Trentasei anni, originaria del Trentino-Alto Adige, l’astronauta Samantha Cristoforetti – la prima donna italiana (e terza europea in assoluto) a lasciare la Terra per lo spazio – partirà per la stazione spaziale internazionale il prossimo 24 novembre, dalla base spaziale di Baikonur, in Kazakistan. Dopo un volo in verticale di circa 100 km con altri due astronauti (un russo e uno statunitense), raggiungerà la stazione spaziale per rimanerci sei mesi ad effettuare diversi esperimenti.
Oggi la presentazione ufficiale nella sede del governo a palazzo Chigi, con il presidente dell’Agenzia spaziale italiana Enrico Saggese, il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Pasquale Preziosa e il vice ministro del Lavoro Maria Cecilia Guerra. Un’occasione anche per svelare il logo della missione, che è stata già chiamata “Futura” e che, ha spiegato Saggese, “esprime la volontà di avere un futuro brillante”.
“Paure? Sinceramente non mi spaventa nulla”, ha detto Cristoforetti, arrivata alla spedizione nello spazio con un curriculum eccezionale: diploma al liceo scientifico di Trento, laurea in Ingegneria aeronautica all’Università Tecnica di Monaco di Baviera, diploma all’Accademia aeronautica militare (come i suoi colleghi Roberto Vittori e Luca Parmitano), addestrata come pilota di guerra.
“E’ una grande gioia essere qui e poter parlare di questa nuova bella avventura dell’Italia nello spazio – ha continuato Cristoforetti – Per me è un grande privilegio, sento la responsabilità e sto cercando di prepararmi bene. Sono comunque molto serena, vivo la preparazione con impegno e coscienziosità ma anche con piacere”. Per ora non è prevista nessuna passeggiata spaziale, “ma non si sa mai, sicuramente mi piacerebbe molto”. In particolare Samantha Cristoforetti nel suo periodo nello spazio si occuperà di gestire il braccio robotico della stazione spaziale e di effettuare alcuni esperimenti, già stabiliti dall’Asi con un bando. Tra questi ci sono esperimenti in vitro sull’effetto delle nanoparticelle sul tessuto osseo, sull’utilizzo di stampanti 3D, uno studio sul ritorno venoso dal cervello, uno sull’equilibrio e uno studio sul sonno. “L’addestramento è a buon punto – ha spiegato ancora – e farò una prova generale a fine maggio, perchè sarò nell’equipaggio di riserva dei tre astronauti che partiranno a fine maggio e devo essere pronta per ogni eventualità. Le competenze generiche della missione quindi le ho già acquisite: negli ultimi mesi mi concentrerò sul programma degli esperimenti”. Nessun “peso” nemmeno dal fatto di essere la prima donna italiana nello spazio: “Non voglio che passi il messaggio per cui io ho un merito particolare ad esserlo, è stata semplicemente una casualità”, ha concluso.