Il temuto impatto della bolla di plasma solare con lo ‘scudo’ magnetico del nostro pianeta e’ stato piu’ debole del previsto e non ha prodotto rilevanti perturbazioni al campo geomagnetico. Resta pero’ ancora alta l’attenzione sull’enorme macchia solare che ha generato l’eruzione e si prevedono nei prossimi mesi fenomeni di grande intensita’. “La bolla di plasma – ha spiegato Mauro Messerotti esperto di fisica solare all’Osservatorio Astronomico di Trieste dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) – e’ stata piu’ lenta del previsto e durante il suo percorso ha perso parte della sua energia. L’arrivo del ‘fronte’ delle particelle cariche era infatti previsto nella tarda mattinata di ieri ma e’ stato effettivamente rilevato solo verso le 21 e la perturbazione al campo geomagnetico e’ stata molto lieve”. Gli esperti dell’Agenzia americana per l’atmosfera e gli oceani (Noaa) mantengono comunque alta l’attenzione nel monitorare l’evento in attesa che l’intero flusso di particelle superi completamente il nostro pianeta e non si verifichino perturbazioni ‘ritardatarie’. Il Sole continuera’ a rimanere un osservato ‘speciale’ in quanto “ci saranno di sicuro altri eventi rilevanti – ha aggiunto Messerotti – sappiamo infatti che a livello statistico gli eventi piu’ importanti si sono verificati in fase di salita o discesa dell’attivita’ solare e ora siamo nella fase di massimo del cosiddetto ciclo di 11 anni dell’attivita’ solare”. “Al di la’ di eccessivi allarmismi – ha concluso Messerotti – questi fenomeni possono provocare danni a vari livelli, da problemi alle comunicazioni fino a danni piu’ consistenti a elettrodotti e oleodotti. Uno degli ultimi incidenti e’ avvenuto in Sud Africa nel 2003 quando diverse centrali elettriche sono state gravemente danneggiate da un sovraccarico alla linea elettrica provocata da una tempesta geomagnetica”.
Tempesta geomagnetica solare, l’impatto più debole del previsto
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