Prosegue nella sua veste anonima l’inverno Europeo ed italiano caratterizzato da correnti oceaniche alternate da repentine e robuste rimonte anticicloniche, spesso di matrice sub tropicale. Un inverno quindi caratterizzato da abbondanti nevicati solo sulle Alpi e sulle alture dei rilievi del centro sud ( quasi sempre oltre i 1000m), precipitazioni abbondanti al nord e frequenti nebbie. Per molti la causa di tale monotonia e assenza di freddo è da ricercarsi nell’evento di ESE cold che ha compattato il vortice polare fino in troposfera intensificando notevolmente le correnti zonali.
Ebbene il raffreddamento stratosferico e conseguente compattamento del vortice polare hanno sicuramente giocato a favore della zonalità e dell’assenza di ondulazioni meridiane in grado di veicolare aria fredda polare verso le basse latitudini ma è importante ricordare e sottolineare che le ondate di gelo non dipendono esclusivamente dall’andamento stratosferico.
Se cosi fossi attualmente non staremo ad osservare gli Stati Uniti sotto alle prese con l’ondata di gelo più forte degli ultimi 20 anni. A titolo informativo, nel 1993 la situazione stratosferica era molto simile a quella attuale e il vortice polare aveva regalato un inverno generalmente zonale. Tuttavia il i primi di gennaio 1993 una forte e veloce ondata di gelo continentale aveva arrecato nevicate sino alla costa in molte regioni del centro sud, a ricordare che l’ondata di gelo non dipende solo ed esclusivamente dai riscaldamento stratosferici (warming, specialmente di tipo major). Molto importanti è valutare anche le anomalie termiche oceaniche (AMO, ENSO, PDO), l’andamento delle fasi MJO, l’innevamento etc.
Fino alla metà del mese circa L’Europa sarà alla prese con una rimonta anticiclonica di matrice sub tropicale alimentata dinamicamente da un leggero affondo del getto polare in uscita dagli States nord orientali. Stabilità meteo che verrà poi messa in crisi da una leggera perturbazione che transiterà sulle nostre regioni nel prossimo week end, accompagnata da molte nubi ma poche precipitazioni. A seguire i centri di calcolo previsionali mondiali più attendibili, specialmente Ecmwf, già da qualche giorno, come ci si attendeva,iniziano a mostrare un centro rallentamento del flusso zonale con la corrente a getto polare costretta ad effettuare le prime importanti ondulazioni. Tendenza inoltre confermata anche dall’andamento del Pna index, previsto in deciso aumento, e l’Ao index in forte calo in connubio con un Nao index che rimarrà sostanzialmente positivo. Appare dunque molto probabile che nella seconda metà del mese l’assetto sinottico europeo possa cambiare con alta pressione delle Azzorre propensa a distendersi lungo le isole britanniche e la penisola scandinava in grado quindi di richiamare, lungo il bordo meridionale, correnti di aria più fredda verso l’Europa orientale ed infine sull’Italia.
Tale ipotesi assume sempre maggiore credibilità ma per maggiori certezze vi rimandiamo ai prossimi aggiornamenti.