La forte scossa di terremoto, di magnitudo 6.1 Richter, che stamattina ha fatto tremare Cefalonia, a largo delle coste greche occidentali, ha causato anche diverse frane che si sono distaccate dai costoni roccioni dell’isola ionica. Alcune di queste frane sono precipitate in mare, lasciando un enorme striscia di detriti che è stata trasportata verso il largo dalle correnti marine che battono la zona. L’area da giorni è interessata da una intensa sequenza sismica che ha scatenato forti scosse sismiche. Fra questi quello più forte si è verificato proprio lo scorso 26 Gennaio. Sisma che aveva infatti danneggiato numerose strade e imbarcazioni. L’isola era stata messa in stato d’allerta e la settimana scorsa erano state registrate numerose repliche. I danni si registrano in particolare nella zona di Lixuori. Qui molti abitanti dormivano fuori casa dalla scossa del 26 Gennaio scorso. I feriti sono stati quasi tutti colpiti da oggetti e non sono in gravi condizioni. Testimoni raccontano però di blackout di corrente e interruzione nell’erogazione dell’acqua in alcune aree. Il sindaco di Cefalonia, Alexandros Parisis, ha fatto sapere che anche il porto di Lixuori è stato danneggiato. Secondo Maria Sahpazi, capo dell’Istituto di Geodinamica greco, quella di oggi sarebbe stata una scossa di assestamento del sisma del 26 Gennaio scorso. “Ci aspettiamo altre scosse, che saranno di questa entità o più lievi”. Va ricordato che l’isola di Cefalonia da sempre è considerata dai sismologi come una zona ad elevata sismicità, tanto da vantare eventi tellurici di alta magnitudo che hanno portato distruzione in tempi piuttosto recenti. Nel 1953 un terremoto molto violento, di magnitudo 7,2, aveva provocato a Cefalonia la morte di circa 450 persone e distrutto gran parte dell’isola.