Astronomia: caccia a pianeti alieni abitabili con i telescopi italiani di “PLATO”

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plato telescopioAncora una missione spaziale a firma italiana: si tratta di PLATO, selezionata dall’Agenzia spaziale europea nell’ambito del programma Cosmic Vision 2015-2025 ed il cui lancio su Soyuz e’ previsto dalla base di Kourou entro il 2024. Si tratta di un osservatorio spaziale per la ricerca di pianeti orbitanti attorno alle stelle, una missione chiamata ad affrontare due temi chiave: quali sono le condizioni per la formazione dei pianeti e l’emergere della vita e come funziona il sistema solare. Nel dettaglio PLATO, acronimo di Planetary Transits and stellar Oscillations, e’ un satellite, tecnologicamente molto sofisticato, composto da una batteria di piccoli telescopi (34) ma con un enorme campo di vista, in grado di osservare per la prima volta contemporaneamente immense zone di cielo, con l’ambizione di trovare il primo pianeta ”abitabile” simile al nostro.
plato02I 34 telescopi di PLATO sono stati disegnati da un team italiano coordinato da Roberto Ragazzoni, astronomo dell’Inaf, dell’Osservatorio di Padova e docente di Ottica dell’Universita’ patavina. Ognuno degli straordinari telescopi di PLATO e’ in grado di vedere correttamente una regione di cielo di area 5000 volte quella della luna piena, tutti insieme abbracciano un campo di vista simile a quello dell’occhio umano. Con questi occhi PLATO e’ in grado di guardare a circa centomila stelle brillanti alla volta, quelle che si trovano a noi vicine, evidenzia l’Inaf. Una volta lanciato PLATO sorvegliera’ un milione di stelle per sei anni e fra queste individuera’ sicuramente mondi alieni che per dimensioni, composizione e temperatura possano permettere lo sviluppo della vita, in modo da poi poter concentrare su queste lo sforzo dei tanti telescopi spaziali ed a terra. ”PLATO completera’ il lavoro iniziato da GAIA, il satellite lanciato lo scorso dicembre dall’Agenzia spaziale europea, che nei prossimi anni censira’ le stelle nell’intorno del Sole determinandone posizione e tipologia con accuratezza mai raggiunta prima – dice Giampaolo Piotto, docente di Astronomia dell’Universita’ di Padova, e membro dello Science Team -.
platoPLATO ci dira’ quali tra queste stelle ospitino sistemi solari simili al nostro, e ci fornira’ la completa comprensione dell’architettura di questi sistemi solari, e di dove possa essere presente la vita”. PLATO e’ frutto dell’eccellenza italiana nel campo della ricerca in ottica e fornira’ una prestigiosa opportunita’ all’industria italiana del settore. Anche l’elettronica di bordo sara’ in parte made in Italy, grazie all’esperienza nel campo dei sistemi elettronici per lo spazio dei nostri ricercatori e della nostra industria spaziale. Il contributo italiano a PLATO e’ finanziato dall’Agenzia spaziale italiana. Sono quasi un centinaio gli scienziati italiani, in gran parte dell’Inaf, che lavorano alla progettazione della strumentazione e alla preparazione scientifica di PLATO in tutta la penisola, da Padova a Catania, Milano, Firenze, Palermo, Torino, Napoli, Roma. E’ italiano anche un segmento del centro elaborazione dati, curato dall’ASDC, il centro per i dati scientifici dell’Agenzia Spaziale Italiana. ”La comunita’ italiana e’ entusiasta per le opportunita’ fornite da PLATO. Siamo gia’ molto attivi nello studio degli esopianeti e stiamo preparando la missione CHEOPS, una piccola missione spaziale dell’Esa, che partira’ nel 2017, per caratterizzare esopianeti noti”, dice Isabella Pagano, coordinatrice per Inaf del progetto, ”cruciale per progredire nella fisica degli esopianeti e nella fisica stellare e l’occasione per molti giovani studiosi di lavorare a un progetto di ampio respiro e di lungo termine fianco a fianco con i loro colleghi europei”. La missione Plato va ad aggiungersi ad altre due di classe media e con forte partecipazione Inaf come Solar Orbiter e Euclid.

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