Continua a piovere in Veneto e la situazione è molto difficile in tutta la Regione: la foto a corredo dell’articolo ci è stata inviata da San Zenone Degli Ezzelini, in provincia di Treviso, mentre aumenta la preoccupazione per il livello dei fiumi nella Bassa veronese. Sono ore di apprensione in particolare tra Terrazzo e Begosso, estreme propaggini della provincia. Il Terrazzo, piccolo affluente dell’Adige, e’ gia’ tracimato a Merlara, nel padovano, poco oltre il confine con il veronese. Se nelle prossime ore la pioggia non diminuira’ e’ prevedibile che nella notte il fiume possa rompere gli argini anche a Terrazzo; c’e’ forte apprensione anche a Legnago (Verona) per il livello del Busse’.
DANNI A VERONA – Il maltempo ha causato danni anche a Verona. La polizia municipale e’ intervenuta sopra la localita’ Avesa, dove uno smottamento del costone roccioso ha scaricato sulla strada una quantita’ di pietre che hanno occupato la banchina e una parte della corsia in salita verso Montecchio. In mattinata i detriti piu’ grossi sono stati rimossi dagli stessi agenti, che hanno poi delimitato la zona con nastro bicolore e cavalletti per evitare pericoli. I vigili sono intervenuti anche nella frazione di Montorio, dove un albero e’ caduto sulla strada ciclopedonale, ostruendola quasi interamente.
IL GOVERNATORE ZAIA: “DANNI INIMMAGINABILI” – “Ho dichiarato, con un decreto, lo stato di calamita’ in Veneto a causa del maltempo. Abbiamo assegnato per le prime necessita’ un milione di euro”. Lo ha annunciato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, al termine della seduta odierna della giunta regionale nel corso della quale e’ stato deciso di presentare immediatamente la richiesta di recepimento da parte del governo per lo stanziamento delle risorse necessarie a far fronte all’emergenza. “Interventi – ha aggiunto – che tutte le Regioni piu’ volte hanno chiesto al governo vengano liberati dai lacci del Patto di stabilita'”. “Nel Veneto gia’ colpito dall’alluvione del 2010 – ha aggiunto – i danni sono inimmaginabili e incalcolabili e i dati meteo sono peggiori rispetto al 2010. Faccio un appello ai media nazionali: si rendano conto che l’acqua non c’e’ solo a Fiumicino. L’attuale calamita’ coinvolge tutto il Veneto e c’e’ grande preoccupazione per quanto riguarda le temperature in questi giorni che dovrebbero essere i piu’ freddi dell’anno. Questo caldo rischia di far sciogliere la neve che si e’ accumulata in montagna e riversare una mole enorme di acqua nei fiumi gia’ ingrossati. Se si verificasse, sarebbe peggio che nel 2010”.
CRITICITA’ DIVERSE DAL 2010 – “Rispetto a quanto avvenuto nel 2010, il maltempo nel Veneto ha messo in luce una criticita’ diversa: si sta allagando il sistema secondario dei corpi idrici e non e’ possibile smaltire l’acqua in eccesso verso i grandi fiumi perche’ sono gia’ pieni. Stiamo quindi cercando di centellinare la quantita’ d’acqua da far defluire”. E’ quanto ha fatto rilevare l’assessore regionale alla difesa del suolo Maurizio Conte commentando, al termine dei lavori della giunta, la situazione di emergenza conseguente al maltempo che ha colpito il Veneto. “L’ultimo mese – ha detto Conte – e’ stato pesante sul fronte delle precipitazioni. Ma il dato importante e’ che grazie alle opere realizzate fino ad oggi e’ stata data risposta alle possibilita’ di resistenza degli argini dei corsi d’acqua. Ricordo infatti a chi dice che finora non si e’ fatto niente che nel 2010 l’alluvione e’ stata causata da oltre trenta rotture arginali sul territorio regionale. Finora gli argini hanno tenuto”. “L’azione forte da fare nei confronti del governo – ha evidenziato l’assessore – e’ di tornare a chiedere di liberare dal Patto di stabilita’ le risorse destinate a far fronte al dissesto idrogeologico. Attualmente, infatti, anche in presenza di un piano di interventi, le risorse non potrebbero essere spese a causa di questi vincoli. Inoltre, per accelerare la tempistica rispetto all’emergenza ci vorrebbe un commissario con poteri speciali”. Con le procedure ordinarie, ad esempio, per fare un bacino di laminazione servono anni.
EMERGENZA NEL PADOVANO – Il prefetto di Padova Patrizia Impresa ha fatto visita alla sala operativa istituita in citta’ dalla Protezione civile per l’emergenza maltempo. E’ stato intanto reso noto che personale e mezzi della protezione civile stanno rientrando nel padovano dal bellunese, dove nei giorni scorsi erano intervenuti per tamponare i disagi legati ai blackout e alle insistenti nevicate. “Le situazioni piu’ a rischio – ha spiegato l’assessore provinciale alla protezione civile Mauro Fecchio – si trovano a Battaglia e Selvazzano Dentro, dove abbiamo a che fare con allagamenti dovuti alla rete minore dei canali, e a Bovolenta dove invece preoccupa il sistema del Bacchiglione”. “Chi decide le priorita’ il deflusso delle acque e’ il genio civile – ha poi aggiunto, riferendosi alle osservazioni del sindaco di Montegrotto Terme Massimo Bordin – Se dovessimo applicare alla lettera la normativa saremmo quasi esautorati da ogni compito; stiamo facendo molto di piu’ di quello che istituzionalmente dovremmo fare ma di certo non ci mettiamo in mezzo noi a trattare o contestare al genio civile le priorita’ e la pericolosita’ delle situazioni”. Il primo cittadino di Montegrotto Terme aveva criticato le scelte compiute dal genio civile e “l’immobilismo” della Provincia di Padova, che hanno portato all’allagamento di buona parte del Comune termale.
LA SITUAZIONE A VICENZA – “Permane lo stato di allarme lungo il Retrone. Invece il Bacchiglione e’ sotto il livello di guardia in costante calo con le precipitazioni in attenuazione”. Questo e’ il messaggio inviato poco fa dal Comune ai cittadini di Vicenza che si sono iscritti al servizio Sms per avere aggiornamenti sullo stato dell’emergenza fiumi. “L’emergenza e’ passata senza particolari danni in citta’ dove, nonostante si siano verificati alcuni allagamenti, vaste zone che in passato – ha dichiarato il sindaco Achille Variati – hanno subito danni sono rimate asciutte grazie ai lavori realizzati per la salvaguardia del territorio negli ultimi anni. Rimane alta l’attenzione per il Retrone”. Le precipitazioni in attenuazione fanno prevedere un costante abbassamento del livello del fiume Bacchiglione, sceso sotto il livello di guardia e attualmente sotto quota 4 metri. Rimane monitorata la situazione del Retrone, il cui livello continua a scendere ma molto lentamente e per questo motivo rimane lo stato di allarme.
ALTO RISCHIO VALANGHE SULLE ALPI PER LE GRANDI NEVICATE – E’ ancora al massimo livello (grado 5) il rischio di valanghe nella montagna veneta, dove permane elevata la criticita’ in questo settore, sia nella zona dolomitica sia nelle Prealpi. E’ quanto sottolinea l’aggiornamento della situazione emesso dal Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile del Veneto, con validita’ dalle ore 14 di oggi. Gli spessori della neve al suolo sono molto importanti a tutte le quote e l’instabilita’ e’ generalizzata anche per il persistere di nuove nevicate. La neve fresca e’ in fase di assestamento (riduzione di spessore) ma non di consolidamento. Fino a 1600-1800 m la neve in superficie e’ umida e pesante mentre all’interno e’ ancora fredda e incoerente. Pertanto il pericolo di valanghe e’ molto forte (grado 5) oltre i 1300-1500 m di quota.
Sono ancora da aspettarsi valanghe di grandi dimensioni che potranno raggiungere i fondovalle. Queste le previsioni per i prossimi giorni. Domani, mercoledi’ 5 febbraio, il pericolo sara’ ancora molto forte (grado 5) nelle Dolomiti oltre i 1300-1500 m di quota mentre nelle Prealpi la situazione migliorera’ e il rischio diventera’ forte (grado 4). Giovedi’ pericolo forte su tutta la regione (grado 4). Nelle Dolomiti, soprattutto nella fascia altimetrica fra i 1300 e i 1900 m l’instabilita’ del manto nevoso e’ generalizzata per la complessa struttura della neve al suolo e gli spessori elevati. Oltre i 1900 m la neve e’ asciutta ma anche il vento ha contribuito a determinare accumuli notevoli nei canaloni e versanti sottovento. Pertanto saranno probabili ancora molte valanghe spontanee di media grandezza e singole grandi valanghe lungo i percorsi abituali che potranno arrivare anche a fondovalle. L’attivita’ valanghiva spontanea potra’ interessare ancora vie di comunicazione anche a fondovalle, aree sciistiche e nuclei abitati nelle situazioni particolarmente esposte.