo” con tutt’altri obiettivi. Ma procediamo con ordine…
Come già ampiamente esposto, nel suo editoriale, dal direttore Peppe Caridi, l’attesa “svolta” è ormai imminente sull’Italia: nel corso dei prossimi giorni, difatti, assisteremo ad un brusco peggioramento delle condizioni meteorologiche che favoriranno forte maltempo con freddo e tanta neve su gran parte del nostro Paese, a quote medio/basse, per la prima volta nella stagione; è necessario ribadire, però, che non ci aspettiamo nessuna ondata di GELO, ma semplicemente una fase dal sapore decisamente più invernale. Si tratterà, infatti, di aria polare marittima che, con il passare delle ore, si avvarrà di un discreto contributo artico. Il primo impulso perturbato, atteso sulle nostre regioni Settentrionali tra giovedì 23 e venerdì 24, nel suo movimento con direzione Nord-Ovest/Sud-Est favorirà rovesci, temporali e nevicate a quote molto basse sui settori Nord-Orientali ed in Emilia Romagna, fino ai 200–300 metri di quota (forse qualche fiocco anche in piaura nella serata), con importanti accumuli sull’Appennino Tosco-Emiliano. Temperature in deciso calo e nevicate, a partire dai 400 metri, anche in Sardegna, mentre sull’Appennino peninsulare la quota neve si attesterà, inizialmente, intorno ai 900/1.000 metri. Nel corso della giornata di sabato 25 il maltempo si concentrerà al Sud, a parte residui fenomeni su medio Adriatico e nevicate a 400 metri sull’Appennino centrale, ove non mancheranno fenomeni intensi e nevicate dagli 8/900 metri sull’Appennino Meridionale, abbondanti nelle zone più esposte, e cioè soprattutto tra Puglia, Calabria e Sicilia come possiamo osservare dalle mappe a corredo dell’articolo. Domenica 26 un nuovo impulso d’aria fredda favorirà un rinvigorimento dei fenomeni sulle regioni Centro-Meridionali, in particolare su medio-basso versante Adriatico, Calabria e Sicilia con nuove occasioni per abbondanti nevicate sui rilievi a quote collinari, forti piogge e temporali su coste, pianure e basse colline.
Nel corso della settimana successiva, stando agli ultimi aggiornamenti modellistici, l’affondo perturbato responsabile del peggioramento atteso per il fine settimana potrebbere fungere da apripista a favore di masse d’aria via via più fredde ed instabili, proprio in direzione del Mediterraneo e della nostra Penisola. Meccanismo, questo, che potrebbe essere favorito dall’Anticiclone delle Azzorre il quale, finalmente, potrebbe tentare un’elevazione lungo i meridiani facilitando, così, la discesa di aria artico-marittima in sede mediterranea e contribuendo a riportare un clima invernale sull’Italia, con la neve che potrebbe scendere sino a quote molto basse al Nord e collinari sulle regioni Centrali proprio in concomitanza dei temibili “Giorni della Merla“.
Ci teniamo ancora una volta a sottolineare che, per il momento, è difficile ipotizzare un intervento diretto, sulle nostre regioni, dell’Anticiclone Russo-Siberiano il quale preferisce mantenere ancora le sue “gelide” posizioni, fin sul comparto centro-orientale del Vecchio Continente.
Non vi resta che seguire con particolare attenzione i prossimi necessari aggiornamenti.