Il termine basilico (Ocimum basilicus), deriva dal greco “Basilikos”, che significa “Erba degna di re, regale”, come ricordato da Teofrasto nel III secolo a.C. E’ stato da sempre associato alla sacralità. Si dice infatti che sia nato ai piedi della croce di Cristo e raccolto dall’imperatrice Elena che lo diffuse in tutto il mondo. Il basilico, originario dell’India, che ha viaggiato verso ovest con i mercanti arabi di spezie, è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Labiate, con foglie lanceolate che variano dal color verde pallido, al verde intenso, sino al viola o al porpora di alcune varietà.
E’ una pianta che si distingue per le curiose credenze che ruotano intorno ad essa: sia i Greci che i Romani erano convintissimi che, per far crescere una sana piantina, occorresse seminarla, accompagnando l’operazione con insulti e maledizioni; mentre nel Medioevo, per poterlo raccogliere, si doveva prima purificare la mano destra, lavandola in tre diverse fonti, adoperando poi un ramo di quercia e indossando candidi abiti di lino. Le superstizioni non erano esclusive dell’antichità, dato che nel 1800 alcuni Inglesi residenti in India giravano abitudinariamente con una collana in legno di basilico per neutralizzare gli impulsi elettrici, tenendo lontano i fulmini, come sosteneva la religione Indù. Nello stesso periodo, ma solo nelle eclissi, il basilico veniva anche mangiato e deposto nelle riserve d’acqua per prevenire contaminazioni.
I Galli lo consideravano una pianta sacra, tanto da permettere la raccolta delle sue foglie solo a coloro che avevano seguito un complesso rituale di purificazione; gli Egiziani lo usavano per la preparazione di balsami per l’imbalsamazione dei defunti; mentre nella cultura romana, oltre ad essere usato in cucina (Apicio lo inserisce nelle sue ricette), il basilico era molto apprezzato come erba curativa, capace di guarire le ferite. Secondo Plinio il Vecchio, le sue foglie avevano un forte potere afrodisiaco, per questo divenne il simbolo degli innamorati; contrariamente alla mitologia medievale che lo riteneva il simbolo dell’odio. Nel Decamerone, Boccaccio narra la storia di Elisabetta da Messina che seppellì la testa del suo amato Lorenzo, barbaramente assassinato dai gelosi fratelli di lei, in un grande vaso di basilico che innaffiava tutti i giorni. Il basilico ha davvero infinite proprietà: le sue foglie contengono composti antinfiammatori e antibatterici, come l’eugenolo, benefico per coloro che soffrono di condizioni infiammatorie croniche all’intestino, artrite reumatoide, osteoartrite o artrosi, febbre e altre infiammazioni; linanolo, che ha attività antifungina, limonene ecc. L’olio essenziale ha caratteristiche battericide, che lo rendono ideale per inibire batteri patogeni come lo Staphylococcus aureus, la Shigella e gli Pseudomonas. Il basilico ha un basso apporto calorico, contenendo molte sostanze nutritive essenziali, minerali e vitamine necessari per la salute dell’organismo.
Il potassio, in particolare, contribuisce a controllare la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e i livelli di stress psico-fisico, oltre ad essere necessario per la regolazione dell’equilibrio idrico nel corpo; il calcio è indispensabile per la salute delle ossa; il ferro per la formazione dell’emoglobina, proteina che trasporta l’ossigeno nel sangue; contiene beta-carotene, potente antiossidante che evita l’accumulo del colesterolo sulle pareti dei vasi sanguigni, prevenendo il rischio di aterosclerosi e di attacchi cardiaci; zeaxantina, che previene la degenerazione maculare senile; vitamina A, che protegge la vista e mantiene sane le mucose della pelle; vitamina K, un nutriente essenziale per i fattori coagulanti del sangue, che svolge un ruolo vitale nel rafforzamento delle ossa, contribuendo al loro processo di mineralizzazione; inoltre vitamine B1, B2, B3, C ed E. Essendo un alimento antinfiammatorio, il basilico apporta importanti benefici nei casi di infiammazione intestinale, fornendo sollievo immediato nei casi di gas nello stomaco e nell’intestino, crampi allo stomaco, indigestione e flatulenza. Inoltre, attenua l’affaticamento mentale, apportando maggiore chiarezza, attenua l’indecisione, le idee negative, le emicranie e la stanchezza generale. Consumato crudo sui cibi, aiuta la digestione delle pietanze; sotto forma di decotto o infuso, contrasta indigestione, raffreddore, influenza, nervosismo, agitazione e crampi addominali; come infuso è ottimo per effettuare gargarismi contro l’alito cattivo; mentre la sua acqua distillata è un efficace tonico per la pelle del viso.